Terzo Megalotto, Monsignor Savino alle imprese che hanno subito intimidazioni: «Sono al vostro fianco»
«Il Vescovo è sempre pronto a camminare al fianco di tutti coloro che fanno della legalità il proprio stile di vita»
TREBISACCE – Il 4 dicembre è un giorno carico di una valenza particolare per i vigili del fuoco e per i minatori di tutto il mondo in quanto si festeggia Santa Barbara che di coloro che lavorano con la terra e con il fuoco è la protettrice.
Il concetto di “miniera” è lontano dall’immaginario dell’Alto Jonio cosentino, eppure in questi mesi e nel prossimo futuro grazie ai lavori del III Megalotto inerenti alla nuova 106, sono molti gli operatori che presteranno il proprio lavoro nelle profondità della terra che fu degli Enotri.
Particolare importanza ha avuto dunque la celebrazione della Santa messa, ad opera del Vescovo di Cassano Jonio, don Francesco Savino, proprio all’interno di una delle gallerie in corso di costruzione. Al momento liturgico hanno partecipato, oltre alle maestranze che stanno intervenendo sui cantieri, anche i responsabili delle aziende coinvolte nel progetto, le istituzioni locali, con i prima fila il sindaco di Trebisacce Alex Aurelio e le associazioni di categoria.
Il presule, con la risolutezza e la chiarezza nel dire e nel fare che gli sono proprie, ha pronunciato davanti a tutti gli astanti riuniti in preghiera parole importanti, di denuncia, dense di significato:
«Il III Megalotto – ha evidenziato il Vescovo Savino – È un’opera di snodo territoriale importantissima. Voglio testimoniare la mia gratitudine a tutti coloro che sono coinvolti nel progetto, tanto nella parte della progettazione tanto in quella della realizzazione. Un’opera di tale portata, che incide così significativamente sul territorio, non può non tenere conto del rispetto dell’ambiente. Io sono certo che questo rispetto non manchi in tutti coloro che stanno operando in questo contesto. Al tempo stesso ho la certezza che questo tipo di opere generi un grande flusso di denaro e dove ci sono flussi di denaro, inevitabilmente organizzazioni malavitose cercando di inserirsi. A loro dobbiamo rispondere affermando sempre e comunque il principio di legalità, legalità che va sempre sostenuta, perché solo applicando il principio di legalità noi possiamo raggiungere la giustizia».
«Non c’è giustizia senza legalità. Voglio esprimere con forza, in modo chiaro e cristallino la mia solidarietà alle imprese che hanno subito intimidazioni o ricatti. Il Vescovo è al vostro fianco. Il Vescovo è sempre pronto a camminare al fianco di tutti coloro che fanno della legalità il proprio stile di vita».
Dopo aver pronunciato queste parole di condanna alla criminalità e sostegno alle imprese e agli operatori economici, l’episcopo ha chiamato sull’altare tutti i bambini presenti e attraverso un breve dialogo con loro, nel quale sono state coinvolte anche le autorità e le istituzioni presenti, ha voluto mettere in evidenza il concetto di “Stupore”, forte del contesto immaginifico in cui stava avendo luogo la celebrazione:
«Non c’è Natale senza stupore – ha sottolineato Don Francesco Savino, che ricopre anche la carica di vice presidente delle Cei per l’Italia meridionale – Il disincanto sottrae bellezza al mistero che si celebra. Invito tutto a non perdere mai la capacità di stupirsi. Come diceva Albert Einistein "Chi non prova più né stupore né meraviglia è come una candela spenta". Con la perdita dello stupore iniziare la fine del mondo».