Nelle feste consumiamo prodotti Made in Calabria e aiutiamo chi ha bisogno
È l’appello lanciato da Coldiretti Calabria che ha, inoltre, organizzato varie iniziative a favore delle persone bisognose che hanno visto l'impegno generoso dei giovani
COSENZA - «Contro la povertà –afferma Coldiretti Calabria – è cresciuta la solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini. In Calabria la Coldiretti ha organizzato varie iniziative a favore delle persone bisognose che hanno visto l'impegno generoso dei propri giovani».
«In particolare – riferisce Coldiretti - il pranzo solidale preparato al mercato di Campagna Amica di Cosenza, con 120 pasti e la pignolata di 20 metri a Reggio Calabria, tutto poi messo a disposizione delle mense per le persone in difficoltà».
«È stata una gara di generosità da parte sia dei nostri produttori che hanno messo a disposizione i prodotti poi sapientemente preparati dai giovani è il commento di Franco Aceto Presidente di Coldiretti Calabria. Sono davvero orgoglioso di tutto questo – continua – perché il numero di coloro che per Natale sono costretti a chiedere aiuto per mangiare, facendo ricorso alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari aumenta».
È da accogliere positivamente il Fondo per l'acquisto di beni alimentari di prima necessità presso il Ministero dell'agricoltura con una dotazione di 500 milioni di euro per il 2023 per le necessità alimentari dei soggetti meno abbienti ai quali si aggiunge l'avvio della sperimentazione del reddito alimentare con una dotazione di 1,5 milioni di euro per l'anno 2023 e di 2 milioni di euro per il 2024 per pacchi alimentari, realizzati con l'invenduto della distribuzione alimentare, a favore di persone in condizione di povertà assoluta.
«Fra i nuovi poveri – annota Coldiretti – ci sono anche coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività colpite dalle misure contro la pandemia Covid e dal balzo costi dell'energia con il caro bollette».
Proroga Etichettatura di provenienza
Insieme a questo è importante la proroga alla vigilia di Natale delle etichette salva spesa Made in Italy con l'obbligo di indicare la provenienza dell'ingrediente principale dei prodotti in vendita, dal latte alla passata di pomodoro, dai formaggi ai salumi fino a riso e pasta.
È quanto afferma la Coldiretti nel commentare la firma dei ministri dell'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso e della Salute Orazio Schillaci, al decreto interministeriale che proroga fino al 31 dicembre 2023 i regimi sperimentali dell'indicazione di origine come fortemente richiesto dalla Coldiretti.
«La firma del decreto interministeriale sull'etichettatura di origine rappresenta un passo determinante – evidenzia Coldiretti – per impedire che vengano spacciati come Made in Italy prodotti ingredienti di bassa qualità provenienti dall'estero che non rispettano i rigidi paramenti di qualità di quelli nazionali. L'etichettatura di origine obbligatoria dei cibi è una battaglia storica della Coldiretti ed è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell'Unione Europea nel 2002».
«In questi giorni di festa chiediamo - è l'appello di Aceto - di sostenere il consumo di prodotti alimentari Made in Calabria per aiutare l'economia, il lavoro ed il territorio regionale in un momento di difficoltà, ed aiutare una filiera nella quale sono coinvolti oltre 15mila tra ristoranti, bar, pizzerie e agriturismi con 32.668 addetti situati nella Regione ma anche le industrie alimentari, le oltre 34mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture. Coniugare problemi sociali ed economici per noi è un imperativo – conclude Aceto – così come continuare la battaglia contro i cibi sintetici, dalla carne al latte, dai formaggi al pesce, nettamente rifiutati da oltre 8 italiani su 10 (84%) che, secondo l'indagine Coldiretti/Censis, sono contrari all'idea di cibi prodotti in laboratorio da sostituire a quelli coltivati in agricoltura».