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Caporalato, prosegue il progetto Co.Ro.For.In: una piccola rivoluzione culturale

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CORIGLIANO-ROSSANO - Inclusione ed integrazione socio-economica degli immigrati regolari, garantire a tutti i cittadini stranieri il diritto all’accesso alla rete dei servizi e delle prestazioni sociali, il diritto all’informazione e alla presa in carico ed il diritto ad un piano assistenziale appropriato ed individualizzato. È, questo, l’obiettivo del Polo Sociale integrato, evoluzione del Progetto Co-Ro.For.In attraverso il quale a Corigliano-Rossano si sta mettendo in atto una vera e propria piccola rivoluzione culturale che si pone come obiettivo quello di promuovere percorsi di legalità, di lavoro agricolo etico e di qualità ed evitare la ghettizzazione ed il caporalato.

Ospitata negli uffici del Servizio Diritti Sociali del Comune di Corigliano-Rossano, si è tenuta nei giorni scorsi, la riunione del partenariato del progetto che si inserisce nelle linee di intervento approvate dalla Regione Calabria a valere sul progetto Su.Pr.Eme. Italia – Sud Protagonista nel superamento delle emergenze in ambito di grave sfruttamento e di gravi marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle cinque regioni meno sviluppate, finanziato con i fondi Amif della Commissione Europea.

All’incontro hanno partecipato, per il Comune di Corigliano-Rossano, ente titolare del progetto, l’Assessore alle politiche sociali Alessia Alboresi, il RUP Franca Malagrinò, il funzionario delegato Giacinto De Pasquale. A rappresentare il Consorzio Nova, c’era il responsabile regionale Renato Scordamaglia. Tra i partner erano presenti, il direttore tecnico Pietro Caroleo, il ricercatore senior Valerio Paduano e l’esperta modellizzazione servizi Stefania Bozzo, insieme ai rappresentanti delle associazioni Don Vincenzo Matrangolo, Tendiamo le mani, Mondiversi e Liberamente e della Confraternita di Misericordia. La riunione ha altresì visto la presenza di operatori dell’Assistenza Tecnica del Progetto Supreme Italia.

Uno spazio di ascolto che offre informazioni, orienta la domanda di servizi e bisogni, codifica e decodifica il bisogno, assicurando competenza nella valutazione delle domande e nel trasferimento delle informazioni ed indirizzando lo stesso bisogno verso la soluzione più pertinente ed efficace. È così che funziona il Polo, un modello di servizio che interpreta il bisogno, come l’insieme delle esigenze e delle aspettative dei migranti anche dal punto di vista abitativo, socio-lavorativo, socio-assistenziale cui si intende fornire risposta e le condizioni alle quali intende soddisfarli. 

(Fonte comunicato stampa) 

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia