10 ore fa:A Ginecologia e Ostetricia dello Spoke di Co-Ro superati i 500 parti
9 ore fa:Il Comitato Via Nazionale insieme alle Pro Loco lancia l'iniziativa "Natale in Strada"
12 ore fa:All'Unical la Console Generale degli Stati Uniti a Napoli, Tracy Roberts-Pounds
13 ore fa:Nasce Paludinsieme, un open day periodico per quanti vorranno visitare questo luogo suggestivo
10 ore fa: Una cena di gala per la ricerca scientifica
10 ore fa:Dopo il trasporto pubblico lo step successivo devono essere le isole pedonali permanenti
13 ore fa:Trasferimento di reparti da Corigliano a Rossano, Caravetta replica a Madeo: «Faccia solo il presidente del Consiglio»
12 ore fa:«In attesa del Nuovo Ospedale di Insiti, non si devono lasciare nel limbo i presidi esistenti»
11 ore fa:Frecciarossa per Milano, Garofalo: «Non arretramento di un treno già in esercizio, ma l'istituzione di uno nuovo»
11 ore fa:Sanità pubblica e violenza di genere, il Movimento 5 Stelle scende in piazza a Cosenza

Alluvione 2015, la bonifica è finita nel pantano paludoso della burocrazia

2 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Le piaghe dell’alluvione che colpì Corigliano-Rossano il 12 agosto 2015 sono ancora aperte e vive. Trascorsi sette anni da quell’evento calamitoso i “guai” del dissesto idrogeologico sono ancora fermi lì soprattutto nelle aree a monte dove non è stata mossa nemmeno una pala dei detriti trascinati dall’acqua. La situazione più critica su torrente Acqua del Fico. Otto mesi fa Coldiretti aveva lanciato l’ennesimo allarme. «Se quei detriti dovessero scendere a valle sarebbe una catastrofe» queste le parole dell’allora segretario di zona dell’associazione dei coltivatori, Gino Vulcano. Una preoccupazione concreta che “girammo” all’assessore per l’assetto del territorio che nell’annunciarci l’imminente varo dei progetti di bonifica per il definitivo superamento delle criticità aveva evidenziato come servissero ben 6 milioni di euro per ripulire tutti i corsi d’acqua dalla valanga di materiale inerte che le acque meteoriche avevano depositato con il tempo (ne abbiamo parlato qui).

Della vicenda di Acqua del Fico, ce ne siamo occupati più volte in questi 7 anni e quasi sempre siamo arrivati ad un punto morto. Il diaframma tra gli adempimenti burocratici e i lavori – dicevamo - sembra essere così spesso e inscalfibile che emerge più di qualche dubbio sul suo iter. Anche sul fatto che la Regione già dal 2018 pare abbia trasferito alle casse del comune un finanziamento di 2.7milioni di euro per procedere ai lavori di messa in sicurezza del torrente. “Ma questi soldi, tra progettazioni, autorizzazioni e tutti gli adempimenti preliminari bastano?” Ce lo chiedevamo ad ottobre scorso. E oggi abbiamo una risposta. No. Non bastano. Anche perché quei famosi 6 milioni di euro, che servirebbero per svuotare l’alveo dei torrenti ostruiti e che il comune aveva pensato di recuperare attraverso la caratterizzazione e la vendita degli inerti, non sono facilmente reperibili.

Il perché ce lo ha spiegato ancora una volta l’assessore con delega all’assetto del territorio del comune di Corigliano-Rossano, Tatiana Novello: «Sono cambiate le normative e prima di vendere gli inerti è necessario stoccarli in un altro sito». Insomma, mentre prima un ente poteva contrattare la vendita sul posto del materiale di risulta fluviale (sabbia, ghiaia, pietrisco, etc.) contrattando nel prezzo anche le attività di movimentazione, questo oggi la legge non lo consente più.

In buona sostanza il comune dovrebbe prima accollarsi la spesa cospicua di “svuotare” a sue spese i corsi d’acqua occlusi, portare il materiale in un sito abbastanza capiente (parliamo di decine di miglia di metri cubi di materiale), caratterizzarlo e, quindi, venderlo. Questo cambio di normativa rappresenta un imprevisto non di poco conto che non ci sarebbe stato se la bonifica di quelle aree fosse avvenuta a tempo debito.

Dal momento, però, che c’è questo ostacolo occorre trovare soluzioni. «Stiamo riscrivendo il bando di gara – conferma l’assessore Novello – che ci consentirà di superare questo vincolo normativo (non di poco conto, ndr) e arrivare presto alla definitiva bonifica delle aree a monte dei torrenti».

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.