«Nello Spoke di Castrovillari gravissima carenza di personale a ogni livello di professionalità in tutti i reparti»
È quanto denuncia il presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiana sezione Cassano: «Un ospedale per acuti che non soddisfa le garanzie minime di assistenza alla persona intacca il rispetto della dignità umana»
CASTROVILLARI - «Non si può tacere oltre, stiamo assistendo ad un vilipendio del diritto di salute nel territorio della Diocesi di Cassano Jonio, ed in particolare nell’Ospedale di Castrovillari. Un presidio che nella ASP di Cosenza conserva il titolo di Spoke, che lo accomuna agli altri due situati sui versanti ionico (Spoke Rossano-Corigliano) e tirrenico (Spoke Cetraro-Paola). Pertanto la ASP di Cosenza si fregia di 3 Spoke. Il presidio di Castrovillari, da solo dovrebbe provvedere all’assistenza di patologie per acuti di tutta la fascia centrale della provincia cosentina, coprendo circa 40 comuni del territorio EsaroPollino. Tuttavia, già da molti anni, subisce un depauperamento sostanziale di risorse, soprattutto umane, ovvero di quei sanitari che vanno in pensione e non vengono sostituiti o rimpiazzati».
È quanto afferma il presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiana Sezione Diocesana Cassano Jonio, Vincenzo Stivala che così continua: «A questa incresciosa situazione, si aggiunge la mancata attivazione di servizi già previsti dai tanti piani di rientro sanitario, quelli stessi che la nostra Regione Calabria pubblica ripetutamente, pur avendo una Sanità commissariata ormai da oltre un decennio. In tutto l’ospedale si denuncia la gravissima carenza di personale ad ogni livello di professionalità in tutti i reparti e servizi. Sono attivi 112 posti letto in un totale di 22 unità operative. Sono impiegati: 37 OSS su 58 necessari; 151 infermieri per un fabbisogno di 192 unità; 14 tecnici di laboratorio su 26 necessari nei vari laboratori; 11 tecnici di radiologia su 14 necessari, 79 medici su 115 necessari; e questo per operare al minimo delle condizioni di sicurezza per i malati».
«Si registra – aggiunge - una sproporzione significativa sulle unità mediche afferenti ai reparti e servizi, alcuni dei quali come l’anestesia ed il pronto soccorso soffrono maggiormente. Oltre questo va attenzionata un’altra grave falla nel sistema dei concorsi, non solo per la dirigenza di primo livello, ma addirittura per i direttori di struttura complessa. Si constata la presenza attiva di soli 2 Direttori di U.O.C. (Cardiologia-UTIC e Pediatria) su oltre 20, tra unità operative e servizi. L’effetto dell’assenza dei direttori comporta il consequenziale affidamento del reparto ad un responsabile facente funzione, che non esercita autorevolezza nei rapporti con l’azienda, talvolta non viene conosciuto né riconosciuto. Vi era l’opportunità di riaprire il reparto di ortopedia, prontamente disattesa dalle dimissioni del primario, determinate proprio dalla carenza di personale».
«A questa decennale e becera situazione, - spiega - si aggiunge, ad acuire le difficoltà, l’impatto della pandemia, che ha visto distrarre risorse in particolare al nostro presidio ospedaliero di Castrovillari. Un ospedale per acuti che non soddisfa le garanzie minime di assistenza alla persona intacca il rispetto della dignità umana. La difesa e il rispetto della dignità della persona è uno degli scopi nell’azione del medico cattolico che pone l’uomo, nella sua totalità, al centro del suo agire. Talvolta sarebbe sufficiente un gesto di vicinanza ad alleviare le sofferenze del malato, ma come si fa se il medico è sovraccaricato di lavoro, a causa della carenza di personale? Come Medici Cattolici della Diocesi di Cassano all’Jonio, vogliamo rispondere all’accorato appello che il nostro Pastore, il Vescovo Mons. Francesco Savino, rivolgeva alle Istituzioni già un anno fa: “La Calabria ha toccato il fondo di una crisi annunciata ed ora spetta alla nostra fame di speranza trovare il coraggio di tornare a galla … a respirare”».
«Come professionisti che perseguono l’etica della responsabilità a favore del bene comune, - incalza - noi mettiamo a disposizione le nostre esperienze e conoscenze per proporre modalità concrete di risposta alla crisi, e per le quali chiediamo anche l’attenzione degli uomini e delle donne di buona volontà che operano in sanità, soprattutto ai posti dirigenziali. Occorre innanzitutto alleggerire l'onda d'urto della domanda di cure che ricade sugli ospedali, supportando l’attività della medicina generale, fondamentale anello di congiunzione tra Ospedale e Territorio e integrando le cure domiciliari con le USCA e con l’assistenza specialistica a domicilio e nelle strutture per anziani, avendo nei Distretti e nei poliambulatori la disponibilità sia delle branche di specialistica esistenti, che del monte ore aggiuntivo, per altro, già da tempo deliberato dall’ASP».
«É indispensabile chiamare a raccolta tutte le risorse umane esistenti nelle aziende sanitarie e metterle a disposizione delle aree di crisi negli ospedali, pronto soccorso, reparti di terapia subintensiva ed intensiva, Covid e non-Covid. Rivolgiamo, quindi, un accorato appello a chiunque operi nelle aziende sanitarie e negli ospedali, a tutti i livelli di responsabilità, affinché si mettano in atto tutti gli sforzi necessari a garantire non solo cure adeguate ma, prima ancora, ad assicurare le condizioni di base per la sopravvivenza dei pazienti e soprattutto quelli fragili, e permettere di ridurre la tensione lavorativa sul personale che si trova ad operare con carico di lavoro doppio rispetto al dovuto, riuscendo comunque a garantire tuttavia il minimo delle prestazioni, onde far fronte ai bisogni fondamentali delle persone malate, nel rispetto della loro dignità ed integrità» conclude.