A Corigliano-Rossano esercenti «stritolati da pandemia e Amministrazione comunale». L’accusa di Vulcano (Udc)
Il Consigliere: «Tra le cartella esattoria arrivate, richiesto il pagamento della spazzatura anche a quegli esercizi che sono rimasti chiusi per le ordinanze sindacali»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Chi ricorda le figure dello Sceriffo di Nottingham e di Re Giovanni può rivederli plasticamente proiettati nei tempi tristi che sta attraversando Corigliano-Rossano. Solo che quella di Robin Hood era favola, quella di oggi, invece, è una realtà da incubo. Il Sindaco Re Giovanni con la complicità della Soget, che personifica perfettamente lo spietato sceriffo esattore, hanno pensato bene di inviare a tutti gli esercenti della Città le cartelle esattoriali per i tributi comunali».
È quanto afferma Raffaele Vulcano (Unione di centro), consigliere comunale dell’opposizione che così continua: «Lo hanno fatto e continuano a farlo non curanti del periodo di grave crisi economica che ha colpito in pieno anche il nostro tessuto sociale ed economico e nonostante lo Stato abbia trasferito proprio nelle casse del Comune circa 2 milioni di euro di fondi ristoro, proprio per compensare il mancato introito proveniente dai tributi a causa della pandemia».
«Quindi, - aggiunge - basterebbe questo per bocciare sonoramente l’operazione vergognosa di esazione delle tasse attuata dall’Amministrazione di Re Giovanni Stasi. Nemmeno il Governo Conte era arrivato a tanto! Ma a far rabbrividire è che nell’elenco degli esercenti commerciali a cui il Comune in questi giorni ha mandato una bella cartella esattoriale per pretendere, tra gli altri, il pagamento della spazzatura, ci sono anche tutti quegli esercizi che sono rimasti chiusi non per direttiva delle decine di DPCM che si sono susseguiti negli ultimi mesi, bensì per le ordinanze sindacali».
«Stiamo parlando – incalza il consigliere - di cartelle calcolate su 12 dodicesimi, quindi prevedendo l’anno pieno. Un esempio su tutti (ma ce ne sarebbero a decine) sono le lavanderie. Le quali, secondo le disposizioni imposte dai decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, avrebbero potuto lavorare anche in periodo di lockdown ma che, invece, sono state lasciate chiuse per imposizioni del Sindaco. Questo significa che non solo non hanno lavorato ma non hanno potuto nemmeno accedere ai ristori dello Stato perché i loro codici Ateco non erano contemplati. Insomma, oltre al danno pure la beffa».
«Non siamo contrari al pagamento delle tasse, sia chiaro, ma che si mettano gli operatori commerciali nelle condizioni di pagare solo il dovuto dei giorni di effettivo lavoro. È una vergogna inaudita che ricade su un Primo cittadino che, proprio come nella favola di Robin Hood, vuole vessare il popolo con le tasse, incurante del deserto economico che sta lasciando la pandemia da Covid-19. Tutto questo mentre ancora i cittadini aspettano di ricevere i bonus alimentari attraverso i 700 e passa mila euro che ha inviato sempre lo Stato. Ci chiediamo ma con tutti questi soldi il Comune che fa? Rattoppa qualche buca per le vie centrali della città? E poi?» conclude.