L’episodio è avvenuto a Castrolibero. Gli infermieri si sarebbero limitati a compilare una scheda di soccorso e a infilarla nei pantaloni della donna
Avrebbero omesso di soccorrere una donna di nazionalità romena e si sarebbero limitati a infilarle un referto nei pantacollant prima di andare via. La storia – raccontata da repubblica.it – sarebbe avvenuta a Castrolibero, alle porte di Cosenza. La straniera, di circa 50 anni, era priva di sensi, forse a causa di una ubriacatura. Una prima ambulanza, avvisata a mezzogiorno, sarebbe arrivata dopo 30 minuti ma i tre infermieri – secondo quanto racconta Repubblica –, dopo aver visto la donna sporca, avrebbero compilato una “scheda di equipaggio di primo soccorso”, con una “x” e una “y” alla voce nome e cognome, per poi infilarla nell’elastico dei pantacollant della donna. Poi sarebbero andati via. Daniela Spinelli, una cuoca che abita vicino alle villette, è stata una delle prime soccorritrici. «La donna – ha raccontato al quotidiano diretto da Carlo Verdelli – era a testa in giù, aveva rimesso. Non era semplice aiutarla, viste le condizioni. Io sono incinta e non potevo sollevarla, ma gli uomini del soccorso sono lì per aiutare una persona in difficoltà cliniche. Non si lascia sul bitume rovente neanche un cane, i militi si sono limitati a incastrare un referto nelle mutande".
A DARE L'ALLARME IL MARITO
Sarebbe stato il marito, Luca Di Sanso, a dare l’allarme al 118: "Ho chiesto alla centrale operativa perché l’avevano abbandonata sul marciapiedi, mi hanno risposto che non avevano un medico a bordo. Ho chiesto ancora perché non le avevano fatto un trattamento sanitario obbligatorio, mi hanno detto che senza medico non potevano. Ho chiesto, allora, perché non avevano avvertito un altro mezzo provvisto di medico, ancora qualche minuto e quella donna sarebbe spirata. Era rosso fuoco in volto, cotta dal sole. Non mi hanno risposto". Sarebbe arrivata solo alle 14.30 la seconda ambulanza, che "ha prestato soccorso alla donna straniera senza nome né cognome partendo per l’ospedale L’Annunziata di Cosenza".
Fonte: Corriere della Calabria