Daniele Lavia, da Corigliano-Rossano la carica che ha spinto l’Italia sul tetto del mondo
Il campione rossanese, fermato da un infortunio alla vigilia, ha parlato alla squadra prima della finale: le sue parole hanno dato la carica che ha portato all’oro iridato. Il coach De Giorgi, commosso: «Avrei potuto anche fare a meno di parlare»

CORIGLIANO-ROSSANO – Non c’era in campo, ma c’era. E come. Nella notte che ha consegnato l’Italia del volley a un nuovo trionfo mondiale, battendo in finale la Bulgaria, l’urlo rossanese di Daniele Lavia è risuonato forte nello spogliatoio azzurro. A raccontarlo è stato il commissario tecnico Ferdinando “Fefè” De Giorgi, che in tv ha svelato un retroscena da brividi: «Mi ha chiamato per chiedermi: posso fare un saluto alla squadra? E quando ha parlato, ci ha dato una carica incredibile».
Lavia, fuori per un brutto infortunio che lo ha fermato a fine agosto, ha seguito il Mondiale dagli studi Rai. Ma il suo legame con i compagni non si è mai spezzato: Giannelli ha mostrato la sua maglia, Anzani gli ha dedicato la medaglia. E il coach ha confessato: «Dopo le sue parole, potevo anche stare zitto. Daniele era sempre nei nostri pensieri».
Per il campione di Rossano, che a 25 anni è già una colonna dell’Italvolley, l’oro di questa Nazionale ha un sapore diverso, dolce e amaro insieme: l’assenza dal campo pesa, ma la consapevolezza di aver contribuito con cuore e voce al successo rende questo trionfo ancora più speciale.
E in città l’eco si è sentita subito. Nella sua Corigliano-Rossano, i riflettori si sono accesi su di lui, simbolo di una Calabria che ancora una volta dimostra di saper esprimere talenti capaci di arrivare sul tetto del mondo. Un figlio di questa terra che, anche da lontano, ha scritto una pagina di sport indimenticabile.
Il destino gli ha tolto la possibilità di saltare sotto rete nella notte più importante, ma gli ha dato il ruolo di “dodicesimo uomo” dal cuore infinito. E il Mondiale 2025 resterà per sempre anche il Mondiale di Daniele Lavia.