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La Sibaritide-Pollino in 25 anni si è "fumata" 4,9 miliardi di euro per lo sviluppo: ma nessuno se n'è accorto

3 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO C'è un imponente volume di risorse impegnato, negli ultimi 25 anni, per lo sviluppo economico, sociale e strutturale della Calabria del nord-est. Potevano essere molti di più - si chiaro - se solo la politica nel corso di questo ultimo quarto di secolo fosse stata più lungimirante. Eppure ancora oggi ci ritroviamo in un'area della Regione dove sussistono paradossi assurdi: con una sanità da terzo mondo, con un territorio senza trasporti né mobilità adeguata, con periferie che ancora non hanno acqua né sistemi di collettamento ma dove, ad esempio, sono stati spesi 50 miliardi di vecchie lire per realizzare 10 km di strada in mezzo ad un torrente, tra l'altro con metodi ingegneristici molto discutibili (la storia eclatante della strada Sila-Mare).

I dati del portale di monitoraggio opecoesione.it, relativi ai progetti finanziati con fondi europei e nazionali, mostrano un quadro complessivo di 19,3 miliardi di euro per l'intera regione Calabria, di cui 11,4 miliardi provenienti dal contributo del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC).

In provincia di Cosenza, l'impegno è considerevole: 6,8 miliardi di euro, con 4,9 miliardi di contributo FSC con l'area della Calabria nord-est, che comprende 58 comuni, che rappresenta una fetta significativa di questi investimenti, con un Costo Pubblico dei progetti pari a 4,9 miliardi di euro (25,4% del totale regionale) e un contributo FSC di 2,03 miliardi di euro (17,5% del totale regionale).

Questi fondi sono destinati ad un'ampia gamma di settori, ma la priorità sembra essere data a trasporti e mobilità (46% del totale degli investimenti in provincia di Cosenza), seguiti da ambiente (12%), ricerca e innovazione (10%), istruzione e formazione (9%), mentre per turismoinclusione sociale e salute che dovrebbero essere gli asset portanti di questo territorio si è investito un miserissimo 6% delle risorse.

I Fondi di Sviluppo e Coesione (FSC): uno strumento per la coesione territoriale

Prima di analizzare nel dettaglio l'allocazione delle risorse nella Calabria nord-est, è fondamentale comprendere il ruolo dei Fondi di Sviluppo e Coesione (FSC). Istituiti nel 1999, i FSC rappresentano uno strumento fondamentale della politica di coesione italiana ed europea, finalizzato a ridurre i divari economici e sociali tra le diverse regioni del Paese e del continente.

Attraverso l'erogazione di risorse pubbliche, i FSC mirano a promuovere lo sviluppo economico, l'innovazione, l'occupazione e la crescita sostenibile nelle aree più svantaggiate. In questo quadro, l'investimento di 11,4 miliardi di euro in Calabria, di cui una parte significativa destinata proprio all'area della Sibaritide e del Pollino, ha rappresentato e rappresenta un impegno concreto per la crescita e lo sviluppo di questa zona di cui, però, nessuno si è accorto. Perché spesso i soldi sono stati investiti male o, ancor peggio, non sono stati investiti proprio e sono ritornati indietro

Disparità territoriali: un'analisi degli investimenti 

L'analisi dei dati a livello territoriale, che parte dalla prima programmazione del 2000 e termina con l'ultima programmazione 2021/2027, rivela significative disparità nell'allocazione delle risorse. Il territorio di Cassano Jonio, con un costo pubblico monitorato di 1.721.800.262 euro, emerge come il comune che è stato il baricentro degli investimenti in questi anni, non fosse altro perché proprio nel comune delle terme sorge la stazione ferroviaria hub di Sibari, dove però non si può prendere nemmeno un caffè per l'assenza di punti di ristorazione immediati e dove le connessioni con il resto del territorio non esistono. Non solo, da Sibari partono le ramificazioni stradali e tutti gli altri servizi che aggregano il territorio. 

A seguire c'è Corigliano-Rossano (401.322.096 euro) e Morano Calabro (391.267.781 euro), che si posizionano tra i comuni con i maggiori finanziamenti. All'altro estremo della scala troviamo comuni come Albidona (6.379.238 euro), Acquaformosa (6.647.181 euro) e Frascineto (6.737.125 euro), che hanno ricevuto finanziamenti significativamente inferiori. Questa disparità evidenzia la necessità di politiche di sviluppo territoriale più omogenee, che tengano conto delle specifiche esigenze di ogni comunità.

Trasporti e mobilità: la spina dorsale (ancora debole) dello sviluppo

Il settore dei trasporti assorbe la quota maggiore di risorse, un dato che riflette l'urgente necessità di migliorare le infrastrutture di collegamento, cruciali per lo sviluppo economico di questa area. Progetti ambiziosi come l'adeguamento della Statale 106 e l'ammodernamento della linea ferroviaria ionica, in gran parte finanziati nei comuni di maggiori dimensioni, testimoniano l'impegno profuso in questo ambito. Rimane, però, cruciale monitorare attentamente l'avanzamento dei lavori e la loro effettiva capacità di creare sviluppo economico sostenibile a lungo termine, prestando particolare attenzione alle aree che hanno ricevuto finanziamenti minori per garantire un'equa distribuzione dei benefici.

Sfide e prospettive future

Nonostante l'ingente volume di risorse investite, insomma, permangono sfide da affrontare: la capacità di assorbimento dei fondi, la tempestività nell'esecuzione dei progetti e la loro effettiva capacità di generare impatto positivo sulle comunità locali. L'obiettivo principale rimane - sembra ombra di duibbio - quello di ridurre il divario tra i territori che hanno ricevuto maggiori finanziamenti e quelli che hanno ricevuto meno, garantendo un'equa distribuzione dei benefici dello sviluppo e promuovendo una crescita economica sostenibile ed inclusiva. Ma soprattutto la principale aspirazione sarebbe quella di mettere davvero tutti i territori, soprattutto i più periferici, nelle condizioni di accedere ai fondi e a varare progetti di effettiva utilità.

La trasparenza nella gestione dei fondi e la partecipazione attiva delle comunità locali, ovviamente, sono step fondamentale per garantire che questi investimenti si traducano in un concreto miglioramento della qualità della vita e dello sviluppo socio-economico della Calabria nord-est.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.