Amministrative 2024, a Morano Mario Donadio stacca il ticket della candidatura a Sindaco
«Non possiamo promettere la luna, né che risolveremo tutti i problemi del nostro borgo. Ma, non dubitino i nostri cari cittadini, ci impegneremo sino allo stremo delle forze e con ogni mezzo per assicurare un presente e un futuro migliori».
MORANO CALABRO - Mario Donadio ufficializza la candidatura alla carica di Sindaco in vista delle Amministrative del prossimo 9 giugno. L’annuncio è arrivato nel corso di un’affollata manifestazione politica, tenutasi domenica scorsa, organizzata dal gruppo Insieme per Morano, compagine che sostiene l’attuale sindaco Nicolò De Bartolo.
«Il nostro è un progetto civico aperto: chiunque abbia idee è ben accetto sulla nostra barca – dichiara in una nota Mario Donadio. Non possiamo promettere la luna, né che risolveremo, con un colpo di bacchetta magica, tutti i problemi del nostro borgo. Ma, non dubitino i nostri cari cittadini, ci impegneremo sino allo stremo delle forze e con ogni mezzo per assicurare un presente e un futuro migliori».
«Non è tempo di programmi, ma abbiamo una visione precisa e sappiamo dove e come intervenire. Porremo al primo posto l’occupazione, la famiglia e l’ambiente: assi portanti di qualsiasi società progredita. Cureremo le relazioni e promuoveremo l’aggregazione. Non trascureremo le problematiche sociali, con occhio vigile agli anziani, ai giovani e ai bambini. Daremo impulso alla partecipazione, ascoltando e accogliendo ogni buona proposta».
«Vogliamo provare a costruire localmente – continua il candidato a Sindaco, Mario Donadio - un modello di sviluppo giusto e solidale, improntato all’equità e alla sostenibilità. Si illude chi pensa di abbinare questi valori a specifiche aree politiche: il bene, quello libero e disinteressato, non indossa livree e non ha retaggi culturali né partitiche. Insisteremo sull’ambiente e sul turismo, potenziando tutti gli attrattori di cui disponiamo e incoraggiando l’imprenditoria».
«Diverso e delicato il discorso “centro storico”: abbiamo perfettamente coscienza del suo enorme potenziale, ma sappiamo anche quanto sia complicato rimediare alle leggerezze e agli errori imperdonabili commessi nel secolo scorso. Riteniamo che la rigenerazione del villaggio debba, in primis, passare per il ripopolamento, che si potrà verificare solo se avremo il coraggio di adottare provvedimenti efficaci e di modernizzare e rendere facilmente raggiungibile ogni angolo del paese, pur conservandone le peculiarità architettoniche che lo rendono unico, apprezzato e inimitabile. Riportare la vita, laddove il calo demografico e uno smodato trasferimento in altre zone l’ha pesantemente mortificata, è un patto che stringiamo sin d’ora con la cittadinanza. Non è un sogno, il nostro: ma la prospettiva di chi in questi luoghi è rimasto, a proposito di “Restanza”, e vuol continuare a rimanere, la prospettiva di chi – conclude - ha scommesso e continua a scommettere sulle proprie radici».