Provinciali, i sindaci dello Jonio non vogliono leadership: pretendono considerazione
Ieri si è tenuto un incontro tra i “grandi elettori” del centro sinistra della Sibaritide. C’erano anche il sindaco Stasi e il presidente Iacucci. Intanto la candidatura a presidente del primo cittadino di Corigliano-Rossano sembra nascosta
CORIGLIANO-ROSSANO - «Più che una leadership pretendiamo considerazione e crediamo che tutti i piani della politica e le istituzioni debbano iniziare seriamente a dare ascolto alla Sibaritide e ragionare sul perché questo territorio (tra i più ricchi della Calabria e sicuramente il più influente della provincia di Cosenza, ndr) continua a rimanere poco considerato. A tutti i livelli».
Sono le parole del primo cittadino di Cassano Jonio, Gianni Papasso, sentito ai margini dell’incontro tra i “grandi elettori” del centro sinistra della Sibaritide che si è tenuto ieri sera in una nota struttura alberghiera del territorio di Corigliano-Rossano.
Una riunione necessaria a tirare le fila in vista delle competizioni provinciali del prossimo 7 febbraio, quando sindaci e consiglieri comunali saranno chiamati ad eleggere il nuovo presidente dell’Ente, in quelle che dopo la scialba riforma Del Rio vengono definite elezioni di secondo grado.
Una piccola plenaria, insomma, alla quale hanno partecipato, oltre al sindaco della città delle Terme, anche i colleghi di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, di Trebisacce, Franco Mundo, insieme a una decina di sindaci dei piccoli comuni ionici, durante la quale si sono confrontati con il presidente della provincia uscente e oggi ricandidato per un secondo mandato, Franco Iacucci, e con il commissario provinciale del Partito democratico, Marco Miccoli.
Dicevamo, una riunione per tirare le fila ma soprattutto per mettere in chiaro le cose dopo che negli ultimi giorni era emersa la volontà di Flavio Stasi di intraprendere un’avventura elettorale per la presidenza del grande organismo istituzionale bruzio. Una candidatura quella del sindaco della terza città della Calabria che, a quanto pare, avrebbe avuto condivisione (senza però alcuna conferma ufficiale da parte dell’interessato) in alcune aree anche influenti del centro sinistra e dell’area moderata del comprensorio cosentino (su tutte quella del sindaco di Rende, Marcello Manna) ma nessun coinvolgimento del territorio della Sibaritide e del Pollino. Quello in cui lo stesso Stati potrebbe avere (o avrebbe potuto avere) terreno fertile di consensi.
E su questo, lo stesso Papasso, senza fare alcun riferimento specifico ma partendo da un ragionamento ampio, qualche “piccola bordata” l’ha pure data.
«Ci vuole condivisione e non imposizione» ci ha detto al telefono il sindaco cassanese. «E tutto questo – ha aggiunto - va al di là della questione provinciale. Noi non abbiamo mai messo in discussione Iacucci – ha poi precisato - perché sinceramente è l’unico che si è confrontato con i territori. Il problema non è la candidatura di Iacucci. Noi non dobbiamo sostituire Iaccucci, è una candidatura che ci va bene perché sostiene la linea del coinvolgimento territoriale. Del resto, quella di portare al centro le rivendicazioni dei territori e dei comuni è una linea comune condivisa da tutti i sindaci calabresi».
A chi sia rivolto questo ammonimento, però, nessuno lo sa. A tutti sindaci? Alla politica “interessata” al territorio solo in campagna elettorale? O allo stesso sindaco Stasi che – nei “si dice” ma senza alcuna conferma ufficiale – avrebbe maturato l’idea di candidarsi alla presidenza della provincia?
Poi, però, Papasso aggiunge un’altra considerazione che non la si può incastrare se non in quelle tante e numerose disamine politiche che in questi giorni si sono fatte proprio sulla paventata candidatura del sindaco di Corigliano-Rossano. Una candidatura che avrebbe avuto – abbiamo letto sulle colonne di altre testate – la “benedizione” di alcuni potentati politici del centro sinistra. Su tutti, quello della cordata che fa capo all’ex presidente della Regione, Mario Oliverio.
«Abbiamo capito a nostre spese – dice Papasso - che le scelte calate dall’alto non hanno portato mai alcun buon risultato. L’esempio più eclatante lo abbiamo avuto con le elezioni regionali. Non è più come una volta che c’erano i partiti che parlavano, si confrontavano e alla fine selezionavano. A noi – precisa poi con puntigliosità - delle diatribe interne al Partito democratico non ce ne frega nulla. Noi non preferiamo un gruppo rispetto all’altro. Oggi il partito è retto da un commissario? E parliamo con il commissario. E sia chiaro, non partecipiamo in maniera più assoluta a lotte di posizionamento. Non possiamo trascinare – ha concluso - le nostre comunità in lotte di potere».
Tra suggestioni, presunte verità, boutade c’è la realtà: a quattro giorni dalla presentazione della candidatura Stasi rimane nascosto
Intanto, fuori da quel diaframma del dibattito politico in cui si annidano suggestioni, presunte verità e boutade, vi sono delle certezze. Ed è da quelle che, probabilmente, si deve partire: Stasi, ad oggi, la sua candidatura alla presidenza della provincia non l’ha ancora palesata. Mancano appena 4 giorni per un’ufficializzazione che, tra l’altro, dovrebbe essere supportata da circa 280 sottoscrizioni di altrettanti elettori.
Inoltre, crediamo che se il sindaco di Corigliano-Rossano avesse davvero maturato l’idea di una candidatura alla presidenza della provincia, avrebbe come minimo dovuto aprire un confronto non solo nel territorio della Sibaritide e del Pollino (che da quanto abbiamo potuto capire dal suo collega Gianni Papasso non c’è stato) ma soprattutto all’interno del suo Consiglio comunale, senza distinzione di parte tra maggioranza e opposizione. Anche perché un voto unanime dell’emiciclo della terza città della Calabria, considerato l’alto peso ponderale che ha il suffragio dei consiglieri comunali corissanesi, potrebbe mettere al sicuro almeno il 50% dei consensi che gli servirebbero per una eventuale elezione. Neanche questo passaggio, da quanto ci risulta, è stato ancora consumato.
Quindi, a meno di una “fiammata” delle ultime ore, al momento tutto sembrerebbe al quanto fumoso. Anche se di tempo per capire come stanno davvero le cose ce n’è ancora. Quattro giorni in politica possono essere un’eternità come un’inezia. Nelle prossime ore, infatti, i sindaci dello Jonio (sempre quelli di centro sinistra, che rappresentano la maggioranza) dovrebbero tornare a riunirsi. Sarà quello il momento in cui si capirà davvero cosa vorrà fare Stasi.