Sullo stato e sulle invariate sorti della SS106 l’intera classe dirigente calabrese degli ultimi 40 anni, senza distinzioni di nessun tipo, dovrebbe recitare un mea culpa. Senza vittimismo, né tantomeno cedere a facili giudizi storici che, tra l’altro, non servono al presente. Ma soltanto come premessa e condizione per praticare, se possibile, un’inversione metodologica di rotta: prendere atto della propria, certificata incapacità a governare questa emergenza e cambiare strada! Rispetto alla prossima e ridotta programmazione di fondi comunitari (l’ultima chance storica per regioni in ritardo come la Calabria) l’unica via d’uscita, nelle mani della prossima Giunta Regionale, per verificare il concreto finanziamento comunitario di una normale rete infrastrutturale europea, resta forse l’investimento mirato e convinto nelle società di lobbying e di euro-progettazione operanti a Bruxelles. Esattamente come già fanno e con successo altri Paesi dell’Unione. Nel frattempo, per i prossimi anni, la Regione Calabria farebbe bene ad investire seriamente sulla formazione di una squadra di propri giovani euro-progettisti. Anche questo è emerso dall’incontro (svoltosi domenica 4 presso l’Auditorium AMARELLI) promosso da Fabio PUGLIESE e dalla MONTESANTO Sas Comunicazione & Lobbying e nel quale si sono esibiti i due giovani cantautori Alberto BERTOLI e Domenico MINGRONE sulle note dei pezzi, rispettivamente, “SULLA STATALE 106” e “MA CHI TI DICE”. - “Basta cantare la parola Jonica e ripeterla di continuo, uscirà un’altra parola per chi fa finta di non capire. Jonico jonico jonico jonico, jonico jonico jonico jonico...”. Il testo di MA CHI TI DICE si chiude con una nota ironica e scanzonata. È di MINGRONE; la musica, il cantautore di Torretta di Crucoli l’ha scritta (uno sfogo – così l’ha definita) in collaborazione con Roberto CANNIZZARO. “C'è chi passerà sulla statale 106, chi non verrà mai sulla statale 106, chi ci invecchierà sopra alla 106. Ci sono case fatte a metà, stanno appoggiate al cordolo dove le regole stanno di qua tra gli ulivi e i secoli”. Ha un motivo orecchiabile il pezzo di Alberto BERTOLI, figlio del famoso cantautore PIERANGELO, che ha parlato della sua canzone e dell’evento di cui sarebbe stato ospite su Radio 105, il giorno dopo, nel corso di "Tutto Esaurito", trasmissione radiofonica di Marco GALLI tra le più seguite d’Italia. Insieme a Donato e ad Alberto – ha chiosato PUGLIESE – è iniziato qualcosa di importante: si sono uniti tre giovani trentenni! Uniti da un filo che corre lungo la Statale 106. – Attraverso il progetto editoriale e di sensibilizzazione sociale “CHI È STATO”, Fabio PUGLIESE è riuscito finalmente a riaccendere i riflettori sulla drammaticità e sulla assurdità di una delle emergenze che, più di altre, sintetizza e rappresenta la cifra del ritardo di sviluppo di questa regione. E’ stato, questo ed unanime il commento ed il plauso di quanti sono intervenuti nel corso del dibattito sollecitato anche dalle considerazioni dei due giovani artisti. – Nel corso del dibattito, Lenin MONTESANTO ha colto l’occasione per condividere alcuni passaggi di un’intervista di Pierangelo BERTOLI sulla definizione e sul ruolo delle canzoni di impegno sociale, rilasciata allo stesso MONTESANTO nel maggio del 1994. Penso – diceva BERTOLI – che le canzoni di qualunque tipo siano abbiano una funzione soltanto nel momento in cui vuole l’autore. Scrivere canzoni politiche o sociali non è fare un volantino. È un’esigenza tua, un problema che hai dentro di te e che cerchi di esprimere mediante le canzoni. Non credo – concludeva – vi sia un’epoca in cui si fanno o non si fanno canzoni sociali. Ci può essere semmai un’epoca in cui si ascoltano o no: ma questo – chiosava Pierangelo BERTOLI – non mi riguarda.