L’atto aziendale non s’ha da fare. Parola dei sindacalisti, scesi quasi tutti sul sentiero di guerra contro i vertici dell’Asp. E che sia guerra non ci piove. Anzi, lo testimoniano i numeri: sono ben nove (Anaao-Assomed, Aaroi-Emac, Fesmed, Cimo, Cgil Medici, Cisl Medici, Uil Medici, Svm, Simet) le sigle sindacali dei medici impegnate nel braccio di ferro con i vertici dell’Azienda Sanitaria. La prima accusa rivolta dai sindacalisti in camice bianco è di falso: “L’atto aziendale allegato alla delibera n°1397 del 29 agosto scorso non è quello inviato alle organizzazioni sindacali della dirigenza e del comparto, al collegio di direzione dell’Asp di Cosenza, nonché al sindaco del capoluogo”. Perciò “è falsa l’asserzione della premessa del citato atto deliberativo, poiché l’atto aziendale dell’Asp di Cosenza, così per come rinvenibile sul sito istituzionale dell’Asp e quindi trasmesso alla struttura commissariale, non è mai stato inoltrato per la dovuta informativa”. Detto altrimenti, l’Asp avrebbe mescolato le carte in tavola all’ultimo minuto e i sindacati non avrebbero saputo nulla per tempo sull’atto aziendale. Ma è chiaro che i rilievi principali restano di merito. Infatti, “l’atto aziendale non sottende neanche al presupposto principio di economicità poiché prefigura l’istituzione di nuove strutture aziendali ben oltre i limiti stabiliti dai decreti del commissario ad acta, né osservano le linee guida regionali per l’adozione dei nuovi atti”. Di più: “Dalla lettura dell’atto aziendale dell’Asp di Cosenza destano non poche perplessità l’istituzione di nuove strutture (per la cui creazione si è ricorsi alla duplicazione delle funzioni o ad originali quanto ambigue descrizioni) mentre, di contrappasso, ne sono state elise o declassate altre istituzionalmente previste da norme nazionali e storicamente presenti nell’organizzazione aziendale”. Ma, quel che è peggio, si tratterebbe di “decisioni sorprendenti adottate della direzione strategica dell’Asp di Cosenza, che risultano particolarmente allarmanti poiché assunte in totale autonomia decisionale e senza alcun tipo di confronto con gli stakeholder istituzionali”. Scontata la richiesta dei camici: “Chiediamo, quindi, alla struttura commissariale di non procedere alla ratifica di quanto proposto, anche con mendaci asserzioni in termini di informativa, al presidente della giunta e alla politica di prendere posizione indipendentemente dallo schieramento di appartenenza, come del resto già avvenuto bipartisan a mezzo stampa in merito alla preconizzata soppressione della struttura destinata alla sclerosi multipla nel nuovo atto aziendale”.
(Fonte: quicosenza.it)