15 ore fa:L'Unical sensibilizza sulla donazione del sangue. Presentato il progetto nazionale
11 ore fa:Vigili del Fuoco a Trebisacce, Furgiuele (Lega) deposita un'interrogazione su distaccamento permanente
15 ore fa:Tumore ovarico avanzato, all'Annunziata il primo intervento di chemio iperterma
12 ore fa:Tumuli di Thurii, e se il "timpone grande" fosse la tomba di Lampone?
13 ore fa:A Morano Calabro prende vita la Scuola dei “Piccoli Restauratori”. Ecco come iscriversi
12 ore fa:Blitz in Regione: perquisizioni nel Dipartimento Sanità
14 ore fa:Emergenza Guardie Mediche, Garofalo denuncia le carenze del sistema sanitario
14 ore fa:Abruzzese entra nel direttivo provinciale del Siulp di Bologna
13 ore fa:Nuova Statale 106, senza lo svincolo nord (direzione Taranto) Trebisacce verrà seriamente danneggiata
11 ore fa:Tavernise (M5S) sulla sospensione dei servizi sanitari in farmacia: «Scelta inaccettabile»

Rapporto Svimez 2019, tragico per il sud, Patricello: "Se muore il Sud, muore pure l'Italia"

1 minuti di lettura
Bruxelles - È ora che il Parlamento metta al centro dell’agenda politica il Mezzogiorno. Siamo oramai all’emergenza nazionale: se muore il Sud muore l’Italia”.  Commenta così Aldo Patriciello, europarlamentare e membro del Gruppo Ppe al Parlamento europeo, le anticipazioni del rapporto Svimez sull’economia e la società del Mezzogiorno 2019. Un rapporto a tinte fosche per il Meridione, in netta recessione nel 2019 e in cui è drammatica l’emigrazione, soprattutto quella giovanile. “Un territorio che perde i suoi giovani perde il futuro, inutile girarci intorno. Oltre due milioni di cittadini emigrati in poco più di dieci anni – spiega Patriciello – non sono più un semplice dato numerico, ma un vero e proprio dramma. Serve un’azione decisa da parte del Governo: quello del Mezzogiorno è un caso unico, è il divario economico più grande, interno a uno stesso Stato, che esista in tutto il mondo sviluppato. Altro che regionalismo differenziato e più autonomia per il nord: fino a quando si continuerà a non affrontare seriamente il nodo della enorme sperequazione presente nella nostra penisola – afferma l’eurodeputato molisano - sarà difficile ritornare ai livelli di ricchezza pre-crisi e arrestare, di conseguenza, l’emigrazione dei nostri giovani. Il sud ha urgente bisogno di investimenti pubblici, non a pioggia, ma mirati per ridurre il gap di competitività con il resto del Paese, a cominciare dalle infrastrutture. Mentre il Governo litiga da mesi sul Tav Torino-Lione, l’alta velocità si ferma a Salerno, escludendo gran parte del Sud. Inaccettabile, in un Paese che rappresenta la seconda potenza manifatturiera d’Europa. Non possiamo trasportare le merci sui treni se i tempi di percorrenza sono più lunghi rispetto agli anni ´80. Non possiamo attrarre turisti in assenza di aeroporti e strade; non serve investire nei porti se le merci una volta arrivate non hanno infrastrutture intermodali di collegamento. È necessario comprendere a pieno lo stato di estrema difficoltà economica e sociale che sta attraversando il Sud del Paese. Non si può contare solo sul sostegno finanziario di Bruxelles: c’è bisogno di maggiore equità e di un impegno concreto da parte di tutti. Frenare la spaventosa crisi di un pezzo d’Italia – conclude Patriciello -  è una responsabilità che ricade sull’intera classe dirigente del Paese, non solo su quella meridionale”.  
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.