Dal fortino che doveva essere appena sei mesi fa, oggi il Polo Covid rischia di diventare un bunker espanso: un ospedale dentro l'ospedale che, inevitabilmente, rischia l'immolazione di alcune unità operative specialistiche dello spoke. Sappiamo per certo che stamattina il commissario dell'Asp, Cinzia Bettellini, in visita al presidio rossanese, è venuta a comunicare agli operatori del "Giannettasio" la volontà (dettata da necessità) dell'azienda di ampliare i posti letto del reparto Covid insediato al primo piano del nosocomio per un totale di 20 postazioni di pre-intensiva. Un piano, però, che vedrebbe dilatarsi le maglie del reparto C-19. Già, perché, a parere della manager e della sua struttura, ci vorrebbe più spazio per gestire al meglio i pazienti affetti da Coronavirus. Dunque, la soluzione sarebbe quella di ampliare gli attuali locali posti al primo piano. Dove però operano già Nefrologia e Dialisi che, a questo punto, dovrebbero cedere parte del loro spazio. La soluzione al vaglio sarebbe quella di avviare un accorpamento temporaneo di reparti: Nefrologia, appunto, con cardiologia che ha trovato nuova sistemazione al quarto piano. Accorpamento ma con meno posti letto. Già, perché in questo "gioco a scacchi" la Nefrologia potrebbe andare a perdere 6 posti letto e altri 4 li andrebbe a perdere proprio Cardiologia per far spazio all'unità operativa ospitata. Totale: 10 posti in meno che saranno rimpinguati in Pneumologia (Reparto Covid) i cui spazi, dicevamo, saranno così allargati, presumibilmente con nuovi interventi strutturali che interesseranno a breve il "Giannettasio". Resta, però, un problema non di poco conto. Tra il reparto Covid e quello di Nefrologia, destinato all'ampliamento, c'è in mezzo il reparto Dialisi. E quello proprio non si può spostare perché un trasferimento straordinario di tutto l'impianto tecnologico su un altro piano del nosocomio comporterebbe spese enormi. Quindi, il rischio, è che i poveri dializzati - già di per sè costretti ad una vita di enormi sacrifici e fisicamente fragili - con questa soluzione potrebbero essere messi ad un altissimo rischio infezioni. Tranne che non si pensi ad un'altra soluzione per il loro accesso nella struttura. Ma anche in quel caso i rischi di contaminazione sarebbero elevati. Condivisibile, quindi, il forte disappunto che in queste ore starebbe aleggiando un po' in tutto lo spoke di Corigliano-Rossano. Perché subire un ulteriore taglio di posti letto per far spazio ad un reparto che qui, a conti fatti, quasi nessuno voleva, ovviamente suscita tanta indignazione. Ancor più perché, stante così le cose, da un lato si andrebbe a smembrare uno dei reparti che negli anni è diventato un'eccellenza della nostra sanità (Nefrologia e Dialisi) e dall'altro si andrebbe a dare il colpo di grazia a quello di Cardiologia, già privato dell'Utic ed in continua sofferenza.