Sibaritide-Pollino, la nuova Provincia è un passo più vicina? Voto unanime in Consiglio comunale
Il Consiglio comunale ha votato (inaspettatamente) all'unanimità la delibera di adesione ad un nuovo progetto autonomista. Ora serve una Proposta di Legge in Parlamento. Nel Lazio si stanno già organizzando, la Calabria nord-est potrebbe aggregarsi

CORIGLIANO-ROSSANO – Al termine della funambolica e per alcuni tratti grottesca – per talune “orazioni” s’intende! – seduta del Consiglio comunale di ieri, l’assemblea ha votato all’unanimità per l’unificazione delle delibere consiliari degli estinti comuni di Corigliano e Rossano, l’una del 1989 e l’altra del 1992, per l’istituzione della nuova Provincia della Sibaritide-Pollino.
Un passaggio formale che ora, acquisite tutte le delibere consiliari dei 42 comuni aderenti, consente di passare ad uno step successivo, con la speranza di portare a compimento un progetto di autonomia ormai “vecchio come il cucco” e che dopo la Riforma Del Rio sembrerebbe anche anacronistico.
Un sogno di libertà che torna a farsi strada
Quel sogno di libertà, alla Wallace maniera, però, nonostante siano trascorsi quasi 40 anni dal canto delle prime sirene autonomiste, alle nostre latitudini sembra ritorni ad essere accarezzato con maggiore convinzione da parte della politica. La buona notizia? È che tutti, da destra a sinistra, oggi sembrano siano convinti di questo. Ne è testimonianza proprio il voto unanime (e inaspettato) che ne è scaturito ieri dall’aula.
Inaspettato perché, soprattutto negli schieramenti politici consolidati, dal Partito Democratico a Forza Italia, che rispondono a logiche più grandi, provinciali (o cosentine se vogliamo) e regionali, continuano ad esserci forti reticenze rispetto all’istituzione di una nuova Provincia, la sesta della Calabria. Eppure, la forza, la spinta autonomista affascina, persuade, continua a tentare tutti. Anche loro.
Reazione e rivalsa: le parole chiave
Del resto le parole del sindaco e quelle del consigliere comunale Leonardo Trento, pronunciate ieri sera nell’emiciclo, in realtà, possono essere considerate la sintesi di questa scelta che è un atto di reazione e di rivalsa. «Questa – ha detto Trento – è una di quelle delibere che dovrebbe farci sentire fieri perché rappresenta una grande ambizione». L’ambizione che è una diretta conseguenza della fusione di Corigliano-Rossano, «nata a sua volta – ha detto - sulla scorta dei tanti scippi e privazioni subite da questo territorio, in tutti i settori, dalla sanità alla mobilità per finire alla giustizia».
Prossimi passi: la legge istitutiva e altri territori in movimento
Adesso che le delibere di adesione dei comuni ci sono tutte e - a parere del presidente della Commissione speciale sulla nuova Provincia della Sibaritide-Pollino, Antonio Uva – ci sarebbero anche i requisiti territoriali e amministrativi oltre al numero di abitanti (non meno di 200 mila abitanti) per istituire un nuovo ente sovraordinato, bisogna osare di più.
Il prossimo step è il disegno di Legge istitutivo della nuova Provincia della Sibaritide-Pollino che dovrà essere presentato al Parlamento per la sua definitiva approvazione. Meglio ancora sarebbe se Camera e Senato si trovassero davanti ad un pacchetto normativo che prevede l’istituzione di più province. E qui potrebbe essere un’altra novità.
Mentre, infatti, nella Calabria del nord-est si muove entusiasmo attorno ad una nuova spinta autonomista c’è un altro territorio italiano che è pronto a chiedere sponda al governo centrale per la realizzazione di una nuova Provincia. Sono i territori del nord-ovest laziale, la grande provincia “Porta d’Italia” con doppio capoluogo Civitavecchia-Fiumicino.
A sostenerla, in quel caso, è nientemeno che Forza Italia, precisamente il deputato Alessandro Battilocchio. Porta la sua firma la Proposta di Legge che è stata depositata nei giorni scorsi alla Camera con allegati i pareri dei consigli comunali di tutte le località interessate alla istituzione – anche in questo caso – della sesta provincia laziale (tra queste Civitavecchia, Tarquinia, Ladispoli, Montalto di Castro, Monte Romano, Santa Marinella, Allumiere e Fiumicino).
Insomma, in Italia parlare di istituzione di nuove province, nonostante la Riforma Del Rio, non è un’eresia. Anche perché insieme alla Sibaritide-Pollino e alla “Porta d’Italia” laziale, se ne aggiunge ancora un’altra: la Gallura del nord-est, in Sardegna, che da ieri è già realtà. Ma trovandosi in una regione a Statuto speciale le dinamiche politico-amministrative sono state diverse.