Il papà "critica" il Sindaco, sospeso il trasporto al figlio disabile: «Manca il seggiolino»
La denuncia del papà: «Il giorno dopo aver scritto un post in cui contestavo una delibera di giunta è stato sospeso il servizio». Sul caso è intervenuto il Ministero della Disabilità, ma la famiglia resta ancora isolata. Si attende intervento Garante

Quella che stiamo per raccontarvi è una storia che, se dovesse delinearsi per i tratti in cui ci è stata raccontata, non solo sarebbe triste ma dovrebbe porre serissimi interrogativi su come in questo Paese viene, ancora oggi, gestito il potere democratico della rappresentanza (altro che Referendum!). Ebbene, la storia vede protagonista un bambino disabile di Torano Castello, il sindaco di quel comune ed il papà del ragazzino, Valentino Adimari, dipendente del Ministero della Difesa e persona politicamente impegnata nella comunità toranese. Ed è proprio Adimari a raccontarci questa storia che nasce dalla sospensione, improvvisa e repentina, del servizio di trasporto sociale comunale assegnato al proprio bambino. La vicenda, nel momento in cui ve la raccontiamo è ancora sospesa ed è sul tavolo sia del Garante Regionale dei Diritti delle Persone con Disabilità, Ernesto Siclari, che del Ministero per le Disabilità, Alessandra Locatelli, che ha già dato un primo ed importante feedback a questa vicenda.
Il bambino - racconta Adimari - necessita di terapie e riabilitazione intensive e quotidiane presso i centri specializzati della provincia di un noto centro riabilitativo che ha sede a Corigliano-Rossano. Nonostante la certificazione della necessità di tali cure da parte dell'ASP di Cosenza e dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, il trasporto del minore è diventato un ostacolo insormontabile per la famiglia.
«Svolgendo attività lavorativa presso la Base Logistica di Camigliatello Silano - racconta il papà - non riesco a garantire il normale svolgimento del piano terapeutico prescritto a figlio a causa delle incompatibilità di orari, distanza dal luogo di residenza, sede lavorativa e domicilio dei centri di riabilitazione. Tra l'altro - aggiunge - sono l'unica persona nel mio nucleo familiare ad avere la patente di guida». «Per far sì che il bimbo esegua il normale iter terapeutico sto usufruendo, oltre le ferie, di congedo ministeriale al 50% e in numerosi mesi ho fatto ricorso ad attendibilità e permessi».
Ed è qui che entra in gioco il Comune di Torano Castello. Lo stesso che dal 2020 dispone di un Servizio di Trasporto Sociale, inizialmente messo a disposizione del piccolo per due giorni a settimana (poi ridotti a uno). La situazione è precipitata il 12 maggio 2025 quando, «dopo neanche 24 ore di distanza da un mio post su Facebook - ricorda Valentino Adimari sottolineando l'avvenimento anche nel suo esposto/denuncia - dove evidenziavo da ex Consigliere Comunale e da persona impegnata in politica delle perplessità su una delibera Comunale».
Galeotto fu il post. Perché il giorno appresso, Adimari ha ricevuto una notifica di sospensione immediata del servizio di Trasporto sociale. La motivazione addotta dal Comune riguardava la presunta carenza di un "seggiolino" all'interno dell'autovettura adibita al trasporto, nonostante «per ben due anni il trasporto fosse stato regolarmente garantito senza che nessuno obiettasse mai nulla rispetto al seggiolino». Coincidenza? Casualità? Non è finita qui. Perché il papà, allora, una volta avvertito telefonicamente il Responsabile del Servizio, aveva offerto la sua disponibilità a fornire a titolo gratuito il seggiolino carente. Ad oggi, aggiunge, «non ho avuto nessun riscontro al riguardo e persiste tutt'ora la sospensione del trasporto a mio figlio da parte del Comune». E da quel 12 maggio è trascorso quasi un mese.
La vicenda, quindi, è stata oggetto di un dettagliato esposto ai Carabinieri di Torano Castello, oltre che - lo dicevamo - al Garante Regionale dei Diritti delle Persone con Disabilità e al Ministero per le Disabilità, evidenziando quella che lui definisce «una vera e propria discriminazione nel rifiuto di assunzione di servizio a causa della disabilità che configura un comportamento inadeguato di una Istituzione Pubblica che non rispetta i diritti delle persone con disabilità e ne scaturisce una segregazione vista l'esclusione da attività a causa della disabilità». L'esposto cita, tra l'altro, l'articolo 21 del Trattato sull'Unione Europea, l'articolo 26 della Convenzione ONU 2006 e gli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione Italiana, affermando che l'azione intrapresa dal Comune «è in piena violazione» di tali normative.
In risposta alla segnalazione fatta da Adimari, è intervenuto il Ministero per le Disabilità che lo scorso 3 giugno ha inviato una PEC al Comune di Torano Castello, chiedendo di valutare «soluzioni idonee che permettano di assicurare la continuità dell'accesso alle cure riabilitative e favorire, così, il pieno rispetto dei diritti delle persone con disabilità». Pur riconoscendo l'esigenza di adeguare i mezzi di trasporto alle prescrizioni del Codice della Strada, il Ministero ha auspicato anche una rapida risoluzione della vicenda. Possibile che l'assenza di un seggiolino (tra l'altro facilmente reperibile e già messo a disposizione dallo stesso Adimari) possa aver compromesso il servizio, tanto da cessarlo?
Fatto sta che la sospensione del servizio persiste tuttora, lasciando il signor Adimari e suo figlio in una situazione di difficoltà. E questa è una storia davvero assurda!