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Questione Baker Hughes, i conti non tornano… anzi «quadrano tutti»

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CORIGLIANO-ROSSANO – «L'ennesimo annuncio del Presidente Occhiuto sulla vicenda Baker Hughes finalmente fa quadrare tutti i conti, e certifica che il Comune è stato l'unico ente a lavorare realmente per l'investimento. Ovviamente siamo felici per qualsiasi investimento per la Calabria. Prendiamo atto, però, che a Corigliano-Rossano gli investimenti si potevano fare solo dentro il Porto, occupandone un terzo e senza nessuna garanzia sulle restanti banchine. Non è stato possibile valutare lo spostamento di 50 metri, nemmeno parziale, nella zona industriale, pur proponendo infrastrutture praticamente dedicate ed il supporto totale del Comune». È quanto dichiara il sindaco Stasi, nelle premesse di una lettera aperta che – come ormai consuetudine – spara a zero su tutti. E nel giustificare o mettere in secondo piano quelle che sono state anche le sue “superficialità” nell’affrontare questa delicata e dirimente vicenda, dice altre cose su cui «bisogna fare chiarezza».

È ormai chiaro a tutti che sulla questione dell’investimento di Nuovo Pignone Baker Hughes nel porto di Corigliano-Rossano c’è ancora da far luce su numeri e circostanze che hanno portato l’azienda italo-americana a disinteressarsi dal metter in piedi il progetto industriale a bordo banchina. Perché la politica, che su tutto regna, non dice sempre la verità. E in questa circostanza non l’ha detta il sindaco, reo di aver cincischiato troppo; ma non l’ha detta nemmeno tutto il resto del circus politico locale, regionale e nazionale dal momento che addirittura un Ministro si scomoda per cazziare un sindaco (a cose fatte) se, però, che quello stesso Ministro facesse nulla per risolvere la faccenda.

 

Cosa dicono i numeri della ZES

Allora, se la verità sta nel mezzo, partiamo dai numeri. E sono i numeri della ZES che oggi ripartono dall’investimento di 26 milioni di euro che BH farà nel suo stabilimento di Vibo Valentia, annunciati ieri (non a caso, perché il 15 novembre è l’ultimo giorno per comunicare ad AE gli investimenti che si vogliono fare) dal presidente Occhiuto, ma che prima erano 60 da destinare al porto di Corigliano-Rossano ed erano ancorati (e non poteva essere altrimenti) al piano della Zona Economia Speciale 2023. Proprio la ZES23 che prevedeva un incentivo in credito di imposta del 60% sulla spesa. Pertanto sul progetto di Co-Ro 36 milioni ce li avrebbe messi lo Stato e 24 milioni l’azienda. Questo, però, solo se fossero rimaste in piedi le condizioni dell’autorizzazione unica rilasciata dall’Autorità Portuale. E quali sono i «conti» a cui fa riferimento Stasi?

I numeri della ZES sono mutati quando a gennaio 2024 il Governo Meloni ha deciso di cambiare le regole di questo strumento, che prima era limitato solo ad alcune aree di talune regioni meridionali con agevolazioni diversificate (Corigliano-Rossano rientrava nel ranch più alto) e che dall’inizio di quest’anno, con l’attivazione della Zona Economia Speciale unica, sono state spalmate su tutto il Mezzogiorno «con una percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile da ciascuno dei beneficiari pari al 17,6% dell’importo del credito richiesto» (questo è quello che dice Agenzia delle Entrate in un provvedimento del 22 luglio 2024). E qui si mostrano e si giustificano i numeri del nuovo investimento su Vibo Valentia dove l’azienda con sede a Firenze sposterebbe buona parte del suo capitale reale previsto per Corigliano-Rossano (circa 22 milioni) che con le nuove agevolazioni ZES arrivano appunto a 26 milioni di euro. Insomma, BH non muove nulla dal suo capitale da investire; cambia solo il finanziamento pubblico.

«Se l'assenza di procedura – continua a dire Stasi - denunciata dal Comune nove mesi fa, fosse funzionale a garantire maggiori fondi senza averne diritto, infatti, come ammesso da importanti esponenti istituzionali (il riferimento è al parlamentare di Fratelli d’Italia, Antoniozzi che aveva sollevato il vaso Pandora, ndr), oltre ad essere gravissimo, quadrerebbero come d'incanto anche le cifre degli effettivi investimenti privati e di quelli che dovevano essere importantissimi sostegni pubblici, sfumati non per il Comune di Corigliano-Rossano ma per la "fregatura unica del mezzogiorno" con la quale il Governo ha sostituito la ZES Calabria e che evidentemente non rientrava nei programmi».

 

Oltre ai conti il vero disinteresse all’investimento è stato di tutta la politica

Al netto dei conti, però, che sono sacrosanta prerogativa di un investitore che andrebbe solo ringraziato per lo sviluppo occupazionale e tecnologico che continuerà a produrre in Calabria, vengono fuori – dicevamo - tutte le incongruenze della politica. Il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, continua ad avere le sue grandi colpe, non tanto perché ha presentato il ricorso contro le procedure di rilascio dell’Autorizzazione Unica Zes (arrivato a febbraio 2024 su istanza ZES partita nel 2023 quindi rientrante nei benefici di quell’anno d’imposta) ma perché da ottobre 2023 fino al 28 giugno 2024 (giorno in cui è stato presentato il ricorso al Presidente della Repubblica), ha pensato più al muro contro muro con tutti (regione in primis) che non ad affrontare e risolvere una questione che avrebbe innescato un processo di sviluppo e nuova occupazione nel territorio. Stessa cosa, però, non hanno fatto nemmeno in Regione. Che in realtà si è di fatto disinteressata all’investimento quando ha visto che la partita elettorale di Corigliano-Rossano sarebbe stata persa.

Di fatto, sulla vicenda di Baker Hughes a Corigliano-Rossano è stato fatto un gran baccano da parte di tutti, persino del Governo, ma senza fatti concreti. Perché al netto dell’autorizzazione unica rilasciata dall’Autorità Portuale e del ricorso alla stessa fatta dal Comune, non sono seguiti altri atti ufficiali volti a concretizzare l’investimento. Da parte di nessuno. «Si chieda oggi – continua a scrivere sempre il primo cittadino - il permesso a costruire che non è mai stato chiesto, che il Comune può rilasciare senza problemi, e domani si apra il cantiere. Successivamente si ha tutto il tempo, con l'impegno delle istituzioni, di regolarizzare la procedura, anzi, di farla visto che non è stata mai fatta».

«Questo – aggiunge Stasi - è anche ciò che ho già scritto e che evidentemente dovrò ribadire al Ministero, al quale avevo inviato una missiva settimane orsono affinché intervenisse nella vicenda per salvare l'investimento, ma che al momento - anche alla luce della "casuale" notizia arrivata praticamente prima sulla stampa che al protocollo istituzionale, che rappresenta l'ennesima incredibile anomalia di questa vicenda - mi sembra intervenire più per provare a "mettere una pezza" rispetto a quanto ormai è emerso chiaramente anche in relazione alla nuova ZES. Il problema sono i soldi, non il Comune, e vedrò di renderne partecipe il ministero con dovizia di particolari».

 

Ma davvero i Governi regionali e nazionali hanno meno potere di un Sindaco?

E se così non fosse, e quindi se il problema non fossero i soldi fatti venire meno dal Governo Meloni al programma della ZES, e che  - dunque – il problema sia solo legato ad un ricorso (che alla fine è la presa di posizione di un sindaco che non per forza rappresenta il volere della collettività), ma davvero si può credere che un Governo regionale e nazionale non possano avere più autorevolezza e potere di un sindaco? Ma davvero se il solo e unico problema dell’Azienda fosse stato legato all’ostilità di Stasi non c’erano altri modi per far capire alla stessa Azienda che quella di Stasi, seppur sindaco, era solo una voce minoritaria nella comunità e nel territorio? La verità è che su questa vicenda sono stati sciorinati solo una valanga di comunicati stampa, carichi di accuse, sia da una parte che dall’altra, e neanche uno ad un certo punto, ha voluto trovare una soluzione. Perché nella vicenda BH a Corigliano-Rossano, alla luce di tutti i risvolti che sono venuti fuori dopo la lettera di disinteresse del management aziendale, nessuno può dirsi esente da colpe. Nessuno!

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.