Pesca Sardella, Ferrara (M5s): «Non si faccia campagna elettorale sulle spalle delle marinerie»
«Bisognerebbe ricordare che in Calabria il M5s ha avuto un ruolo determinante per la campagna di sperimentazione riguardante specie ittiche utilizzate per la "sardella/rosamarina". È a firma Laura Ferrara la proposta del 2019»
CORIGLIANO-ROSSANO - Dopo le recenti dichiarazioni della consigliera regionale, Pasqualina Straface, sulla pubblicazione della Manifestazione d'Interesse per la selezione di barche idonee alla realizzazione di una campagna annuale di pesca sperimentale alla Sardella, l'eurodeputata pentastellata, Laura Ferrara, è intervenuta richiamando l'attenzione sui veri sostenitori di tale sperimentazione: «A chi usa ciò per la propria personale campagna elettorale - afferma - bisognerebbe ricordare che in Calabria il M5S ha avuto un ruolo determinante per la campagna di sperimentazione riguardante specie ittiche utilizzate per la "sardella/rosamarina".
«Se per alcune forza politiche, infatti, le norme europee sono calate dall'alto e si devono subire supinamente, per altre, come il Movimento 5 stelle, gli interessi territoriali e le attività produttive si difendono con gli strumenti politico-istituzionali che si hanno a disposizione. È a firma Laura Ferrara la proposta del 2019 all'allora ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, di avviare ulteriori campagne di pesca sperimentale riguardanti anche il novellame di sardina (Sardina pilchardus) ed altre specie ittiche, ed oggi questo è possibile».
«Rileviamo, intanto, come sia tardiva la pubblicazione della manifestazione d'interesse da parte della Regione Calabria, negli altri anni avvenuta con molto più anticipo. La pesca sperimentale dovrebbe infatti svolgersi nel mese di aprile. Alla maggioranza in Regione e quindi a Straface chiediamo inoltre quali sono stati i risultati della pesca sperimentale a seguito dei bandi 2021 e 2022 e a che punto è l'elaborazione delle proposte di piano di gestione. Continueremo insistentemente a chiedere che i dati scientifici raccolti in questi anni vengano al più presto utilizzati per la redazione dei Piani di gestione nazionali. Solo così si potrà avviare un percorso che consentirebbe un modello di pesca sostenibile con ricadute positive sull'intero comparto, salvaguardando nel contempo produzioni tipiche e il Made in Italy nel rispetto delle norme, esigenza di conservazione e di gestione degli stock ittici nonché gli interessi dei pescatori. Questo sì che valorizzerebbe e tutelerebbe il ruolo della piccola pesca artigianale dei nostri territori», conclude.