13 ore fa:Mormanno inaugura una straordinaria 21^ edizione di Perciavutti
14 ore fa:La Diocesi di Rossano Cariati ha festeggiato i 30 anni del Progetto Policoro
8 ore fa:Morrone corsara, al “Città di Corigliano” solo delusione
9 ore fa:Rossanese, notte sempre più fonda: sesta sconfitta consecutiva e crisi senza fine
7 ore fa:Sicurezza nelle scuole, Bosco attacca: «Ingenti somme per i concerti e poi le scuole sono senza uscite d'emergenza»
15 ore fa:Al Vintage Café la memoria diventa denuncia con la mostra "Invisibili - Donne palestinesi raccontano"
10 ore fa:Lavoratori TIS di Crosia, l'opposizione: «Negata la stabilizzazione nonostante i fondi regionali disponibili»
16 ore fa:Schiavonea, tra i campi e le baracche: vite invisibili tra sfruttamento e ingiustizie
12 ore fa:Identità arbëreshe e diplomazia culturale nella due giorni organizzata dall’Ambasciata Albanese a Roma
11 ore fa:Aggressione in carcere a Castrovillari: due agenti feriti. Il Sappe lancia l’allarme sicurezza

Molinaro (Lega) firma la petizione Coldiretti "No fake in Italy" in difesa del cibo italiano

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - «Aderendo alla campagna, ho firmato la raccolta firme hashtag #'No fake in Italy' lanciata da Coldiretti per la proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola». Lo rende noto Pietro Molinaro presidente della Commissione Consiliare antindrangheta.

«Condivido in pieno l'iniziativa - precisa – e non vi è alcun dubbio che Coldiretti arriverà al milione di firme necessarie da presentare all'Unione europea per chiedere che l'etichetta con l'indicazione di origine della materia prima sia estesa a tutti i prodotti alimentari e a tutti i 27 Paesi della Ue. La priorità che Coldiretti ha individuato, è la revisione del Codice doganale che consente di spacciare come italiano cibo straniero, sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, come ad esempio, le patate vendute come italiane e l'olio di semi venduto come extravergine. Con la raccolta firme, nel segno della legalità, che è un obiettivo reale e non uno slogan, si punta anche a un'ulteriore stretta sulle pratiche commerciali sleali. Il massiccio ingresso di materia prima estera favorisce atteggiamenti scorretti anche in quei settori in cui c'è l'etichetta. La concorrenza sleale – conclude Molinaro - danneggia gli agricoltori europei: in gioco non c'è solo la tenuta del settore agricolo e delle filiere alimentari, ma anche la salute degli italiani e dei cittadini comunitari».   

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.