1 ora fa:Torna “Nos Petits Tours”: l’esperienza culturale che unisce territori, storia e comunità
16 ore fa:Corigliano-Rossano cambia pelle: BRT, pedonalizzazioni e una città che... vuole diventare città
16 ore fa:La Cooperativa Morgia tra gli sponsor della 30ª Maratona di Palermo
18 minuti fa:ArticoloVentuno chiede un simbolo per ricordare Papa Francesco in visita a Cassano
2 ore fa:Tutto pronto per "La Discepola": la Calabria bizantina torna a teatro con Santa Teodora
2 ore fa:Castrovillari, Fratelli d’Italia spinge per un centrodestra unito: «Il tempo degli esperimenti è finito»
15 ore fa:Parco Fabiana Luzzi: ripristinati la panchina e la scarpetta rossa
14 ore fa:Operazione Boreas, assolti Raffaele Meles e Natalino Chiarello
1 ora fa:Trebisacce senza presidi di emergenza: la vicenda del distaccamento dei Vigili del fuoco arriva in Consiglio regionale
3 ore fa:A Mormanno torna “Perciavutti”: tre giorni di vino, tradizioni e comunità nel cuore del Pollino

Molinaro (Lega) firma la petizione Coldiretti "No fake in Italy" in difesa del cibo italiano

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - «Aderendo alla campagna, ho firmato la raccolta firme hashtag #'No fake in Italy' lanciata da Coldiretti per la proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola». Lo rende noto Pietro Molinaro presidente della Commissione Consiliare antindrangheta.

«Condivido in pieno l'iniziativa - precisa – e non vi è alcun dubbio che Coldiretti arriverà al milione di firme necessarie da presentare all'Unione europea per chiedere che l'etichetta con l'indicazione di origine della materia prima sia estesa a tutti i prodotti alimentari e a tutti i 27 Paesi della Ue. La priorità che Coldiretti ha individuato, è la revisione del Codice doganale che consente di spacciare come italiano cibo straniero, sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, come ad esempio, le patate vendute come italiane e l'olio di semi venduto come extravergine. Con la raccolta firme, nel segno della legalità, che è un obiettivo reale e non uno slogan, si punta anche a un'ulteriore stretta sulle pratiche commerciali sleali. Il massiccio ingresso di materia prima estera favorisce atteggiamenti scorretti anche in quei settori in cui c'è l'etichetta. La concorrenza sleale – conclude Molinaro - danneggia gli agricoltori europei: in gioco non c'è solo la tenuta del settore agricolo e delle filiere alimentari, ma anche la salute degli italiani e dei cittadini comunitari».   

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.