Enel rifiuta il finanziamento per la centrale di Co-Ro e inizia il “J’accuse” della politica
Le reazioni dei sindacati e del mondo della politica dopo che il colosso dell’energia ha rinunciato al finanziamento che aveva ottenuto dalla Regione nell'ambito del Pnrr per produrre energia da fonti rinnovabili
CORIGLIANO-ROSSANO – Dopo la decisione di Enel di rifiutare il finanziamento da 15 milioni di euro che aveva ottenuto dalla Regione Calabria nell'ambito del Pnrr per produrre energia da fonti rinnovabili nella centrale di Corigliano-Rossano si è sollevato un vero e proprio polverone.
Dall’analisi di Ernesto Rapani (FdI), che accusa il sindaco della Città di aver mandato in fumo il progetto, alla pronta risposta di Flavio Stasi è un rincorrersi di comunicati che commentano la vicenda.
Raccogliamo qui di seguito le reazioni dei sindacati e del mondo della politica.
Il Movimento CoriglianoRossano Pulita: «Siamo esterrefatti ed estremamente preoccupati per quanto sta trapelando rispetto alla questione Enel. Apprendiamo infatti che il colosso energetico, il cui amministratore delegato è stato scelto dal governo meloniano, vorrebbe rinunciare al finanziamento pubblico di 14 milioni di euro per la realizzazione di una centrale ad idrogeno nel sito di Sant'Irene. Una violenza inaudita verso il territorio, un tradimento di tutto il lavoro e di tutto il percorso fatto da Enel stessa, dall'Amministrazione Comunale e dalla Regione Calabria per rilanciare in chiave totalmente sostenibile un sito con il quale la Spa ha occupato per decenni una delle più importanti porzioni del nostro territorio, separando ancora oggi le due aree cittadine. La motivazione già trapelata, che certamente sarà successivamente edulcorata con inutili tecnicismi, è che l'investimento non sarebbe redditizio. Si tratta di una sciocchezza senza precedenti, dal momento che tutto il precedente management, che certamente non era composto da asini ma da manager di tutto rispetto, avevano deciso di partecipare al bando della Regione Calabria ottenendo 14 milioni di euro del Pnrr, soldi pubblici destinati a Corigliano-Rossano e che devono restare a Corigliano-Rossano. In tutto questo la posizione del senatore Rapani, esponente proprio di Fratelli d'Italia quindi del Governo che sta operando questa scelta scellerata, è quella meno dignitosa: un indecoroso scaricabarile che denota superficialità e disinteresse, ma soprattutto che dimostra la totale, completa incapacità di incidere in qualsivoglia percorso politico rispetto ad un Governo che dopo aver tagliato quasi un miliardo di euro agli enti locali calabresi, sta tagliando – solo di fondi pubblici – 15 milioni di euro alla sua città. Ce lo ricordiamo bene quando tuonava contro i propri esponenti di partito, Dima e Caputo, in occasione della chiusura del tribunale, urlando più di una volta "se fossi stato io, avrei fatto questo e quello" ed invece, approdato comodamente in parlamento praticamente nominato dal proprio partito, è ormai diventato un turista prono ad accettare qualsiasi cosa, compresa questa assurda eventualità con chiare e precise responsabilità politiche. Rapani la smetta di fare il turista e difenda gli interessi della città come sta facendo il sindaco Stasi, che ha sempre anteposto il lavoro alle beghe ed ha già assunto una posizione che non lascia spazio ad interpretazioni: se non ci sarà un investimento complessivo serio, sostenibile e con risvolti occupazionali, si dovrà procedere alla immediata bonifica dell'area. Come movimento, non permetteremo che Enel tratti ancora una volta i calabresi ed i cittadini della Sibaritide come cittadini di serie B, per i quali non vale la pena investire e per i quali addirittura si può pensare di rinunciare a quasi 15 milioni di euro di investimenti pubblici su un sito sul quale ha speculato per decenni. Ci appelliamo a tutte le forze territoriali e regionali, sociali e politiche, affinché si uniscano all'Amministrazione Comunale di Corigliano-Rossano e non consentano ad Enel una scelta insostenibile. Il territorio merita rispetto e non escludiamo azioni eclatanti dirette a rivendicare l'attenzione che merita: il futuro del sito della ex centrale è troppo importante».
(articolo in aggiornamento)