La chiusura del punto di primo intervento di Cariati e i post del consigliere regionale Tavernise
Il dramma della sanità continua a consumarsi nei centri nevralgici (vedi Corigliano-Rossano) e nelle periferie dove si attendono risposte. Il rappresentante grillino: «Mi viene voglia di gettare la spugna»
CORIGLIANO-ROSSANO – «La sanità in Calabria è abbandonata a se stessa. Mi sento impotente. Non ci sono medici. Ho appena telefonato il commissario straordinario dell'Asp di Cosenza Antonello Graziano per trovare una soluzione immediata». Due post scuotono una calda domenica di fine luglio, che pure voleva vedere tanti cittadini della sibaritide concedersi un momento di relax dalle ultime vicende della politica nazionale.
A scrivere di prima mattina, domenica 24 luglio, sui suoi social, è il capogruppo del M5S in consiglio regionale Davide Tavernise, intervenuto per sollecitare tanto pubblicamente quanto privatamente, chi in questo momento riveste una posizione di garanzia per la salute di migliaia di cittadini. Il caso è dato da un servizio pubblico presso il punto di primo intervento dell'ospedale di Cariati al limite dell'interruzione e comunque gravato nella sua organizzazione. Carente di personale medico, il punto di primo intervento di Cariati, infatti, fino alle ore 20 di domenica 24 luglio è rimasto affidato al solo personale infermieristico. Un problema che potrebbe ripresentarsi anche in settimana, aggravando l'esplosiva situazione in cui già versa il pronto soccorso di Corigliano Rossano, sia per la mancanza di personale che per l'impennata dei ricorsi alle cure mediche assistite dettate dal covid.
Una domenica fitta di interlocuzioni, che si porta avanti, nei risultati, solo di pochi millimetri. Già perché mentre i cittadini lamentavano addirittura la mancanza della guardia medica, dopo qualche ora arriva il secondo post.
«Nonostante la domenica oggi mi sono piantato al telefono tutto il giorno per trovare un medico insieme all'Asp di Cosenza. Fino alle ore 20 il medico nel punto di primo intervento di Cariati non ci sarà. C'è la guardia medica in supporto, la centrale operativa ed elisoccorso sono stati allertati, c'è un'infermiera sul posto e anche due ambulanze attrezzate», continua Tavernise che poi chiude con una denuncia forte.
«Ma non c'è il medico perché in Calabria non ci sono medici, e chi c'è non vuole lavorare nei pronto soccorso – rimarca Tavernise. Come possiamo parlare di futuro della nostra Regione in queste condizioni? Oggi è uno di quei giorni dove veramente mi viene voglia di gettare la spugna. A volte sembra davvero che le cose non cambieranno mai. Forse sarebbe meglio andare al mare la domenica e spegnere il telefono, ma non ci riesco. I Calabresi devono avere un sussulto di orgoglio e dignità, questa situazione è un pò colpa di tutti noi. Con che faccia oggi si va a chiedere il voto in queste condizioni? Chiedo scusa per questa porcheria, chiedo scusa al mio territorio per questa vergogna!»
Una denuncia forte che si inserisce in un contesto, secondo quanto emergerebbe dai tavoli ministeriali, paradossale. Già perché la Calabria continua ad avere i livelli essenziali di assistenza sotto la sufficienza pur avendo avuto risorse economiche aggiuntive per centinaia di milioni di euro. Risorse, sembrerebbe, non spese e testimonianza, dunque, di una non corretta gestione per l'erogazione dei Lea.
fonte comunicato stampa