Nella Sibaritide «lo Stato dà la caccia alla sardella e non agli incendiari mafiosi»
Caracciolo (Co-Ro Futura): «Ora basta. Ancora attentati, quello ai Salesiani e poi ancora cantieri di lavoro che esplodono, auto incendiate di cui si è persa la conta, minacce alle farmacie. Non se ne può più»

CORIGLIANO-ROSSANO - «Ora basta. Di mafia si muore. Muoiono la comunità, il civismo, la libertà d'impresa. Ancora attentati, persino a coloro che dedicano la loro vita agli altri. Quello ai Salesiani è un vero salto di qualità. Non per estorcere danaro ma per impaurire, bloccare iniziative di crescita sociale, seminare odio».
È quanto scrive in una nota stampa Tonino Caracciolo, Presidente onorario di Corigliano-Rossano Futura che così continua: «E poi ancora cantieri di lavoro che esplodono, auto incendiate di cui si è persa la conta, minacce alle farmacie. Non se ne può più e si prova disagio perfino a scriverne perché il dubbio che non serva a nulla ci assale. Perché non si vede uno spiraglio di luce e neppure un barlume di ribellione e rivolta morale».
«Cosa ben più grave dell'assenza dello Stato che dà la caccia alla sardella e non agli incendiari mafiosi. Che chiude il tribunale e non dà uomini e mezzi alle forze dell'ordine. Ecco perché, diciamolo sinceramente, ci assale la sfiducia e lo scoramento. Non basta più gridare no alla mafia. Chi sa parli e denunci e lo stato, volutamente con la s minuscola, la smetta di fare il convitato di pietra» conclude.