Tribunale a Co-Ro: c'è poco tempo ma «finalmente» la certezza di una classe politica compatta
Il messaggio forte e chiaro scaturito dal meeting promosso da Fratelli d'Italia che ha visto tutte fazioni politiche riunirsi per un fine comune: la riapertura del presidio giudiziario
CORIGLIANO-ROSSANO – "Uniti per il Tribunale. Diamo giustizia al territorio" è stato il tema dell’incontro organizzato da Fratelli d’Italia di Corigliano-Rossano e tenutosi ieri pomeriggio nella Sala dei Salesiani di via Provinciale a Corigliano scalo.
Presenti - oltre ai relatori Ernesto Rapani, componente dell’esecutivo nazionale di FdI, Giuseppe Graziano, consigliere regionale-capogruppo UdC, Pasqualina Straface consigliere regionale FI, Luciana De Francesco presidente commissione affari istituzionali Regione Calabria FdI - anche il sindaco di Co-Ro Flavio Stasi, l’onorevole Francesco Sapia di Alternativa, Adele Olivo, assessore provinciale, Giovanni Dima componente dell’assemblea nazionale FdI.
L’incontro è stato aperto da Gioacchino Campolo, dirigente provinciale del partito dei meloniani, che ha posto un inciso su come sia opportuno nella vertenza giustizia portare avanti una battaglia con coesione e coerenza da parte di tutte le forze politiche. Lo ha fatto richiamando all’unità, in nome del bene della comunità.
Tra i primi a prendere la parola è stato Flavio Stasi, confermando il suo impegno nella lotta alla riapertura del tribunale come una questione profondamente legata al territorio, confermando apertura a tutte le forze politiche per portare a buon fine la annosa questione del presidio giudiziario.
Una posizione, quella del primo cittadino, sulla quale è ritornato subito Angelo Brutto, coordinatore provinciale di FdI, mettendo in chiaro che «la questione Tribunale a Co-Ro, non è territoriale, ma riguarda tutta la Calabria. Il nostro partito - ha detto - è in prima linea, in ogni ordine e grado, per lottare e riavere un presidio giudiziario nell’alto Jonio calabrese».
Poi è stata la volta di Giuseppe Graziano, redattore e primo firmatario della proposta di Legge di modifica normativa della Riforma della geografia giudiziaria, approvata nelle settimane scorse in Consiglio regionale (ne abbiamo parlato qui). Il capogruppo UdC a palazzo Campanella nel corso del suo intervento ha evidenziato due aspetti politici: il primo legato all'opportunità che l'arco parlamentare calabrese faccia fronte comune nel portare avanti la legge di modifica normativa approvata dalla Regione Calabria e già incardinata in commissione Giustizia; l'altro, consequenziale, legato ai tempi. «Il Parlamento - ha ricordato Graziano - a breve finirà la sua attività legislativa. Siamo quasi a scadenza di mandato, abbiamo tempo fino a gennaio per portare l’istanza di riapertura almeno in una delle due camere. Questo sarebbe già un enorme risultato che creerebbe un precedente».
Graziano sottolinea anche il coordinamento con la parlamentare calabrese Elisa Scutellà, componente della Commissione parlamentare Giustizia, sulla questione, in prima linea a Roma per la riapertura del presidio giudiziario.
E proprio l'importanza della "filiera istituzionale" che va dal territorio interessato fino alle massime rappresentanze in Italia, è un aspetto essenziale che hanno sottolineato sia il deputato Ciccio Sapia (Alt), che la presidente della Commissione regionale Affari istituzionali, Luciana De Francesco. Così come lo ha puntualizzato Pasqualina Straface, fortemente fomentata dal suo, mai venuto a mancare, attaccamento al territorio dell’area urbana. «Niente può essere efficace se non un’azione politica comune. Per dare dignità alla terza città della Calabria – afferma la Straface – scippata e defraudata. Dobbiamo rialzare la testa». Idee chiare, che abbracciano tutti i settori della comunità: giustizia, sanità, ambiente e infrastrutture.
Amerigo Minnicelli, instancabile promotore della fusione attraverso “Cento Associazioni”, in pochi secondi esprime forse preoccupazione sulla questione: «Come possiamo chiedere un presidio giudiziario se ancora non è stata individuata dal comune neanche la sede?»
Ed è su questo punto che Ernesto Rapani esordisce nel dibattito: «Quale sarà l’iter per riavere il tribunale se ancora l’amministrazione non ha individuato un’infrastruttura in cui collocarlo? Saremo pacati, ma presenti, perché la battaglia è per la legalità sul territorio e in tutta la regione. Chiederemo delibere in consiglio comunale, provinciale e regionale, in cui le giunte prendano l’impegno, agli atti, che il tribunale ci sarà».
Un vero e proprio "ruggito" quello di Rapani, che per la prima volta, quasi come un inedito della politica locale, ha lanciato un appello a tutti i cittadini del territorio affinché comprendano, ancora oggi nonostante siano trascorsi 10 anni dalla soppressione del presidio di giustizia, l'importanza di far fronte comune: «La gente - questo l'accorato appello di Rapani - ha bisogno di parlare. Non può essere allontanata dalla politica, perché la politica nasce per il bene comune. Mettiamo da parte le polemiche nostrane – rivolgendosi ai sindaci dei comuni limitrofi – perché un presidio giudiziario è necessario non solo per Co-Ro, ma per tutta la vasta area dell’alto Jonio calabrese. Questo - ha concluso - non vuol dire che staremo fermi, tutt’altro. Il tempo è poco e dobbiamo fare tanto. Noi continuiamo ad esserci».
Un partito molto compatto quello di Fratelli d’Italia, quasi un ariete che a furia di colpire, sfonda porte che sembrano inaccessibili, ai più.