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Crisi politica a Longobucco, Pirillo prende tempo… e si dimette

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LONGOBUCCO – A Longobucco si sta consumando un vero e proprio gioco di strategie all’interno di quella crisi politica divampata qualche giorno fa. Prima l’ammutinamento di 3 consiglieri di maggioranza (Pellegrino, Romano e Falcone), poi l’entrata in scena dell’opposizione che ieri mattina ha protocollato la richiesta di un Consiglio comunale urgente per formalizzare la sfiducia sui banchi della pubblica assise; infine il colpo di scena del sindaco Pirillo che nella serata di ieri, con un videomessaggio telegrafico ma carico di tantissimi messaggi, ha annunciato le sue dimissioni.

Sembrerebbe la scena di un delitto consumatosi velocemente. Eppure tutto passa ancora tra i tempi dettati dalle norme. Pirillo si dimette perché consapevole di non avere i numeri? Quasi sicuramente non è così. Anzi, potrebbe essere un modo quello del primo cittadino per prendere tempo e cercare di ricompattare le fila. La legge, infatti, prevede che un sindaco dimissionario abbia 20 giorni di tempo per ripensare alla propria scelta. Mentre, a norma dell’art. 39, comma 2, del TUEL (decreto legislativo n. 267/2000), la richiesta di convocazione di un consiglio comunale avanzata da un quinto dei consiglieri (nel caso di Longobucco la sola opposizione rappresenta più di un quinto) deve essere esaudita nell’arco di 20 giorni.

Cosa succede ora? Di fatto, con le dimissioni del sindaco decadrebbe anche la richiesta di convocazione avanzata dalla minoranza di portare in Assise la sfiducia al primo cittadino (essendosi autosospeso, Pirillo non è più ufficialmente in carica). Ma a conti fatti il sindaco dimissionario da oggi non ha più 20 bensì 40 giorni per ricucire le fila della sua maggioranza (20 giorni per ripensarci e altri 20 giorni dal giorno fatidico della sua decisione finale se seguita da un eventuale e rinnovato atto di sfiducia da parte dei consiglieri di opposizione e/o di quelli ammutinati).  

Ma è solo un’ipotesi perché ora tutto dipenderà dalla chiave di lettura che il vicesindaco in carica (Mario La Pietra) ed il Segretario comunale vorranno dare alla richiesta di convocazione avanzata dalle opposizioni. Tra le righe della richiesta del gruppo Longobucco Arcobaleno si parla di «mozione di sfiducia del sindaco (oggi dimissionario) e della giunta comunale (che rimane ancora in carica e sotto la guida proprio del vicesindaco)». Quindi, parte dell’istanza potrebbe essere ancora in piedi. Ma tutto dipenderà dall’interpretazione della legge. Roba da amministrativisti!

Certo è che Pirillo in questo tempo che è riuscito a ritagliarsi dovrà giocare di ulteriore strategia se vorrà portare a termine il suo mandato che – ricordiamo – sarà in scadenza nella primavera 2022. Ci sarà da “convincere” almeno uno dei tre consiglieri di maggioranza ammutinati per chiudere la crisi e avvicendarsi verso serenamente verso la fine del mandato.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.