Commissione Statuto Corigliano-Rossano: «Gravi mancanze sui livelli di partecipazione»
Continua a tenere banco la questione dello Statuto della città di Corigliano-Rossano. Oggi è intervenuto l'osservatorio permanente sulla Fusione
CORIGLIANO-ROSSANO- «L'elaborazione della proposta di Statuto deve avere un obiettivo valoriale: fare cultura, irrobustire la partecipazione, costruire forme di autogoverno dei cittadini. Ad oggi questo non è avvenuto. Dopo un primo passaggio di ascolto, non solo si registra un modo di fare del tutto burocratico ma, per alcuni versi, inconcludente. Tutto ciò accade perché si è partiti "lancia in resta" senza una base formativa e di studio». È quanto affermano il Presidente dell’Osservatorio permanente sulla gestione e gli effetti della Fusione Vincenzo Figoli e il responsabile del gruppo di lavoro per lo Statuto Sandro Fullone. «È stato proposto uno schema del tutto estraneo alla realtà storica della Città sovrapposto ad ogni regola che precede alla costruzione di uno Statuto. Più che un limite di impostazione registriamo un deficit di visione strategica. Si può costruire uno Statuto senza delle premesse, non solo di metodo, ma soprattutto di principi senza immaginare un modello di governo che non è la sommatoria di due Comuni estinti e senza conoscere appieno la normativa? Senza avere decodificato quali sono i poteri e le funzioni dell'Ente locale, aver delineato un indice generale, senza l'indicazione degli articoli conseguenti si induce la Commissione a lavorare per approssimazione. Mancano le premesse tecnico-giuridiche che di volta in volta condizionano la strutturazione dei titoli e dei conseguenti articoli.Manca una analisi su tutta la partita che riguarda la democrazia, il decentramento, la cittadinanza attiva, la trasparenza. Così come manca lo strumento del Municipio e degli altri istituti. Non si assume il suo policentrismo che ha caratteristiche storiche, demografiche, sociali ed economiche forse uniche nel panorama regionale».
Secondo i due rappresentanti dell’organismo di controllo e monitoraggio sull’andamento della fusione «Serve un processo di ribaltamento della logica nel rapporto istituzionale e la Comunità amministrata. Lo Statuto deve formalizzare "UN PATTO DI CITTADINANZA E UNA MODERNIZZAZIONE DELL'ENTE LOCALE. La partecipazione popolare non è una concessione ma è l'esigenza di rendere effettivo l'articolo 1 della nostra Costituzione "LA SOVRANITÀ APPARTIENE AL POPOLO CHE LA ESERCITA NELLE FORME E NEI LIMITI DELLA COSTITUZIONE" (nonchè l'articolo 8, co. 1, del TUEL). È da qui che bisogna partire per capire di quale decentramento c'è bisogno.Successivamente a queste prime considerazioni si rende necessario soffermarsi con maggiore considerazione sul come, anche attraverso l'ausilio dello Statuto, disegniamo il futuro della Città. Questa dimensione territoriale intesa come governo allargato e partecipato che assume particolare rilevanza in relazione ai nuovi bisogni legati alla crescita della complessità sociale e allo spostamento dal centro alle autonomie territoriali (capoluogo, municipio, frazioni). In particolare il Municipio ha una specifica peculiarità, esso va tenuto distinto dal decentramento e rappresenta una soluzione istituzionale de facto (basta decodificare gli articoli 15, co. 2 e 4, e 16 del TUEL). Se il ragionamento culturale e politico di cui sopra è condiviso bisogna fare di conseguenza in via prioritaria delle scelte politiche, successivamente si entrerà nel merito della costruzione degli articoli e ragionando, a prescindere, si possono trovare, anche e soprattutto con il concorso necessario dei cittadini e delle Associazioni che li rappresentano, trovare delle ottime soluzioni che andranno a beneficio sia della polis che dei governanti».
L’Osservatorio auspica un cambio decisivo di rotta. La Presidente della Commissione Statuto Maria Salimbeni colga l'occasione favorevole per contribuire a dare un “anima" all'identità del nuovo cittadino corissanese valorizzando tutti i contributi finora pervenutole da cittadini, associazioni, ordini professionali e dal mondo della scuola. Il delegato alla Fusione Claudio Malavolta assuma finalmente in toto il suo ruolo non abdicando a priori, per interessi di equilibri partitici, alla costruzione dello Statuto e del nuovo cittadino, e respinga con forza il tentativo di una gestione campanilista della nuova Città, che spesso prevale tra gli stessi membri della maggioranza, che i cittadini con il Referendum del 22.10.2017 hanno consegnato ai libri di storia.