Tutto secondo le previsioni: il Pd commissaria il partito calabrese. La decisione è stata presa durante la riunione nella sede nazionale del Nazareno, che è ancora in corso. La delegazione dem regionale – composta dai segretari provinciali, dai parlamentari e dai consiglieri regionali – ha preso atto della volontà del partito di inviare un commissario in Calabria per avviare una nuova fase congressuale che, tuttavia, non si concluderà il prossimo 3 marzo, in concomitanza con le primarie nazionali. Per il Pd romano, evidentemente, l’arrivo di un “papa nero” è l’unica soluzione per mettere ordine in un partito lacerato dalle divisioni. È stato il presidente
Matteo Orfini a imporre la decisione, con parole che non hanno lasciato spazio alle trattative. "Il partito calabrese non ha concluso le procedure congressuali, e secondo le regole dello statuto deve essere commissariato". Detto, fatto. "La questione calabrese – ha detto ancora Orfini – non si può affrontare in maniera burocratica. Sono stato io a impedire che venissero commissariate Campania, Molise e Calabria e vincolare i congressi a quello nazionale. In Calabria, però, non ci sono più i tempi tecnici per svolgere il congresso. Il partito ha bisogno di un punto di riferimento che lo traghetti verso il congresso, che si deve fare, anche perché ad oggi arriveremmo terzi alla Regionali, pur avendo fatto cose importanti, ma questo è il dato. La lettera dei circoli? L’ho letta, ma forse dovremmo confrontare il numero dei circoli calabresi con quello dei banchetti che si sarebbero dovuti organizzare il 12 gennaio: meglio stendere un velo pietoso".
PD, NON ACCOLTE LE RICHIESTE DEI 180 SEGRETARI DI CIRCOLO
Orfini, tra l’altro, ha anche proposto alla delegazione calabrese la stesura di un documento congiunto, in cui sarebbero stati sottolineati anche i meriti dell’amministrazione Oliverio. Quest’idea, però, non è stata condivisa dalla totalità dei dem calabresi. Il nome del nuovo commissario del Pd regionale, tuttavia, non c’è ancora: sarà comunicato entro questa sera. "Perché il partito – ha detto Orfini – non può rimanere acefalo neanche per una settimana". Non accolte, dunque, le richieste dei 180 segretari di circolo che si erano opposti con forza all’ipotesi del commissariamento. A favore della celebrazione del congresso era, tra gli altri, anche il presidente del consiglio regionale,
Nicola Irto. Il consigliere regionale
Giuseppe Aieta ha chiesto un congresso "all’insegna dell’unità, con un personaggio autorevole da individuare". Nettamente contrario al commissariamento anche il capogruppo alla Regione,
Sebi Romeo, al pari della deputata
Enza Bruno Bossio e del consigliere
Michele Mirabello. Orfini ha però optato per il commissariamento.