di FRANCO MAURELLA Cominciano a farsi sentire, ormai da tempo, gli effetti deleteri della riconversione degli ospedali per acuti di
Trebisacce, ancor più che di quello di
Cariati, sull’assistenza sanitaria della
Sibaritide. A patirne maggiormente gli effetti, oltre naturalmente ai cittadini, prime vittime di un sistema sanitario regionale unanimemente riconosciuto carente se non addirittura fallimentare, proprio gli
ospedali Spoke di Rossano e Corigliano che, erroneamente, pensavano ad un rafforzamento sanitario derivante proprio dalla chiusura di Trebisacce e Cariati. Difficoltà che derivano, evidentemente, non solo perché mancano, come denunciato di recente da un reportage giornalistico, letti, lenzuola, cotone idrofilo e farmaci, ma perché gli ospedali spoke con i pochi posti letto a disposizione, non riescono a garantire assistenza sanitaria agli assistiti che, spesso, finiscono in ospedali della Regione, lontani dalle loro residenza, con comprensibili disagi per i pazienti e le famiglie. Il rientro dal debito sanitario, avviato con metodo ragionieristico, evidentemente non ha pagato. Carlo Guccione, oggi consigliere regionale, in una convention politica per le elezioni regionali a Trebisacce, così sentenziò: “Aver chiuso gli ospedali di frontiera di Trebisacce e Praia a Mare ha provocato un grave danno alle popolazioni dell’Alto Jonio ma è stato anche un grave errore strategico in danno di tutta la Calabria perché ha finito per aumentare, piuttosto che ridurre, la migrazione sanitaria verso le regioni limitrofe facendo lievitare, in soli 3 anni, la spesa passiva da 240 a 280 milioni di euro”. “Con la stessa somma – aggiunse Guccione - si potevano tenere aperti i due ospedali, salvare qualche vita umana e creare meno disagi alle popolazioni”. “Il nuovo governo regionale - concluse il consigliere regionale del Pd – deve rifare subito il Piano sanitario e riequilibrare la rete ospedaliera, non attraverso decreti unilaterali, ma attraverso la concertazione con i territori, come Mario Oliverio ha impostato il suo progetto politico”. Ed Oliverio, da candidato alla presidenza della Regione, sostenne che “andava realizzata una nuova rete ospedaliera con il recupero dell’ospedale di Trebisacce”. Ora, al di là di quelle prese di posizione che possono apparire semplici promesse elettorali, vi è un’altra considerazione, questa volta tutt’altro che in politichese, che meriterebbe attenzione per l’aspetto giuridico che esplicita una sentenza. Il riferimento, sin troppo scontato, è alla sentenza del Consiglio di Stato che, accogliendo il ricorso del comune di Trebisacce, annulla il provvedimento con cui Scopelliti con il suo Piano di rientro dal debito sanitario, smantella l’ospedale “Guido Chidichimo”. Nonostante ciò, si ciurla nel manico, ovvero si ignora la sentenza. Alla luce di ciò, possono ancora i cittadini dell’Alto Jonio credere nella giustizia? Possono ancora credere che le sentenze della Magistratura vanno applicate e rispettate? Va ricordato anche che contestualmente alla sentenza, i Giudici della Suprema Corte intimano alla Regione Calabria ed al commissario Scura di restituire all’Alto Jonio l’ospedale di Trebisacce così com’era prima della semplicistica decisione di Scopelliti di chiuderlo per rientrare dal debito. Fino a qualche giorno fa, la sentenza veniva persino derisa nel momento in cui il commissario Massimo Scura, con malcelata arroganza, evidenzia che i Giudici non aprono o chiudono gli ospedali. È come dire che i magistrati non mandano in galera i ladri. È per questo che vorremmo che la frase di Magorno, pronunciata a Trebisacce in campagna elettorale regionale (La nostra Regione, quella di una sanità smantellata, deve ripartire dalla legalità), venisse rispolverata per essere applicata a partire dalla sentenza del Consiglio di Stato e dalle legittime aspirazioni dei cittadini dell’Alto Jonio e della Sibaritide di aspirare ad una sanità migliore. L’ultima novità riguarda Scura ed Urbani che parrebbero, oseremmo dire finalmente, sotto esame. Fra qualche settimana, Commissario e sub Commissario saranno chiamati a rispondere al ministro Lorenzin sulle azioni intraprese: dal riassetto della rete ospedaliera, alla luce dei 660 posti letto virtuali ma non reali, alla questione ospedali di Trebisacce e Praia, secondo sentenza del Consiglio di Stato. Il tavolo di verifica è atteso con ansia da tanti.