Un detox digitale che spazzi via la routine, l'unico obiettivo? Essere realmente in vacanza
Tra giugno e settembre può permettersi di andare in vacanza soltanto un italiano su due ma anche chi parte fa sempre più fatica a staccare davvero la spina. Questo genera disagio e tristezza. Come uscire da questo status?
Secondo l’Osservatorio del Turismo di Confcommercio in collaborazione con Swg tra i mesi di giugno e settembre può permettersi di andare in vacanza soltanto un italiano su due. Si legge, infatti, nella sul portale di Confommercio: A fronte di un incremento medio dei costi dei servizi prettamente turistici nell’ordine del 12% rispetto allo scorso anno – con punte più alte sui trasporti, dove il 28% degli intervistati riscontra aumenti superiori al 30% - gli intervistati dichiarano mediamente di mettere a disposizione, per le vacanze tra giugno e settembre, un budget di circa 1.130 euro ciascuno, il 10% in più dello scorso anno: 920 euro per le partenze in agosto, 560 a giugno e 700 per quelle tanto di luglio quanto di settembre. Nel raffronto con l’estate 2022 incoraggia quel 6% di intervistati che, non avendone fatte l’estate scorsa, torna a pianificare una vacanza, seppure breve, nell’estate 2023. Ne consegue che, per non ridurre né il numero delle partenze né la lunghezza dei soggiorni, un italiano su 2 dichiara che limiterà le spese extra in loco e uno su 3 rinuncerà ad attività a pagamento a destinazione. Anche chi decide di partire, si legge da Maura Gancitano e Andrea Colamedici su tlon.it, fa sempre più fatica a staccare davvero la spina, a cambiare abitudini e a sentirsi altrove, pur trovandosi a centinaia o addirittura migliaia di chilometri da casa. E così, durante e dopo, le vacanze lasciano addosso sempre più un senso di insoddisfazione, come se non riuscissimo davvero a viverle pienamente. Come riscoprirne, allora, il senso profondo? La vacanza, innanzitutto, è un periodo di interruzione dal lavoro e dalla vita quotidiana in cui si compie un viaggio. È il tempo dell'interruzione necessaria, della disconnessione dal lavoro, dalla routine e dalla vita ordinaria. "Vacanza", infatti, viene dal latino vacans, che indica l'essere vacante, vuoto, libero, senza impegni e occupazioni. Oggi facciamo sempre più fatica a liberare davvero il tempo e a non sentire il fiato sul collo della vita ordinaria. Non siamo davvero in vacanza se incombono le mail e le notifiche sul cellulare, e se continuiamo a seguire le solite vite altrui sui social. È come se controllassimo la cassetta della posta di casa ogni giorno, come se un enorme elastico ci tirasse costantemente indietro verso la vita ordinaria. Viviamo un obbligo alla familiarità che ci maldispone verso le novità. Il nostro ambiente cognitivo rimane sempre lo stesso: a cambiare è soltanto lo sfondo su cui si staglia. Questo provoca un'insoddisfazione diffusa in chi sente di non riuscire davvero a viaggiare, che genera disagio e tristezza. Oggi, allora, dobbiamo pensare a delle vacanze che siano anche interruzioni della vita online, dagli innumerevoli ma identici stimoli che riceviamo ogni giorno. Un detox digitale che elimini i campanelli ordinari e ci apra realmente verso l'altrove che ci aspetta. Così da scoprire e capire quelle parti di noi che solo andando oltre la routine, solo staccando le spine fisiche e digitali possono, finalmente, manifestarsi e realizzarsi.