Identità o copia-incolla? Che sforzo ignorarci!
di MAGRITTE
Fa più eco un evento di qualità o il circo dell’ovvietà? Merita più attenzione un’inchiesta giornalistica che zooma su ciò che non si vede o l’autocommiserazione teatrale rispetto ad un fallimento condiviso? Tira di più il gossip da salotto nobiliare decaduto o il reportage da strada o da cantina? Apre di più gli occhi una foto scattata dal buco di una serratura o la fotogallery di un picnic? Fa più audience Report della Gabanelli, Presa Diretta di Iacona o uno dei tanti programmi spazzatura di cui è ricca (e povera!) la nostra tv? L’opinione pubblica è un monstrum col quale, da Locke a Constant, da Tocqueville ad Habermas, dobbiamo continuare a confrontarci. Senza soluzioni. Nel frattempo, preferendo comunque il suk al sofà e l’identità al copia-incolla, apriamo dibattiti. C’è chi si scandalizza, chi ritorna a studiare, chi diventa insofferente, chi ricorre alla medicina e chi corre a piangere da papà. In ogni caso il feedback c’è. Soprattutto in quelli che si sforzano di ignorarci.