«Oggi ci diamo un obiettivo. L'obiettivo è quello di aprire un nuovo Tribunale. Ed è questo che oggi, attraverso questo Consiglio comunale, deleghiamo alla deputazione parlamentare del territorio. Il governo non può ignorare un dato inconfutabile che è l'esistenza di una città di 80mila abitanti, la più grande della provincia e all'interno di un territorio che va da Rocca Imperiale fino a Cariati, pieno di una serie di segmenti della nostra società che hanno bisogno di giustizia. Il governo centrale non può ignorare questa rivendicazione né può ritenerla chiusa». Sono, queste, le parole ed il messaggio del
sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi che hanno fatto da chiosa ai lavori del Consiglio comunale monotematico, dedicato all'ormai annosa vicenda della soppressione di quello che un tempo era il Tribunale di Rossano, aperto al territorio e ai rappresentanti istituzionali. Un vivace dibattito, coordinato dalla presidente del Consiglio comunale
Marinella Grillo, consumatosi all'aperto, all'ombra dell'allora palazzo di giustizia, che ha coinvolto i consiglieri comunali, alcuni sindaci del territorio (meno di un terzo di quelli rappresentanti i comuni dell'ex circoscrizione giudiziaria), i rappresentanti delle associazioni forensi e civiche. Non c'erano le personalità attese. Mancava il
procuratore Antimafia Nicola Gratteri, impegnato - come del resto era risaputo da tempo - con l'inizio dei lavori del maxi processo Rinascita Scott; non c'erano - ad eccezione del deputato
Francesco Forciniti- tutti gli altri parlamentari del territorio. Certo, probabilmente con una maggiore collegialità e con una concertazione diversa, si sarebbe riusciti ad avere più rappresentanti istituzionali con cui confrontarsi, magari posticipando l'assise ad altra data. Ma non è e non sarà il Consiglio comunale di stamani la chiave di volta per l'apertura (o riapertura) di un tribunale sul territorio. Con oggi, infatti, inizia solo un percorso, come ha ricordato lo stesso Primo cittadino durante il suo intervento, che però dovrà vedere più protagonisti sul suo cammino. E proprio il sindaco nel suo intervento ha fatto leva su un distinguo: «Qui non stiamo parlando più di tribunali da salvare, nemmeno di geografia giudiziaria, da oggi la discussione si sposta su un nuovo asse che è quello di garantire ad una grande città un presidio che gli spetta di diritto. Non c'è molto da parlare o da scervellarsi - ha precisato Stasi - per far quadrare i conti. C'è da prendere atto della nascita di una nuova e grande città che ha bisogno fisiologico di un tribunale». E poi una ulteriore precisazione che chiama in causa direttamente il governatore della Calabria: «L'affermazione del diritto alla giustizia nel territorio della Sibaritide - ha sottolineato Stasi - non può essere una preoccupazione solo dei sindaci e della deputazione parlamentare. Deve essere una preoccupazione della Regione Calabria e del presidente Jole Santelli. Che conosce bene le potenzialità di questa città e del suo territorio. Ecco perché la questione del presidio di giustizia della costa ionica cosentina non è solo una questione locale ma una questione regionale». Insomma, un grattacapo per la Regione ma anche per il governo. Già perché lo strumento delle fusioni è stato voluto dal governo centrale che le ha volute e incentivate. «Noi abbiamo fatto una fusione difficile - ha ricordato Stasi a chiusura del suo intervento - ma ora è giusto che non si creino vuoti. Noi abbiamo affrontare il coraggio di fondere due grandi realtà, ora il governo deve fare la sua parte e riconoscere tutti i diritti che spettano a realtà urbane così grandi e complesse».
mar.lef.