Giustizia, sindaci dello Jonio a Roma per protesta il prossimo giovedì
"Stiamo assistendo impotenti ad uno scempio, perpetrato scientificamente a danno di una intera comunità"
Raccogliendo la proposta avanzata dal sindaco di Cariati Filomena Greco durante il consiglio comunale monotematico sulla garanzia del diritto alla giustizia e per un tribunale della Sibaritide svoltosi nei giorni scorsi a Corigliano-Rossano, sono già 30 i sindaci pronti a mobilitarsi e a protestare a Roma, giovedì 17 settembre. "Chiedo a tutti i colleghi – così il Primo Cittadino aveva concluso il suo applauditissimo intervento – di venire con me il 17 settembre a Roma, in occasione della Giornata Mondiale della sicurezza del Paziente, istituita con l’obiettivo generale di migliorare la comprensione globale della sicurezza dei pazienti, aumentare l'impegno pubblico nella sicurezza dell'assistenza sanitaria. Facciamo insieme un sit in muto ed in sicurezza davanti Palazzo Chigi: ci alzeremo solo quando ci daranno risposte concrete per la vivibilità e la sicurezza del nostro territorio. Penso – aggiunge la Greco, esprimendo soddisfazione per l’adesione diffusa che sta giungendo da tutta la provincia e dall’itera regione – che sia venuto il momento di affrontare uniti una battaglia di civiltà che non può più essere rinviata. I nostri territori stanno morendo per mancanza, di infrastrutture, giustizia e sanità. La preoccupazione di un riacuirsi del Coronavirus sta iniziando nuovamente a gettare nel panico tutti noi cittadini di questa Regione ma soprattutto coloro che, purtroppo, stanno vivendo sulla loro pelle malattie gravi che hanno necessità di cure continue e di terapie lunghe e non rinviabili. Stiamo assistendo impotenti ad uno scempio, perpetrato scientificamente a danno di una intera comunità: chiusura di ospedali o di interi reparti per carenza di personale medico e paramedico, nessuna programmazione, aumento della emigrazione sanitaria, carenza strutturale delle strutture ospedaliere per carenza di manutenzione, disinteresse delle richieste e delle strazianti urla di dolore provenienti da sindaci, associazioni e singoli cittadini. Qualsiasi richiesta fatta rimane inascoltata e nulla sembra smuovere questo stato di coma in cui stiamo vivendo. Nessuno spiraglio sembra aprirsi nonostante le numerose richieste, anche di un semplice incontro, rimaste tutte prive di qualsiasi risposta da parte di commissari, direttori sanitari, presidente di regione, ministro. Non so – scandisce – come noi primi cittadini possiamo continuare a non fare nulla se non a scrivere inutili lettere e o fare oramai comunicati stereotipati, continuando ad essere bersaglio di ingiurie e sentendosi inutili nel non dare risposte.NON POSSONO PIÙ ESISTERE CITTADINI DI SERIE A E CITTADINI DI SERIE B
Ripropongo quindi quanto da me proposto tanto tempo fa e rimasto, purtroppo, inascoltato: è inutile bloccare strade che, dopo questo breve periodo estivo, torneranno ad essere percorse da quei pochi eroi, folli, che continuano a voler vivere in Calabria; è inutile bloccare treni, oramai quasi inesistenti sulle nostre tratte; ed è inutile incatenarsi da soli alla porte di qualche inutile ente che nessuna risposta potrà e soprattutto vorrà darci.
Io sono stanca – va avanti – di fare le battaglie contro i mulino a vento ed a vestire i panni del politically correct, sono stanca di vedere me ed i miei concittadini umiliati pedissequamente in tutti i loro diritti: nessuna mobilità, nessuna sanità, nessuna giustizia! Mettiamoci la fascia e partiamo tutti uniti per Roma. Rimaniamo lì, impassibili, sole o pioggia a farci compagnia, seduti per terra in Piazza Montecitorio fino a quando qualcuno non si accorgerà che anche in Calabria esiste un popolo che ha, si, dei doveri ma ai quale devono essere riconosciuti anche tutti i diritti che vengono riconosciuti in tutto il resto del territorio nazionale. NON POSSONO PIÙ ESISTERE CITTADINI DI SERIE A E CITTADINI DI SERIE B. Non si può più continuare ad assistere inerme a questa lenta agonia che ci sta portando lentamente ad una morte certa. Organizziamoci adesso – conclude la Greco, esortando tutti i sindaci calabresi ad unirsi – e ritroviamoci tutti a Roma giovedì 17 settembre. È ora di mettere fine a questa lenta morte. Io andrò.