È arrivato il Natale ma quell’atmosfera della festa che alleggerisce gli animi, quest’anno, non sembra sentirsi. Vuoi per le tasse dicembrine in scadenza, per la vergogna di sentire la “fame” e per la disperazione che scorre nelle vene di chi prega per un lavoro ed è costretto a vivere di espedienti.
Camminando per le vie cittadine, che siano quelle delle due più importanti realtà sibarite come Rossano e Corigliano, ma anche a Cariati o Trebisacce, non è facile rimanere impassibili di fronte alla grigia linea continua di saracinesche chiuse. Un pugno nell’occhio che ti colpisce in pieno insieme al silenzio assordante che corre veloce intorno agli ingressi chiusi dei negozi. E i nostri rappresentanti politici, nel frattempo, cosa mai staranno facendo?
Fra “passaggi di poltrone” che scadono presto nella rissa, manie di protagonismo e comportamenti da “primadonna”, stanno perdendo di vista ciò che succede quotidianamente fuori dai municipi o dalle sedi di partito. Certo non si può pretendere che ai cittadini interessino sterili beghe politiche, rimpasti e riorganizzazioni, mentre si lotta per tirare avanti con la consapevolezza che un sistema fatto di politicanti improvvisati, bravi solo a fare presenza, non merita alcuna fiducia. Un sistema che si può e si deve cambiare “dal basso”, coinvolgendo persone capaci, che difendano i diritti di tutti. Con buona pace di quelle divisioni partitiche, sulla scia delle quali ognuno pensa inevitabilmente ad accrescere il proprio benessere, i primi a poter dare il via a un processo a senso unico che rivoluzioni le istituzioni sono i cittadini. Proprio loro, che da sempre attendono risultati e soluzioni, potrebbero trovare una via d’uscita nel “
movimentismo civico”, quello insomma in cui rappresentanti della società civile, del mondo dell’imprenditoria e dell’associazionismo, stanchi di quel sistema stantio, possano coagularsi attorno a un nuovo progetto che dia voce alle istanze dei cittadini.
Se i partiti non sono più efficaci strumenti di affermazione delle proprie esigenze, probabilmente è proprio ora di fare un bel reset, ricostruire un’identità, investire sulle nostre necessità. Si riparta proprio da qui: da noi. m. f. s. t.