Presentato a Castrovillari il nuovo libro di Michele Messina “Attenzione ai Coccodrilli”
Un viaggio fantastico fra fachiri e animali parlanti. «L’autore porta il lettore in una sorta di limbo con tanta leggerezza, divertimento e ironia, ma non manca la profondità e i momenti di riflessione»
CASTROVILLARI - È stato presentato nella Sala Consiliare “Franco Fortunato”, l’ultimo libro dello scrittore e poeta Michele Messina dal titolo “Attenzione ai coccodrilli” edito da Atile. Per l’occasione sono intervenuti il primo cittadino Mimmo Lo Polito, Ines Ferrante e Edoardo Talarico, docenti dell’Ipseoa-Ipsia di Castrovillari, moderati da Pasquale Pandolfi, instancabile promotore di eventi culturali.
Il numeroso pubblico convenuto, con tanti esponenti della cultura cittadina, è stato altresì allietato dagli intermezzi musicali di Fabio Donato e dalle letture di Marco Fioravante.
Il libro, con la prefazione di Roberto Beccantini, grande firma del giornalismo italiano, racconta di Mario e Saverio, due amici fraterni, compagni di mille avventure che devono recarsi ad un convegno giornalistico. Le indicazioni avute non sono, però, sufficienti a non farli perdere. I due si trovano così a percorrere, con la Punto di Mario, una strada di campagna, inseguiti da una nube gialla, che a tratti assume le fattezze di donne bellissime del mondo del cinema o della televisione. Girovagando in cerca di una qualsiasi salvezza, i due giungono davanti ad un’officina. Qui sembra che il tempo si sia fermato tra macchine, oggetti del passato e moderni, conoscono il proprietario, Giovanni Indiano e vivono, nell’arco di una giornata, isolati dal resto del mondo e privi di segnale telefonico, un’esperienza surreale tra mistero e animali parlanti.
Nel salutare i presenti il sindaco si è detto felice di accogliere nella sala consiliare Michele Messina, castrovillarese doc, per la presentazione del suo nuovo libro.
«Un racconto particolare - ha detto Lo Polito - dove Michele, con grande conoscenza ed esperienza, con uno stile tutto suo ha la capacità di rappresentare, partendo da quello che è il suo vissuto, le tradizioni, i ricordi e i personaggi della nostra Castrovillari, per poi trasformarli e trasfigurarli con la sua fervida immaginazione e con quel suo apparente nonsense. Tutti elementi che fanno di questo libro una piacevolezza, una chicca che vi invito davvero a leggere».
Un grande merito del libro, così come è emerso dall’intervento di Ines Ferrante, è quello di aver rispolverato una figura leggendaria di Castrovillari, un uomo che fuggito dal paese natio a soli 15 anni per raggiungere Parigi divenne un personaggio importante e conosciuto ovunque nel mondo. Messina parla nel libro di Blacaman, al secolo Pietro Aversa, che nella prima metà del ‘900 ha girato il mondo con il suo grande circo ricco di belve feroci, come i coccodrilli che lui ipnotizzava. Ma il grande fachiro Blacaman era anche domatore, ventriloquo e illusionista e la leggenda lo descrive come un essere dotato di poteri straordinari, come colui che ha saputo vincere la morte. Ecco, che dalle pagine di Michele, dai suoi ricordi da bambino – nella casa paterna spesso si parlava di Blacaman – esce questa figura straordinaria avvolta da un realismo magico, così come lo aveva anche descritto Gabriel García Márquez in suo racconto.
L’autore ha da sempre creato universi e personaggi fantastici attingendo però sempre dalla realtà, basti pensare ai suoi precedenti scritti, come “Good e altri racconti”, “Salvate noi, non le balene” o l’ultimo in ordine di tempo “Simo is back”.
«Come sempre Messina dà libero sfogo alla sua fervente fantasia riuscendo a creare mondi immaginari, dove ci mette dentro la sua voglia di vivere – ha detto Edoardo Talarico - nell’intento di crearsi un mondo diverso che renda più vivibile il cattivo mondo reale. Nello scritto c’è l’attesa per qualcosa che deve accadere ma in realtà non accade nulla e quello che rende piacevole la lettura è proprio lo stile, il linguaggio del tutto originale che Messina padroneggia con maestria. Il vero protagonista del romanzo – puntualizza Talarico nella sua chiave di lettura - è la nube con una forte valenza allegorica e metaforica che rende questo scritto testimone del nostro tempo, che poi è un tempo molto caotico e difficile. L’autore porta il lettore in una sorta di limbo con tanta leggerezza, divertimento e ironia ma dove non mancano la profondità e i momenti di riflessione».
Le conclusioni sono state affidate all’autore che nel ringraziare tutti i convenuti al piacevole incontro culturale ha parlato della genesi del romanzo, dei progetti futuri e ha spiegato il suo bisogno di scrivere per affrontare la realtà che spesso è disturbante, modificandola attraverso gli espedienti narrativi e le contaminazioni culturali in qualcosa di più accettabile.
«Sono cresciuto letteralmente sommerso dalle nuvole parlanti, i fumetti che mio padre Gregorio collezionava - ha detto Michele Messina – di ogni genere, di tutti i tipi. Una passione trasmessa geneticamente, l’amore per i fumetti, i libri e la lettura che poi è diventata anche smisurata passione per la scrittura. La mia è un’esigenza, quella di cercare idee e ispirazione nella realtà di tutti i giorni, per provare a creare storie da intrecciare e spazi nuovi da esplorare».