L’avvincente e raffinato thriller psicologico “Il giocattolaio” cattura Co-Ro
Una narrazione coinvolgente e ricca di colpi di scena che riesce a catturare lo spettatore. La pièce di Enrico Zaccheo è andata in scena al cinema-teatro Metropol di Corigliano-Rossano, mercoledì 6 marzo
CORIGLIANO-ROSSANO - Se sapeste che il vostro quartiere fosse assediato da un serial killer che seduce le donne per rubarne l’anima, avreste paura?
La paura, il timore di essere inevitabilmente sedotti ed aggrediti è uno dei sentimenti sottesi all’avvincente e raffinato thriller psicologico “Il giocattolaio”, la pièce di Enrico Zaccheo, rappresentata al cinema-teatro Metropol di Corigliano-Rossano, mercoledì 6 marzo, tratto da un romanzo di Gardner McKay (1999). Una narrazione coinvolgente e ricca di colpi di scena che riesce a catturare lo spettatore, fin dalle prime battute.
La trama si dispiega come un incubo ad occhi aperti accompagnato nell’interludio dell’opera, dalla inimitabile voce di Leonard Cohen, poeta, cantautore e compositore canadese morto nel 2016, che le dona un tono nostalgico e rassegnato.
Il protagonista è un lucido psicopatico che stupra le ragazze e poi le lobotomizza, riducendole a vivere il resto dei loro giorni come vegetali. Egli è interpretato dal superlativo Kabir Tavani, attore teatrale premio Hystrio nel 2017.
L’altra protagonista è la integerrima Maude, giovane psicologa criminale, che ha in cura le povere vittime che, fatalmente, rappresenterà la designata dodicesima preda del maniaco. L’appassionata Francesca Chillemi, ex Miss Italia e attrice televisiva, cinematografica e teatrale ha dimostrato passione e totale empatia con il suo personaggio.
L'ambientazione è curata nei minimi dettagli riproducendo integralmente l’appartamento della donna, dove l’attenzione dello spettatore è catalizzata totalmente sui due coprotagonisti, in un’ora di azione dialogica serrata, che lascia senza respiro.
“Il giocattolaio” spinge lo spettatore a riflettere sul grande potere che il carisma può esercitare. L’innegabile fascino del crudele criminale sembra ipnotizzare persino la razionale Maude, che cade nella sua trappola ed è disposta a credere a qualunque menzogna pur di cullarsi nella speranza di trovare amore e conforto nell’imprevisto ed inaspettato incontro.
Il tutto viene rappresentato con un’intensa e sorprendente altalena di emozioni, grazie alla spietata tecnica di seduzione dello psicopatico che riesce a tessere un inganno nell’inganno, come in un complicato gioco di scatole cinesi. In contrapposizione troviamo: la sensibilità dell’essere umano ad essere conquistato, sentirsi desiderato ed amato; dall’altra, l’insano desiderio di possedere l’atro, fino a privarlo della sua libertà di scelta, violandone i più intimi desideri.
Il capovolgimento finale dei ruoli, con il carnefice che diventa vittima e la vittima che potrebbe diventare carnefice, fermandosi un attimo prima di sprofondare nel medesimo abisso dell’altro, innesta nel fruitore una riflessione assai profonda che permane a lungo anche al termine dello spettacolo.
In conclusione, un altro esempio di raffinata ed elevata programmazione da parte della gestione teatrale.
(articolo di Francesco Russo)