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Carlino tra i vincitori di un Concorso Letterario con il racconto "Aspettando il Natale…"

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CORIGLIANO-ROSSANO - Franco Emilio Carlino, con il racconto "Aspettando il Natale…", entra a far parte, per la terza volta consecutiva, dei vincitori del Concorso Letterario di Narrativa, bandito da Historica Edizioni, guadagnandosi così il merito di essere inserito nel Volume primo dell’Antologia di autori vari, "Storia e leggende di Natale". Il Volume edito dalla stessa Casa Editrice è presente alla fiera del libro di Roma nella Rassegna: “Più libri più liberi”. 

L’Autore, Socio Corrispondente dell’Accademia Cosentina, Socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e componente del Comitato Scientifico dell’Università Popolare di Rossano, ormai possiamo dire non nuovo a questo filone di genere letterario, si era già affermato, insieme ad altri autorevoli autori tra i vincitori meritevoli di pubblicazione nella scrittura narrativa, in due precedenti concorsi con i racconti: "Il profumo dell’erica…" inserito nell’Antologia di autori vari "Racconti Calabro Lucani" e "Alcuni giorni al mare…" presente nell’Antologia "Racconti di viaggio 2022". 

Il libro, riservato alle Storie e leggende del Natale mai dimenticate, guadagna uno spazio editoriale e si trasforma in un contenitore di tanti racconti, ricco di ricordi di infanzia e storie incentrate sul periodo natalizio, per fare memoria del Natale «una delle feste più importanti dell’anno, - come si legge nella nota editoriale di copertina - il momento più magico per grandi e piccini, simbolo dell’unione ed emblema di nuovi inizi». 

Il racconto del nostro Autore si intercala perfettamente in tale contesto e viene anticipato dalla seguente e breve riflessione come premessa alla narrazione vera e propria: «Oggi, per quelli della mia generazione, credo si faccia fatica a pensare e tantomeno a sostenere se nella nostra contemporaneità abbia veramente importanza e senso ripresentare e paragonare il nostro passato, da noi vissuto tempo fà, in termini di umanità, civiltà e spiritualità. Una società, la nostra, forse antica, ma che pur tra mille limitatezze, riuscì a educare e formare, molte generazioni, preparandole ad essere semplici, perbene ed affabili. Ebbene, quello è il tempo nel quale mi riconosco consapevole, peraltro, che di quella società mi piace fortemente custodire la gentilezza, la sensibilità d’animo e l’essenza, il tutto mescolato, perché no, a tantissima nostalgia». 

Il racconto di Carlino, decisamente autobiografico, come del resto i precedenti, è incentrato su come l’Autore, allora adolescente, al suo rientro dal collegio negli anni ʼ60, all’età di 10 anni, trascorreva le brevi festività natalizie insieme alla famiglia, agli amici d’infanzia e di scuola nella sua comunità di Mandatoriccio, Aspettando il Natale, ponendosi in attesa della nascita di Gesù «per assaporare la gioia della festa e l’incontro con le persone care, come succedeva una volta, mentre oggi – scrive l’Autore – la stessa festa a volte ti avviluppa negli affanni quotidiani, ti rende apprensivo, ti scoraggia, ti mortifica, ti sottomette, facendoti sentire vuoto».  

Un ritaglio d’infanzia vissuta dall’Autore che anche in tale circostanza, non perde l’occasione per richiamare l’attenzione dei giovani sulla semplicità della vita di una volta affinché ne apprezzino i valori.

Pe quanto riguarda il racconto si riportano alcuni brevi passaggi: «Il Natale non era una festa come tutte le altre, in quanto esaltava proprio l’idea di famiglia. […] Nell’aria la festa era già presente, era tradizione della comunità prepararsi più adeguatamente possibile al Natale. Il paese, già ai primi di dicembre, come al solito, nella sua semplicità era addobbato a festa in attesa della prima festività dell’Immacolata, periodo nel quale peraltro era tradizione delle famiglie l’uccisione del maiale in modo da avere già gran parte delle conserve per le successive festività del Capodanno e dell’Epifania. […] Tra le mura casalinghe, i profumi e sapori della stagione iniziavano ad avvertirsi con continuità. […] Barattoli con le melanzane, olive, ortaggi e frutta in genere rallegravano la tavola facendo sfoggio dei loro diversi colori, mentre alcune conserve degli insaccati di maiale lavorate l’anno precedente seguivano, in un certo qual modo, il procedere del tempo, alimentando intorno ad esse vivaci scambi di vedute se quelle in produzione sarebbero state migliori di quelle dell’anno precedente e che il freddo dell’inverno aveva perfettamente conservato facendone gustare nella sua pienezza la loro bontà. […] Nello slargo di via Cava, luogo della mia dimora preparammo uno dei tanti fuochi. [….] Grande fu l’entusiasmo al ritrovarsi intorno alla catasta di legna che prendeva fuoco e che a poco a poco si consumava. La brace del rogo rimase fino a notte inoltrata, mentre tutto intorno a noi risuonava un continuo vociare. Intorno al fuoco, amici e abitanti del rione, si incontravano per gioire insieme rafforzando ancora una volta i loro legami di amicizia, complici del senso di appartenenza al territorio e di fratellanza. Tutti i conoscenti del vicinato (΄e ra rúga) sedevano assieme e illuminati dal fuoco iniziarono a cantare i canti tipici della ricorrenza, recitavano poesie, filastrocche, e i più anziani si alternavano a raccontare a turno fiabe e leggende. […] La cena fu anche motivo di intimità familiare alla quale quell’anno, per la mia venuta, parteciparono anche i miei i nonni paterni. Conversammo a lungo tra una pietanza e l’altra e il nonno e la nonna non persero l’occasione per darmi come sempre utili consigli, mentre l’orologio a pendolo, portato dall’America dal nonno materno e sistemato sulla parete della camera da pranzo con i suoi rintocchi iniziò ad anticipare, il successivo suono della campana che non si fece attendere molto. I rintocchi, infatti, arrivarono precisi per ricordarci che da lì a poco sarebbe iniziata la veglia e il suo suono continuò a cadenza regolare, mentre in casa ognuno iniziava a prepararsi ad un rigoroso raccoglimento. La campana era se come parlasse, annunciando e ricordando a noi tutti l’inizio della grande festa della nascita di Gesù Bambino. […] Durante la celebrazione la temperatura era abbastanza rigida, ma nonostante tutto quella sera, in attesa della luce, la chiesa era molto affollata e fu proprio tale condizione che ci consentì di riscaldarci l’uno con l’altro come il bue e l’asinello avrebbero riscaldato il Bambinello che con la sua venuta stava per portare a tutti noi una nuova luce, la sua luce quella salvifica. Nessuno si lamentò per il freddo durante l’orazione e tutti erano attenti alle belle parole che arrivavano dalla voce del sacerdote che con grande trasporto portò a conclusione la sua omelia riscaldando i cuori dei presenti. […] La serata poteva dirsi conclusa, ma il tragitto che dalla chiesa portava a casa mia fu un continuo sostare per fare gli auguri a chiunque si incontrava fino a quando, dopo aver accompagnato i nonni, giunti nella nostra casa ci abbracciammo in famiglia e intorno alla tavola rimasta apparecchiata con tantissimi dolciumi preparati dalla mamma ci siamo detti Buon Natale sicuri che quella luce era la nostra luce e che sarebbe stata sempre con noi». 

Per l’Autore, essere inserito per la terza volta consecutiva in un’antologia di narrativa con un suo racconto, indubbiamente, rappresenta una ulteriore realizzazione e una riconoscenza che si somma alle altre conseguite per le sue numerose pubblicazioni nel campo della ricerca storica, genealogica, documentaristica e biografica nel quale già da tempo è impegnato. 
 

Giusi Grilletta
Autore: Giusi Grilletta

Da sempre impegnata in attività per il prossimo, è curiosa, gentile e sensibile. Laureata in Scienze Umanistiche per la Comunicazione, consegue la magistrale in Teoria e Metodi per la Comunicazione presso l’Università degli Studi di Milano. Consegue una seconda laurea magistrale in Pedagogia per ampliare le sue conoscenze. Ha lavorato presso agenzie di comunicazione (Lenin Montesanto Comunicazione e Lobbing) e editori calabresi (Falco Editore). Si è occupata di elaborare comunicati stampa, gestire pagine social, raccogliere e selezionare articoli per rassegne, correggere bozze e valutare testi inediti. Appassionata di scrittura, partecipa a corsi creativi presso il Giffoni Film Festival e coltiva la sua passione scrivendo ancora oggi racconti (editi Ilfilorosso) che trasforma in audio-racconti pubblicati sul suo canale YouTube. Ama la letteratura, l’arte, il teatro e la cucina.