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Saverio Toscano Mandatoriccio, illustre rossanese protagonista della Rivoluzione del 1848

6 minuti di lettura

Saverio Toscano Mandatoriccio, figlio di Pietro Antonio e Maria Rosa Abenante, fratello di Gaetano e Giuseppe, nacque il 19 maggio del 1824 in Rossano.

Sulla figura e la sua formazione, che certamente rappresenterà in seguito il baluardo e il principio della sua azione sociale, molto importante è quanto in quel periodo annotava l’avvocato Francesco Mordenti dedicandogli un volumetto di 24 pagine da cui ho estrapolato il seguente riferimento: «Saverio, rimasto orfano di padre in tenerissima età, fu messo nel collegio di San Pietro a Mortella in Napoli, insieme ai suoi fratelli Gaetano e Giuseppe. L’istruzione s’impartiva allora fra noi a suon di nerbo; non si educava l’uomo qual è, non si cercava di regolarne le tendenze e gli istinti, di aiutarlo a svolgere le sue potenze e le sue facoltà, ed il giovane usciva di mano ai suoi educatori domato anziché educato, con la tendenza al quietismo anziché al moto ed all’attività, alla solitudine anziché a vivere nell’umano consorzio. I metodi sembravano fatti apposta per far odiare il sapere e per far apprendere in uggia gli studi. Che cosa si facesse allora ordinariamente nelle scuole italiane ce lo dice un poeta di quel tempo: Si strapazzava un poco di latino. Tre o quattro urlacci, due nerbate e addio. Fortunatamente però quei metodi barbari e animaleschi, quella specie di sistema pedagogico ad aria compressa, conduceva per lo più ad effetti opposti a quelli che si volevano dal trono e dell’altare. Infatti la gioventù, uscendo di collegio per entrare nel mondo, o si buttava a capofitto nei vizi, o si metteva ad abbattere quegl’idoli che i suoi maestri si erano studiati di farle adorare.

In collegio e nella scuola aveva sentito maledire la libertà; nel mondo la sentiva benedire, imparava a conoscere molti che l’adoravano, che la bramavano ardentemente, non solo, ma che erano pronti a sacrificarsi per lei come avevano fatto già tanti loro compagni. Il gran dramma dell’89 che aveva atterrito l’Europa, non aveva lasciato più gli animi in quiete; e crollata la fortuna napoleonica, la reazione prese il sopravvento sulla libertà; ma le vittorie del dispotismo e della Santa Alleanza erano state da allora in poi vittorie di Pirro, ed avevano sempre approdato a poco le astuzie e i maneggi di ogni sorta contro la libertà; imperocchè i germi dei nuovi tempi ormai avevano incominciato ad attecchire, ed avevano bisogno solamente di un terreno coltivato un po’ meglio e di un altro po’ di tempo, per crescere e prosperare. […] Accanto all’idea di libertà si era messa, dal 31 in poi, anche quella d’indipendenza; e se gli sforzi fatti ogni tanto dai liberali non erano riusciti a vincere l’oppressione, avevano però contribuito efficacemente a scalzare le basi. Tantoché le idee di libertà e d’indipendenza si erano andate diffondendo in guisa che ormai venivan sentite dalla maggior parte degl’italiani. […] Queste erano le condizioni nelle quali trovavasi la causa italiana allorché Saverio Toscano incominciò a lavorare per essa insieme agli altri sui compatrioti del Mezzogiorno. In quel momento gli animi erano esasperati per l’eccidio dei fratelli Bandiera. E Saverio Toscano, giovane d’animo ardente e nobilissimo, ne fu commosso tanto profondamente che da allora in poi giurò in cuor suo di consacrare la vita e gli averi a quei principi, a quei sentimenti che aveva sentito maledire in collegio, e pei quali avevano già sofferto tanti dei nostri fratelli dal 95 in poi»1.

La morte di Emilio e Attilio Bandiera, giustiziati il 25 luglio 1844, per i loro ideali, dalle guardie borboniche nel Vallone di Rovito (Cosenza), fu uno degli elementi determinanti ad accendere in Saverio le sue già consolidate aspirazioni di libertà.

Affascinati dalla grande considerazione e valore che il loro padre Pietro Antonio aveva della libertà, anche Saverio e Gaetano Toscano Mandatoriccio si ritrovano a seguire la medesima strada. Il movimento carbonaro, che aveva iniziato a dare rilievo alla mutazione della passione politica verso quelle che erano le idee liberali e costituzionalistiche, suscitò molto interesse continuando ad affermarsi soprattutto nel ceto intellettuale del paese.

Rossano non fu immune dal contagio di tale fenomeno e le nuove idee liberali iniziarono a prendere corpo con la formazione di nuove aggregazioni, che sostituirono alcune vecchie logge massoniche. Tra queste è da ricordare – come ci tramanda la preziosa fonte del Gradilone – quella denominata Vendita dei Carbonari, ubicata nell’antico monastero di Sant’Antonio dove erano soliti ritrovarsi “vecchi massoni e liberali d’antica fede”, fra i quali i fratelli Gaetano e Saverio Toscano Mandatoriccio.

Infatti, proprio a Rossano il Comitato a favore della rivoluzione fu molto vivace e operoso. A capo di tale organismo troviamo Saverio, uno dei fratelli Toscano Mandatoriccio, che sistematicamente, insieme a Gaetano, adunava nella propria abitazione esponenti come Antonio Morici, Domenico Palopoli, Pietro Rapani, Antonio Berlingieri solo per ricordarne qualcuno, tenendo anche relazioni con altri comitati simili presenti nei paesi vicini a Rossano, allo scopo di affermare la loro anima patriottica e liberale.

La vita e la storia di Saverio Toscano Mandatoriccio si intrecciarono completamente con le vicende italiane del 1848 che rimarcarono, in quel periodo, una circostanza politica e sociale resa sempre più complicata e spinosa quale fu quella della sopraffazione borbonica, fatta di uccisioni, di angherie, di detenzioni, di confini, azioni che divennero una indiretta educazione alla libertà muovendo le coscienze dei giovani italiani ad affrontare qualsiasi rischio per conseguirla.

La difficile situazione politica, economica e sociale riaccese le idee liberali e costituzionalistiche che già si erano fatte sentire alla fine del secolo creando così nuovi movimenti di ispirazione liberale e repubblicana che poi sfociarono nella rivoluzione del 1848. È proprio in questo periodo, che in maggior misura, insieme a tanti altri valorosi rossanesi, le figure dei fratelli Saverio e Gaetano Toscano Mandatoriccio come punto di riferimento si caricarono di forti responsabilità. Al riguardo ecco una ricostruzione storica dallo studioso rossanese Mario Rizzo, che raccontando di Saverio, così narrava: «Rotto, quindi, ogni indugio, partì per Napoli, ove nel 1847 con Domenico Mauro, Francesco Crispi ed altri prese parte alla costituzione di un Comitato Rivoluzionario Calabro-Siculo. Le riunioni si tenevano in casa di Francesco Sprovieri, e in esse si stabilì che la rivoluzione dovesse scoppiare prima a Messina, poi a Reggio e a Rossano, poi ad Acri e Cosenza per dare man forte ai rivoluzionari Calabresi. Saverio Toscano tornò quindi in Calabria per portare istruzioni a Vincenzo Sprovieri per armare e riunire i compagni. Saverio Toscano era affezionato compagno di Domenico Palopoli. Allorché Reggio insorse, la rivoluzione fu domata nel sangue. L’Intendente di Cosenza ordinò al barone Domiziano de Rosis, che fungeva da Sottointendente, di arrestare il Toscano. Ma il de Rosis non eseguì l’ordine, anzi ne informò il Toscano che col Palopoli, si rifugiò in un bosco di sua proprietà ove visse, col Palopoli, l’inverno del 1848 latitante. Allorché il re Ferdinando, concedendo la sospirata costituzione, amministrava i condannati politici, i due latitanti, Toscano e Palopoli, fecero ritorno a Rossano accolti dalla popolazione festante. Organizzata la Guardia Nazionale Saverio Toscano ne fu nominato Capo e il Palopoli sotto-capo»2.

Saverio dedicò la propria vita ad allestire quello che poi sarebbe stato il Risorgimento italiano. A Rossano, cominciarono a moltiplicarsi le iniziative in quel segmento di classe dirigente più convinta a un necessario e definitivo cambiamento della società, ragione per la quale non si mancò di tenere canali aperti e rapporti sempre più intensi con alcuni ambienti politici presenti a Napoli contrari al Governo. Come già si accennava nella provincia si andavano costituendo alcuni circoli frequentati da liberali tra cui uno proprio nella casa di Saverio Toscano, al quale era attivamente presente anche Gaetano, fratello di Saverio, più piccolo di lui ma parimenti affascinato dai convinti ideali risorgimentali.

Si andò così formando un’associazione volontaria di cittadini aventi una concezione politica e sociale liberale, che si cercò di allargare predisponendo assidue relazioni con alcuni ambienti della città di Rossano, dove Saverio divenne punto di riferimento per le giovani generazioni, portando all’interno della comunità il fervore di questo nuovo pensiero riformatore. Inoltre, in tutto il Paese, non venne meno quella capacità propositiva di ampliare le nuove idee liberali attraverso l’eco della stampa, elemento determinante, tanto da provocare nel convincimento generale della popolazione, nuove prospettive e speranze.

 

BIBLIOGRAFIA

1 F. MORDENTI, Saverio dei Baroni Toscano-Mandatoriccio. Cenni storici e biografici, Tipografia della Camera dei Deputati, Roma 1883, pp. 6-10.

2 M. RIZZO, Rossano, Persone - Personaggi e Curiosità…, Edizioni Libreria Manzoni, Rossano, MCMXCV, p. 133.

Franco Emilio Carlino
Autore: Franco Emilio Carlino

Nasce nel 1950 a Mandatoriccio. Storico e documentarista è componente dell’Università Popolare di Rossano, socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e socio corrispondente Accademia Cosentina. Numerosi i saggi dedicati a Mandatoriccio e a Rossano. Docente di Ed. Tecnica nella Scuola Media si impegna negli OO. CC. della Scuola ricoprendo la carica di Presidente del Distretto Scolastico n° 26 di Rossano e di componente nella Giunta Esecutiva. del Cons. Scol. Provinciale di Cosenza. Iscritto all’UCIIM svolge la funzione di Presidente della Sez. di Mirto-Rossano e di Presidente Provinciale di Cosenza, fondando le Sezioni di: Cassano, S.Marco Argentano e Lungro. Collabora con numerose testate, locali e nazionali occupandosi di temi legati alla scuola. Oggi in quiescenza coltiva la passione della ricerca storica e genealogica e si dedica allo studio delle tradizioni facendo ricorso anche alla terminologia dialettale, ulteriore fonte per la ricerca demologica e linguistica