Incontro al Circolo Culturale Rossanese per parlare dell’acqua, preziosa risorsa da tutelare
Di questo, ma anche dei danni che l’acqua produce, se ne è parlato durante il convegno organizzato in collaborazione con l’Associazione Rossano Recupera
CORIGLIANO-ROSSANO - Il prossimo 22 marzo sarà celebrata nel mondo la giornata dell’acqua. Nei nostri Paesi industrializzati e globalizzati diamo troppa poca importanza a questo tema che invece nel resto del mondo è molto sentito e spesso è causa di guerre fratricide.
Ci facciamo la doccia o laviamo la verdura, non ci preoccupiamo molto se consumiamo un po’ di acqua in più; nella vita di tutti i giorni ogni italiano consuma in media dai 130 ai 140 litri di acqua potabile al giorno con punte che sfiorano addirittura i 300 l/d. Questa cifra, in realtà, può variare a seconda della regione, del clima o semplicemente del modo di vivere di ciascuno di noi.
Proviamo invece ad immaginare quanta acqua consuma un keniota o comunque un africano nel cosiddetto Corno d’Africa; per come siamo abituati noi italiani, il loro consumo medio per noi non sarebbe assolutamente sufficiente. Le Nazioni Unite infatti hanno fissato in 40 litri il limite giornaliero d’acqua come obbiettivo per la giornata mondiale dell’acqua che si è tenuta il 22 marzo dello scorso anno.
I consumi d’acqua nel mondo sono molto altalenanti e si passa dagli oltre 420 litri al giorno per abitante negli stati uniti ai 10 del Madagascar, 240 in Italia e 150 in Francia.
Ci stiamo accorgendo però che dobbiamo darci una regolata, perché l’acqua è sempre più scarsa e le zone desertiche avanzano a vista d’occhio.
Di questo, ma anche dei danni che l’acqua produce, se ne è parlato in un convegno presso il Circolo Culturale Rossanese, in collaborazione con l’Associazione Rossano Recupera, nel quale il geologo Tonino Caracciolo ha messo a fuoco le varie problematiche idriche che il pianeta dovrà affrontare nei prossimi anni.
Il dottor Caracciolo ha evidenziato come i tanti danni provocati dall’acqua, alluvioni, straripamenti, smottamenti, eccetera, sono sempre ascrivibili alla mano dell’uomo. Pensare di forzare la natura costruendo dove non si può, restringendo i fiumi, cementificando i loro percorsi, impiantando agrumeti nel loro alveo, prima o poi si paga. La natura si riprende sempre i suoi spazi.
Al termine della relazione Caracciolo ha deliziato i presenti con alcune foto di rara bellezza presentando alcune cascate e corsi d’acqua, di cui la Calabria è ricca.