Dalla lettera al Coronavirus ai conti con se stessi: il Natale ionico si chiude all'insegna della scrittura
Si è concluso ieri con la proclamazione dei vincitori il concorso "Torniamo a scrivere a tutte le età" promosso dalla scuola delle arti "Maros in Teatro"
CORIGLIANO-ROSSANO - Torniamo a scrivere a tutte le età, si è chiusa la prima edizione del concorso ideato dalla scuola delle arti “Maros in Teatro” di Mariarosaria Alessandra Bianco che in occasione delle passate festività natalizie ha lanciato l’iniziativa volta ad incentivare la scrittura e che ha avuto il suo epilogo ieri sera nel corso della webinar conclusiva durante la quale sono stati premiati i finalisti delle diverse categorie in gara.
Scritti in libero pensiero e nello spazio infinito di una visione del mondo scevra da veli e pregiudizi. Un vero e proprio sfogatoio di immagini e sentimenti riversati su un foglio di carta. È stato questo il filo conduttore che ha unito tutti i lavori arrivati sui tavoli della commissione valutante. Un team di esperti, scelto da Maros in Teatro per valutare i migliori tra gli scritti (diverse decine) prodotti da bambini, adolescenti e adulti, composto dalla giornalista Anna Minnicelli, dall’insegnante Samantha Tarantino e dall’attore e poeta Alberto Mosca.
Tra i bambini primeggiano le letterine di Butterfly 1113 e Maria Alessandra Giudiceandrea
Otto, in totale, i finalisti di “Torniamo a scrivere a tutte le età”. Due primi posti ex-equo per la categoria bambini assegnati a Butterfly 1113, con uno scritto che parla di sentimenti e amicizia visti con gli occhi dell’infanzia, e a Maria Alessandra Giudiceandrea che, invece, in una sua lettera alla nonna che non c’è più ha raccontato e fotografato un’istantanea lucida e cristallina di questo momento storico caratterizzato dall’emergenza Covid.
Franco Gaccione ed il suo tuffo nei ricordi e nei sogni
Per la categoria adulti invece il primo posto se l’è aggiudicato Franco Gaccione con una lettera a se stesso. Un artifizio letterario accattivante e volutamente malinconico dove ci sono sogni, ricordi e ambizioni. «Se parlare a se stessi è difficile – ha detto Samantha Tarantino, la componente di giuria che ha valutato i lavori della sezione adulti - lo è forse di più scrivere a se stessi perché è come imprimersi sulla carta. In questa lettera scritta in modo quasi visivo, ci sono i ricordi, quelli che non sfumano come quello della famiglia di quando si è bambini e tutto sembra così possibile, ci sono i sogni che si vorrebbero realizzare più di ogni altra cosa, i desideri da esaudire anche se poi la vita ti fa cambiare strada all’improvviso o ti fa ricalcolare il percorso perché magari davvero “ci è data solo in prestito”».
Per la categoria adulti il secondo posto è stato assegnato a Serena Bucca mentre terzo posto ex-equo per Raffaella Federico, Anna Nociti e Daniela Curia.
la commovente e disarmante lettera al coronavirus di Alessia Lapietra
Sicuramente particolare e pregno di un significato profondo il lavoro di Alessia Lapietra, vincitrice della sezione ragazzi, con una lettera al Coronavirus. «Alessia – ha detto l’attore e poeta Alberto Mosca illustrando le sue motivazioni - non le manda certo a dire al destinatario, lo prende di petto e gli scrive nero su bianco, ciò che prova esattamente per lui. Seppur all’inizio la sua missiva al Coronavirus, racconti della privazione delle abitudini adolescenziali quotidiane, delle serate, delle notti brave, dei buoni propositi del 2020 andati in fumo o della vacanza studio dei sogni sfumata, Alessia con lucida scrittura, superato il mostro della noia, attraverso la lettura, racconta la scoperta di nuove cose da amare e nuove passioni da inseguire, nuovi mondi da scoprire e personaggi da interpretare ma anche nuovi obiettivi reali da porsi. Riordina quindi la sua scala dei valori rimettendo sul giusto piano la famiglia che è la cosa più vera che c’è e scopre se stessa, anche prendendosi cura di sé attraverso piccoli gesti e piccole attenzioni quotidiane».
Il paradosso e la lucida consapevolezza di Alessia, che da adolescente ha messo nero su bianco percezioni e e sentimenti senza maschere, trova il culmine nei disarmanti ringraziamenti al Covid-19. «Un grazie al virus – ha concluso Mosca - che tra le tante cose, le ha svelato il volto più umano e solidale dell’Italia facendola sentire fiera ed orgogliosa di appartenere a questa nazione che nonostante tutto, non si arrende mai».