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Corigliano, sui tributi è guerra aperta

3 minuti di lettura

di MARTINA FORCINITI e SAMANTHA TARANTINO

Un risveglio così agitato la città di Corigliano, forse, non lo aveva mai visto. Perché in quel corteo di protesta organizzato lo scorso mercoledì, animato dalla consapevolezza dei propri diritti negati, non si respirava solo un giustificato malcontento. Ma anche, e soprattutto, un moto di convinzione che di rado i cittadini coriglianesi hanno schiaffato in faccia ai propri amministratori. In centinaia hanno marciato fino ai piedi di Palazzo Garopoli soffiando rabbia e rivendicazioni contro l’ingiusto aumento della tassa sui rifiuti, quella “vergogna tutta coriglianese” che è solo l’ultimo delle decine di colpi cascatigli tra capo e collo. Dallo scalo fino al centro storico, hanno sfilato abbracciando lo slogan “Paghiamo tutti, paghiamo il giusto”. E non potevano non essere i social network a raccogliere quegli umori in subbuglio che da utente a utente hanno trascinato la contestazione dalle piazze virtuali a quelle reali. La misura è evidentemente colma per una cittadinanza schiacciata dai tributi, che di sborsare centinaia di euro per l’immondizia (in un’unica soluzione o in tre rate ravvicinate) proprio non ne vuole sapere. «Non ne possiamo più – è l’urlo quasi unanime dei manifestanti - Siamo stanchi di mille promesse fatte in campagna elettorale e sistematicamente disattese. Finora non abbiamo ottenuto nulla se non tasse, tributi, strade dissestate ed una città indecorosa. Ormai le speranze di essere ascoltati e di ricavare qualcosa sono pari a zero». Ed è proprio in nome di quelle flebili speranze che una delegazione di cittadini ha chiesto ed ottenuto un incontro tecnico con il sindaco Giuseppe Geraci e una manciata fra dirigenti ed assessori, con cui discutere e ridiscutere un’educazione ambientale che fra gli scranni dell’amministrazione coriglianese, più che latitare, quasi non esiste. L’incontro/confronto è stato lungo, a tratti infiammato dall’accensione di scontri e sigarette. E sebbene al grido di «Crocifiggetemi» Geraci si sia detto totalmente predisposto all’ascolto perché con la coscienza pulita, la ricerca frenetica di soluzioni si è poi ridotta allo sforzo – assicurato dall’amministrazione – a dilazionare le rate. «Vi garantiamo la possibilità di poter pagare la seconda rata al 28 febbraio e la terza a fine aprile – ha dichiarato il primo cittadino durante l’incontro - Ma al di là della dilazione, qualora ci si trovasse in difficoltà, ci si potrà recare all’ufficio tributi e far presente la propria impossibilità a pagare. Non possiamo non accogliere favorevolmente questa azione di protesta perché anche noi, ancor prima di essere amministratori, siamo cittadini contribuenti e ci ritroviamo stritolati da questa infernale macchina governativa». E a prescindere dalla mancanza di senso civico, che purtroppo esiste ed è testimoniata da i ben 2 milioni di euro non corrisposti dai cittadini nel 2014 per il pagamento della TARSU, il dente batte sul dente dolente del capitolato d’appalto. Di cui, documenti alla mano, la delegazione dimostra il mancato rispetto da parte dell’azienda nella misura in cui non è stato raggiunto il 10% in più di differenziata previsto in origine. «L’azienda non ha fatto il suo lavoro – contestano - ma in due anni il comune non è riuscito ad accorgersi dell’inadempienza della ditta. Bisognerebbe avviare un’azione legale». «Noi abbiamo avanzato delle proposte – ci spiega al termine dell’incontro l’avvocato Gisella Santelli, membro della delegazione – dando all’amministrazione dei precisi tempi tecnici per la concretizzazione. Non a caso abbiamo chiesto lo svolgimento di una nuova riunione il prossimo mese per dar loro modo di approntare una serie di strumenti che finora sono stati applicati in cattiva maniera. Credo che trenta giorni siano più che sufficienti per mettere in pratica ciò che non si è stati capaci di fare in questi ultimi tre anni. «Bisogna assolutamente recuperare i crediti dalla Ecoross – è una delle proposte avanzate dai cittadini ed espostaci da Gianfranco Costa – L’azienda non ha rispettato il contratto quindi l’amministrazione comunale dovrà chiederne conto economicamente alla ditta. Così si potrà effettivamente risparmiare sull’effettivo costo totale relativo ai rifiuti». I disagi manifestati dai cittadini non sembrano, però, potersi dissipare di fronte alla semplice promessa – si spera non da marinaio – con cui il remissivo sindaco ha tentato di placare gli animi. Per i coriglianesi è ormai guerra aperta. «Io non pagherò questa rata della spazzatura – urlano alcuni manifestanti – E sebbene possiamo ritenerci più o meno soddisfatti di ciò che il sindaco ci ha promesso, resta fermo che non siamo stati rimborsati. E non si tratta solo del problema rifiuti, ma anche di quello del dissesto, dell’imu e degli altri infiniti tributi da cui siamo subbissati. Nessuno ci ripagherà mai di tutte le privazioni e di tutti i problemi che abbiamo dovuto subire in questi ultimi anni».
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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