Di FABIO BUONOFIGLIO Comune di
Corigliano Calabro. L’apposizione d’un “Visto” al Settore
Lavori pubblici costa oltre 19mila euro! Vediamo come. La disciplina in materia di riparto del fondo per l’incentivazione alla progettazione interna agli enti locali delle opere pubbliche è stata recentemente riformulata, per effetto degli articoli 13 e 13-bis del Decreto legge del 24 giugno 2014 n. 90, convertito nella legge dell’11 agosto 2014 n. 114. In pratica, con tale legge, è stata ripensata la modalità di riparto del cosiddetto Fondo per l’incentivazione alla progettazione. Ciò che invece non è stato affatto “ripensato” è il fatto che tale incentivo debba essere destinato solo e soltanto a chi ha partecipato, tra i dipendenti dell’ente pubblico locale, alle varie fasi della progettazione dell’opera pubblica in questione. Lo Stato – e quindi il
Comune – riconosce infatti ai propri dipendenti una percentuale sul totale del costo di un’opera pubblica nella misura del 2% sotto forma di bonus, al fine di “premiare” quelle amministrazioni virtuose le quali, piuttosto che affidare le progettazioni delle opere pubbliche a tecnici esterni, preferiscono farsele “in casa” con un ovvio risparmio in termini di spesa. Il sistema è molto semplice: il dipendente comunale che ha progettato, oltre allo stipendio, e in deroga al principio di onnicomprensività dello stesso, riceve un “premio” economico per la propria attività di progettazione. Tutto chiaro. Già. Le leggi sarebbero infatti molto chiare. Ma nel Municipio di Corigliano Calabro evidentemente s’interpretano a piacimento. L’attività di redazione d’un progetto si divide in tre fasi: preliminare, definitiva ed esecutiva, ciò ai sensi dell’articolo 93 del Codice degli appalti. Ai dipendenti comunali, quindi, spetterebbe l’incentivo alla progettazione in modo integrale ove dovessero provvedere alla redazione completa d’un progetto (preliminare, definitivo ed esecutivo), oppure in quota parte qualora avessero redatto soltanto una parte della stessa progettazione. La legge è davvero molto chiara: l’incentivo alla progettazione si chiama così proprio perché va a remunerare l’attività progettuale interna. Ma non può di certo remunerare l’apposizione d’un “Visto”... Già la Sezione della Corte dei Conti del Piemonte, attraverso il parere n. 17 del 20 gennaio 2015, ha ben specificato come «l’attribuzione dell’incentivo non risulta collegata alla mera qualifica del Responsabile unico del procedimento». Così come la Sezione della Corte dei Conti della Calabria, con la sentenza n. 22 del 3 febbraio 2014, aveva già riconosciuto l’illegittimità della corresponsione del fondo per l’incentivazione alla progettazione interna al Responsabile unico del procedimento in assenza di partecipazione fattiva alla progettazione preliminare, definitiva o esecutiva di un’opera pubblica. Al Comune di Corigliano Calabro, invece, ciò che sarebbe un “premio” per i dipendenti che progettano attivamente un’opera pubblica è diventato un “premio” per l’apposizione d’un semplice “Visto” che non ha proprio nulla a che vedere con le varie fasi della progettazione di un’opera pubblica. Attraverso una determinazione del Settore Lavori pubblici del Comune di Corigliano Calabro, infatti, la n. 1295 del 27 novembre 2015, il Responsabile di settore
Franco Vercillo ha ben pensato d’elargire la somma di 19.333,08 (ed è solo il primo acconto pari al 60%) a se stesso e ad un cospicuo numero d’altri funzionari e impiegati dell’ente: Antonio Durante, Tiziana Montera, Antonio Pisani, Antonio Favaro, Anna Maria Pagnotta, Cataldo Curatolo, Antonio Morrone, Innocenza Campana, Luigi Carlucci e Maria Immacolata Cofone. E ciò in assenza di qualsivoglia loro partecipazione alla progettazione della “Riqualificazione funzionale e ambientale del
waterfront di Schiavonea”, effettuata totalmente all’esterno. È stata realizzata infatti dalla “
Riccispaini architetti associati Srl” di Roma, di cui fanno parte anche gli ingegneri Antonio Luzzi, Salvatore Modesto e Carmelo Gallo. I primi due, guarda caso, sono coriglianesi, il terzo di Cosenza, attuale presidente dell’ente regionale “
Calabria Verde” e con legami familiari coriglianesi. Già. Ma quanti, tra gli altri coriglianesi che percorrono quotidianamente il lungomare cittadino e vedono la “Riqualificazione funzionale e ambientale del waterfront di Schiavonea”, si strapperebbero i capelli all’unanimità se rivelassimo loro il costo totale dell’
affaire connesso alla più indecente opera pubblica degli ultimi anni. Oltre 3 milioni d’euro di fondi per i Piani integrati di sviluppo urbano (!!!) che l’
Unione Europea ha praticamente buttato a mare...