In ricorrenza del primo anniversario della scomparsa di Fabiana Luzzi, il Centro Antiviolenza Fabiana, con l’Associazione Mondiversi onlus, l’Amministrazione Provinciale di Cosenza, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, l’Amministrazione Comunale di Corigliano, l’ITC Luigi Palma di Corigliano, assieme alle scuole e alle Associazioni del territorio, hanno inaugurato, sabato 24 Maggio 2014, presso il Castello Ducale di Corigliano Calabro, la mostra d’Arte Contemporanea dedicata dal titolo “Femminicidio e valore salvifico dell’arte”. La rassegna d’arte, patrocinata dalla Presidenza Camera dei Deputati, curata dalla prof.ssa Teodolinda Coltellaro, critico d’arte calabrese di chiara fama internazionale, sarà fruibile al pubblico fino al 20 Giugno 2014, nei giorni da martedì a domenica dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle ore 15,00 alle ore 18,30, nella splendida cornice del Castello di Corigliano. La rassegna culturale è stata mossa dal pensiero forte e profondo degli artisti-espositori, 30 in tutto, che si sono ispirati al tema proposto ed hanno osato volare oltre le loro sensazioni. Le emozioni diventano opera, con vari riflessi emotivi. Le opere esposte, realizzate per l’occasione, hanno preso vita dal dolore della violenza sulle donne e dialogano con il pubblico. Attraverso di esse è come se si fosse dato forma alla donna, tramite la quale si crea l’energia della vita che, malgrado tutto, fa i conti con la vulnerabilità della propria esistenza, nell’incertezza del contemporaneo. Lo scopo della kermesse è quello di sensibilizzare il pubblico su questo vero dramma sociale, esaltando la bellezza della donna e la sua forza emotiva. Attraverso i linguaggi degli artisti, ricordare Fabiana, fiore reciso nell’alba della sua vita. L’arte, così, ci aiuta a ritrovare la dimensione della purezza, a tenere vivo il ricordo attraverso il sublime messaggio dei segni. Il valore salvifico è il messaggio. Perché l’arte nasce, cresce e si nutre della spiritualità umana, della sua profondità interiore e della riflessione sui suoi drammi. L’arte abbraccia la tematica del femminicidio, della violenza perpetrata, continuata, della sopraffazione. Guardando le opere, si può cogliere il messaggio dell’artista che cerca di andare oltre la superficialità e cogliere i particolari nascosti, luci ed ombre. E quello sguardo diviene un momento di riflessione, un modo perché la memoria diventi fertile ricettacolo di stimoli utili a combattere e contrastare la violenza, qualsiasi forma essa assuma, come quella brutale di cui Fabiana è stata vittima. Gli artisti protagonisti della kermesse, propongono diversi stili, diversi segni, perché nell’arte, specie quella contemporanea, convivono tendenze diverse, vige l’assoluta libertà espressiva, esternata con la capacità di entrare nella vicenda per restituirla in modi e forme diverse a chi osserva. Chi osserva, avrà così, un bagaglio di sollecitazioni a riflettere e rimodulare la tematica trattata, nella vita di tutti i giorni. Questo il messaggio salvifico dell’arte, un segno che resta, che diviene eterno, e diviene eterna la memoria anche di chi, velocemente, è passato su questa terra, come la nostra Fabiana, perché mai più si verifichino eventi del genere.