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Corigliano, Geraci sindaco fino all'implosione?

2 minuti di lettura
di FABIO BUONOFIGLIO Si cambia o “si muore”? Già, sembrano questi gli unici interrogativi che fanno da cortina all’amministrazione comunale di Corigliano Calabro. Quella retta dal giugno del 2013 dal sindaco Giuseppe Geraci, “a capo” (si fa per dire) d’una compagine di liste civiche ispirate al centrodestra. Sì, perché quella di Geraci è una maggioranza saldata dal collante del potere, ma molto composita nelle sue anime. Animatissime sotteraneamente pur se apparentemente placide. Vediamo. Nessuno l’ha detto pubblicamente, ma a bassa voce tutti l’ammettono che vogliono il “rimpasto”. Vale a dire un cambio radicale della squadra d’assessori che attualmente affianca il primo cittadino nell’attività amministrativa. Dell’originaria Giunta – quella nominata all’indomani delle elezioni – ben tre componenti hanno via via ceduto il passo a causa di lotte intestine di potere mai dichiarate, ma che erano cominciate sin da subito. E di quell’iniziale compagine adesso sembra destinata a caderne un’altra di testa – quella dell’assessora Maria Francesca Ceo - anche se v’è la “resistenza” d’un forte “padrino” elettorale di Geraci, trattasi del consigliere comunale Fabio Olivieri il quale è al contempo cugino e “padrino” assessorile della “decapitanda”, così come vorrebbe il resto della truppa consiliare di maggioranza. E se rimpasto sarà, Ceo potrebbe salutare Palazzo Garopoli in buona compagnia. Difficile appare la sostituzione del più “fresco” tra gli assessori, quell’Enzo Claudio Gaspare Siinardi ingaggiato da Geraci soltanto pochi mesi or sono su gentile richiesta del consigliere Giuseppe Turano. Nomina, quest’ultima, affatto gradita al consigliere Giampiero Dardano, il quale avrebbe preferito e “sponsorizzato” un altro nome, un nome “altisonante” pare. Fatto che avrebbe provocato un certo “disimpegno” politico-amministrativo, da parte dello stesso Dardano, e che per questo avrebbe attizzato un recente alterco tra lui e il sindaco. L’ultimo faccia a faccia tra i consiglieri di maggioranza e il primo cittadino si sarebbe tenuto alla vigilia dell’ultima seduta del Consiglio comunale. Con un argomento quale convitato di pietra, il “rimpasto” appunto. E se l’assessora Ceo ha guadagnato una “sospensione” della propria estromissione dalla Giunta, l’argomento “rimpasto” è sempre in agguato e c’è chi è pronto a scommettere che senz’altro riguarderà pure lei. Già, ma insieme a chi? Come per Siinardi appare improbabile il “cambio” di Raffaele Granata, ma c’è un problema: è un assessore senza “padrino”. E soprattutto c’è un “gran “padrino” (e non per Granata) dietro l’angolo. È un ex parlamentare del centrodestra, silenzioso da mesi. Si chiama Giovanni Dima. Sarà lui col suo agguerrito plotone di consiglieri della maggioranza-Geraci a “far fuori” in un sol colpo Siinardi, Granata, il vicesindaco Francesco Paolo Oranges e gli assessori Tommaso Mingrone, Benito Apicella e Marisa Chiurco? Diversamente – e lo sussurrano davvero in molti negli ambienti civici del centrodestra coriglianese – «si muore». D’implosione. E il “gran padrino” Giovanni Dima forse in fondo vuole proprio questo, «per candidarsi lui sindaco» si continua a sussurrare...
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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