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Bilancio, Cariati annaspa tra debiti e tagli

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di DAMIANO MONTESANTO “L’amministrazione comunale, da più anni, non ha mai inteso rispettare i termini di legge per l’approvazione del bilancio, mortificando il ruolo di tutti i consiglieri comunali ed esponendo il Comune alle criticità e sanzioni connesse direttamente e indirettamente al mancato rispetto dei termini”. Così si conclude l’appello, caduto nel vuoto, lanciato dalle opposizioni consiliari al Sindaco di Cariati, per predisporre un bilancio che riguardi non la sola maggioranza ma l’intero consiglio comunale e la cittadinanza, senza ricorrere a deleteri artifici contabili che hanno contribuito, nel tempo, ad incrementare il buco milionario nei conti del Comune. Si viaggia ancora in alto mare e si ha la sensazione, anzi, che la barca stia andando alla deriva. Spesa fuori controllo, debiti soverchianti, anticipazioni di cassa portate fino al massimo possibile, debiti fuori bilancio ma anche fuori controllo, tagli consistenti ai trasferimenti da parte dello Stato: è questo il quadro fosco di un Comune alla ricerca affannosa di una via d’uscita, da questa situazione, prima delle elezioni della primavera del 2016. Non fanno sconti le opposizioni all’attuale maggioranza, rea di non avere mai voluto un dialogo, pur nel rispetto delle posizioni, per portare il paese fuori da una crisi, terribile, le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. I cittadini sono esasperati e i turisti, quelli più affezionati, non si rassegnano, fanno appelli e sperano che la cittadina possa risorgere e tornare ai fasti di un tempo. La Giunta comunale, dal canto suo, è impegnata a trovare la difficile quadra al documento contabile- finanziario, prima che venga sottoposto al vaglio del consiglio comunale, la cui convocazione non è ancora all’orizzonte, stante ancora l’incertezza sulla scadenza dei termini per l’approvazione del bilancio stesso. Situazione difficile ma ben diversa negli altri comuni del Basso Jonio,  che sicuramente dovranno fare i conti con i continui tagli ai trasferimenti statali, ma altrettanto sicuramente vivono una situazione più tranquilla e meno convulsa. A cominciare dal comune di Longobucco, che può contare su un avanzo di amministrazione di oltre 400 mila euro, inutilizzato nel bilancio di previsione 2015, messo a disposizione dell’accertamento straordinario dei residui, per la costituzione del fondo per i crediti di dubbia esigibilità e fondo svalutazione. Un tesoretto, come si usa dire in politichese, ancorché non disponibile. «Se si aggiunge che il comune non ha debiti fuori bilancio, che non è stata utilizzata alcuna anticipazione di cassa, ma quella per i fondi vincolati nella misura del 5% prevista per legge - afferma Luigi Stasi, sindaco del comune presilano - la situazione non è rosea ma nemmeno fosca, pur di fronte ad un taglio delle entrate erariali di 180 mila euro pari al 10% e che nell’ultimo quinquennio ha raggiunto la cifra del 36%». Passando per Campana dove il nuovo Sindaco, Agostino Chiarello, deve fare i conti con un disavanzo tecnico di amministrazione di 134 mila euro da estinguere in 30 anni, con un taglio delle entrate di 100 mila euro, pari al 12% circa. A fronte di ciò ci si può consolare per la mancanza di debiti fuori bilancio, almeno per il momento, e per non avere fatto ricorso ad anticipazioni di cassa; cose che, di questi tempi, rappresentano già qualcosa. Più complessa la situazione del Comune di Mandatoriccio dove la Giunta ha già approvato il documento contabile che sarà sottoposto in agosto al vaglio del Consiglio Comunale. «Non figura alcun avanzo di amministrazione ed un fatto cronico è diventato il ricorso alle anticipazioni di cassa, determinato dalla incapacità di raccogliere in termini di cassa, quanto si spende - afferma il vice sindaco Filippo Mazza. Secondo il quale, in futuro, questo problema è destinato ad aggravarsi e nemmeno l’armonizzazione della finanza pubblica potrà risolvere. Completano il quadro un taglio di 100 mila euro nei trasferimenti dello Stato, pari al 18% circa, e i debiti fuori bilancio, ammontanti a 100 mila euro, parte dei quali è ascrivibile ai lavori di emergenza neve eseguiti senza alcuna copertura finanziaria, mentre il resto costituisce il retaggio di precedenti amministrazioni. Più tranquilla la situazione del Comune di Terravecchia,  dove il consiglio comunale ha già approvato il bilancio di previsione, in anticipo su tutti gli altri comuni. All’avanzo di amministrazione quantificabile in 45 mila euro,  fa riscontro una anticipazione di cassa di circa 60 mila euro, mentre i tagli alle entrate erariali sono circa 96 mila euro, che per un comune piccolo come Terravecchia, sono veramente tanti. In compenso il Comune, cosa rara di questi tempi, non ha debiti fuori bilancio. «L’approvazione dei bilanci in ritardo - conclude il sindaco di Terravecchia, Mauro Santoro - è dovuta sia al ritardo con cui vengono erogati i trasferimenti statali, sia al continuo cambiamento della normativa sugli enti locali. Certo, se un comune vuole può approvare il proprio bilancio anche nel mese di gennaio, basando però le scelte su previsioni e proiezioni che potrebbero mostrarsi alla fine fallaci: per questo motivo si aspettano i tempi dettati dal governo». Quest’ultimo aspetto trova concordi tutti i Sindaci: almeno su una cosa sono tutti d’accordo.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

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