«Nessuna guerra a Crotone, ma la Calabria del Nord-Est deve connettersi al mondo»
Il neo consigliere regionale della Lega, Orlandino Greco, chiude ogni polemica: nessuno ha mai chiesto di chiudere Crotone. L’aeroporto di Sibari è un’infrastruttura complementare per rafforzare turismo, impresa e logistica del Nord-Est calabrese

CORIGLIANO-ROSSANO – È stata e rimarrà una delle questioni più discusse delle ultime settimane, rilanciata con forza proprio dalle colonne dell’Eco dello Jonio nel pieno della campagna elettorale regionale. Oggi, però, con la presa di posizione chiara, netta, lapalissiana – se vogliamo – del neo consigliere regionale Orlandino Greco, il tema dell’aeroporto della Sibaritide entra di diritto nell’agenda politica del Consiglio Regionale della Calabria.
Greco, da sempre attento alla visione di sistema e allo sviluppo del territorio provinciale di Cosenza già nella sua precedente esperienza nell’emiciclo di Palazzo Campanella, ha spazzato via ogni equivoco: «L’aeroporto della Sibaritide non è in competizione con Crotone. È un’infrastruttura complementare, necessaria a potenziare i collegamenti e ad aprire la Calabria al turismo internazionale e alle nuove opportunità di lavoro».
Una presa di posizione che spegne e minimizza le polemiche degli ultimi giorni.
Per il neo consigliere, Sibari – «la prima grande città della Magna Grecia» ricorda con orgoglio – e i centri storici di Cerchiara, Trebisacce, Villapiana e Corigliano-Rossano, con il patrimonio del Codex Purpureus, rappresentano un sistema territoriale straordinario, capace di attrarre turismo di qualità e appassionati di storia e archeologia.
È da questa consapevolezza che nasce la proposta “Calabria Golf Destination”, un progetto di turismo integrato e destagionalizzato che unisce sport, ambiente e cultura in un unico percorso di valorizzazione sostenibile.
E in questa idea si inserisce proprio l’Aeroporto di Sibari, infrastruttura indispensabile per sostenere un piano di crescita turistica stabile e moderna.
Nessuna guerra tra poveri, dunque, e nessuna volontà di “chiudere Crotone”, come qualcuno aveva impropriamente insinuato.
La posizione di Greco è chiara: l’aeroporto della Sibaritide non è un’alternativa, ma un complemento strategico per una Calabria che vuole crescere nel suo insieme, partendo dalle aree interne e produttive.
Del resto, qualora venisse realizzato, insieme a quello di Reggio Calabria, sarebbe l’unico capace di competere con le regioni contermini e di potenziare realmente il suo bacino d’utenza. «Dobbiamo pensare a un sistema regionale integrato – spiega Greco – che colleghi mare e montagna, borghi e città, turismo e impresa. L’aeroporto di Sibari serve a dare respiro a un territorio che ha bisogno di connessioni e visione».
Un’idea che resiste negli atti della Regione Calabria
L’idea di uno scalo nella Piana di Sibari non è spenta. Anzi, quella fievole speranza di poter vedere un giorno degli aerei in rotta da e verso la grande piana del Nord-Est continua a resistere. Anche negli atti.
Negli anni scorsi, a dicembre 2016, per l'esattezza, nell’ambito dell’adeguamento del Piano Trasporti e Mobilità della Regione Calabria, grazie a un emendamento degli allora consiglieri regionali Giuseppe Graziano e Carlo Guccione, la possibilità di realizzare un’infrastruttura aeroportuale a servizio del Nord-Est calabrese era stata volutamente inserita nel PRT, soprattutto come scalo merci e per l’import/export agroalimentare.
Anche se oggi il sistema aeroportuale nazionale ritiene insostenibile un quarto scalo civile in Calabria, quella direttrice logistica – un aeroporto cargo a servizio dell’agroalimentare di qualità e del turismo – resta formalmente percorribile. E proprio in questa direzione, la dichiarazione di Greco restituisce concretezza a una visione che il territorio rivendica da decenni.
L’intervento di Orlandino Greco chiude definitivamente le polemiche – peraltro infondate – sulla presunta “chiusura di Crotone” per fare spazio a Sibari. Nessuno lo ha mai sostenuto.
Ma il dibattito ha avuto almeno un merito: riaccendere la luce su un tema che per anni era rimasto ai margini della politica regionale.
Oggi, grazie anche a questa presa di posizione, la vertenza sull’aeroporto della Sibaritide torna ad essere una priorità politica e strategica.
Perché la Calabria del Nord-Est ha diritto di connettersi al mondo, soprattutto sul fronte commerciale: di trasportare le proprie merci d’eccellenza – dagli agrumi alle drupacee – e di accogliere visitatori tutto l’anno.
E se è vero, come dice Greco, che ripartire da Sibari significa ripartire dalle nostre radici, allora è tempo che questa parte di Calabria smetta di giustificarsi e pretenda, con metodo e visione, di essere finalmente protagonista del proprio futuro.