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Dopo le Amministrative, il caso Baker Hughes torna a incendiare la campagna elettorale regionale

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CORIGLIANO-ROSSANO – Un sogno industriale svanito, un porto rimasto a metà e oggi il ritorno di una polemica che, dopo le amministrative del 2024, vuole segnare anche la campagna elettorale regionale in città. È la vicenda Baker Hughes, la multinazionale americana dell’energia e delle infrastrutture che per mesi aveva messo sul tavolo un investimento milionario sul porto di Corigliano-Rossano, promessa di sviluppo per l’intera Sibaritide. La piaga è ancora aperta.

La prospettiva, ricordiamo, era quella di un impianto a bordo banchina per l’assemblaggio e la movimentazione di componenti industriali: un’operazione dal valore stimato di circa 60 milioni di euro e con la possibilità di creare oltre 200 posti di lavoro tra diretti e indotto. Un’occasione che avrebbe potuto trasformare il porto da scalo marginale a hub logistico strategico, collegando la Calabria ai grandi flussi internazionali.

Poi la polemica, lunga mesi, il braccio di ferro che esplose nella campagna elettorale per le Comunali e si protrasse fino all’ottobre scorso, quando la società ha ufficializzato il suo disinteresse definitivo, anche in virtù di un ricorso alla Presidenza della Repubblica, presentato dall’Amministrazione comunale a guida Stasi, per quella «impasse di grande rilevanza» legata alla mancanza di un piano regolatore portuale, che constò addirittura un ricorso al Presidente della Repubblica.

La verità? Una vicenda gestita malissimo, su entrambe i lati e che fu macchiata da una grande colpa: averla tirata in mezzo alla campagna elettorale per le comunali. Anche se, a continuarne a pagare le spese – ancora oggi e forse per sempre – è stato proprio il Primo cittadino. La vicenda BH, infatti, è costata a Stasi la diffidenza di tutto il panorama politico, imprenditoriale, produttivo e sociale. Tant’è che la storia dell’investimento mancato nel porto è ri-saltata fuori anche durante le ultime “contrattazioni” politiche che hanno portato alla scelta del candidato presidente; e uno degli stigmi “di grande rilevanza” su Stasi è stato proprio quello di aver detto no a BH. E questo lo sanno bene i suoi “amici” di cordata ma lo sanno benissimo anche i suoi avversari.

La versione di Occhiuto

Non è un caso che il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, oggi in corsa per il secondo mandato, ospite negli studi dell’Eco dello Jonio, ha ripreso quella vicenda addebitando la colpa di quel naufragio all’ostilità del territorio e – quindi -  a Stasi: «Il porto deve essere al servizio dello sviluppo della Calabria. Ma quando un investitore internazionale trova ostilità sul territorio, torna indietro. E così è stato con Baker Hughes».

Occhiuto, nel corso di una recente puntata dell’Eco in Diretta, ha ricordato come i vertici italiani della multinazionale fossero pronti a scommettere sulla Sibaritide, ma che poi si siano trovati costretti a spiegare al board americano che “il clima non lo permetteva”. Una perdita di autorevolezza che, secondo il governatore, ha convinto l’azienda a dirottare altrove le risorse. «La domanda – ha detto – non va fatta a me, ma ai dirigenti di Baker Hughes. Io so solo che sono rimasti malissimo».

Ma a distanza di qualche giorno non si è fatta attendere la risposta secca, diretta di Stasi alle affermazioni del Presidente.

La replica di Stasi

Il sindaco Flavio Stasi non ci sta e ribalta la narrazione (ascolta qui le dichiarazioni integrali): «Mi dispiace che l’ex governatore continui a non vivere sonni tranquilli pensando alla nostra amministrazione. Lui sa benissimo che il problema è stata l’inadeguatezza della Regione, incapace di offrire una pianificazione portuale seria. Ha agito da broker, non da governatore».

Per Stasi il vero nodo è strutturale: l’assenza di una strategia regionale sui porti, sostituita da trattative episodiche con le multinazionali. «Le istituzioni non si piegano agli interessi privati – attacca – e le procedure non possono essere accomodate per convenienza politica».

Un porto da campagna elettorale

Così, quello che fino a un anno fa era un progetto industriale è oggi diventato un terreno di scontro politico. Occhiuto lo utilizza per rivendicare il suo ruolo di attrattore di investimenti, accusando il Comune di avere remato contro. Stasi, al contrario, lo trasforma nel simbolo di una Regione che avrebbe dovuto guidare e pianificare, non rincorrere.

In mezzo resta la Sibaritide, con un porto che continua a essere sottoutilizzato e una comunità che ha visto sfumare un’opportunità storica. Una vicenda che lascia dietro di sé una domanda irrisolta: chi ha davvero chiuso la porta a Baker Hughes? La risposta, forse, non l'avremo mai

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.