A Corigliano-Rossano nasce Risea: un presidio sicuro per le donne vittima di violenza - VIDEO
Tenuta a battesimo stamani al Castello Ducale da un parterre istituzionale tutto al femminile, la casa-rifugio nasce sotto il segno della cooperazione con un unico obiettivo: aiutare le donne in difficoltà

CORIGLIANO-ROSSANO – È stata tenuta a battesimo, stamani nel corso di una conferenza stampa ad hoc svoltasi nella Sala degli Specchi del Castello Ducale di Corigliano centro storico, la terza casa rifugio-centro antiviolenza della città.
La struttura si chiamerà Risea, dal titolo molto evocativo. Risea, infatti, sta per Rise Again , un'espressione inglese che significa "risorgere", sottolineando appunto la vocazione della struttura: offrire una nuova speranza alle donne accolte.
L'apertura di questa struttura, porterà con sè tutti i servizi di accoglienza dedicati alle donne in difficoltà, articolati su tre livelli di accoglienza di assistenza e accoglienza: da quella offerta dal centro Mondiversi (di primo livello), passando per Libere Donne (di secondo livello) e, ora, Risea, che sarà dedicata all'emergenza h24 con personale specializzato.
L'evento ha visto la partecipazione delle figure istituzionali del territorio, tutte al femminile. Sono intervenute, infatti, Giulia Minoli, Presidente della Fondazione Una Nessuna Centomila; Pasqualina Straface, Consigliera regionale e Presidente della Terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative della Regione Calabria; Marinella Grillo, Assessore alle Politiche sociali, cultura e politiche di Genere di Corigliano-Rossano; Rosellina Madeo, Presidente del Consiglio comunale di Corigliano-Rossano e Vicepresidente della Commissione regionale per l'eguaglianza dei diritti e delle pari opportunità; Angela Cutri, responsabile casa rifugio Risea; Barbara Lavorato, assistente sociale Associazione Mondiversi ETS - Centro Antiviolenza Fabiana.
La Storia e la Necessità
L'idea di questa rete di supporto nasce da un'esigenza concreta, emersa nel corso degli anni. Dal 2013, infatti, sono state seguite più di 300 donne. Questo dato, come è stato sottolineato, può essere letto in due modi: da un lato, evidenzia la portata del problema, ma dall'altro, testimonia un cambiamento positivo. Le donne trovano il coraggio di rompere il silenzio e denunciare le violenze subite. Risea, in particolare, nasce per rispondere alle richieste di emergenza, offrendo uno spazio fisico adeguato e una capacità di accoglienza immediata.
Il Ruolo della Fondazione "Una Nessuna Centomila"
Un contributo fondamentale è stato fornito dalla fondazione filantropica "Una Nessuna Centomila". La fondazione – ha spiegato la presidente Giulia Minoli - attraverso eventi musicali e concerti, raccoglie fondi per sostenere le numerose realtà italiane che si occupano di contrastare la violenza di genere. L'obiettivo primario, come ribadito, è promuovere un cambiamento culturale profondo.
Risea: Un Nuovo Modello di Accoglienza
La vera novità di Risea, però, è la sua capacità di offrire reperibilità continua e assistenza specializzata in situazioni di emergenza. Le operatrici, formate per accogliere le donne in condizioni di urgenza, rappresentano un punto di riferimento cruciale per chi si trova in condizioni di pericolo immediato. Angela Cutrì ha spiegato le modalità di ingresso a Risea, specificando che la struttura è dedicata all'accoglienza di donne in fuga da situazioni ad alto rischio che necessitano di risposte celeri. Risea è una struttura a bassa intensità assistenziale, ovvero accoglie donne che non necessitano di rieducazione, offrendo esclusivamente protezione. Pertanto, non sono accolte donne con dipendenze o gravi problemi psichiatrici. Le donne vengono inviate a Risea dalle forze dell'ordine, che valutano la situazione e procedono con i protocolli necessari adottati per assicurare tutela alle donne.
«Quando parliamo di violenza di genere parliamo di un'emergenza sociale che crea sofferenza». È quanto ha sottolineato Pasqualina Straface che ha illustrato l'impegno della Regione Calabria nel proteggere le donne vittime di violenza, attraverso l'approvazione del quadro formativo relativo alla legge regionale n. 20 del 2022. «Questo quadro normativo – ha detto - prevede la presa in carico delle donne attraverso la rete regionale antiviolenza, con il coinvolgimento degli enti locali, dei Centri Antiviolenza (CAV), delle Forze dell'Ordine e della Procura. La Regione svolge un ruolo di coordinamento, attivando percorsi di inserimento socio-lavorativo». Nel mese di marzo, inoltre, proprio la Regione Calabria ha pubblicato un avviso di finanziamento di 4 milioni di euro destinato ai CAV, per il sostegno di attività di assistenza legale e psicologica.