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Celebrato a Co-Ro il 208esimo anniversario della Polizia Penitenziaria Provinciale - VIDEO

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CORIGLIANO-ROSSANO - Una sala gremita ha accolto questa mattina i festeggiamenti in occasione del 208esimo anniversario della Polizia Penitenziaria che si sono tenuti nella Sala Rossa di Palazzo San Bernardino, nel centro storico rossanese, col patrocinio del Comune di Corigliano Rossano.

La cerimonia, che ha visto anche la partecipazione di una rappresentanza del corpo dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, è stata un’occasione per ricordare il lavoro e il ruolo del corpo chiamato ad affrontare le ardue sfide legate al delicato contesto delle carceri.

«Noi – ha dichiarato la Comandante Elisabetta Ciambriello - viviamo un periodo storico molto particolare (e la cronaca che proviene dalle mura degli Istituti ne è la prova) che getta un’ombra negativa sul corpo di polizia penitenziaria il quale svolge invece delle funzioni delicatissime all’interno delle carceri. Non dobbiamo dimenticare che sono solo alte mura a separare la comunità interna da quella esterna, spesso la società si dimentica di noi, dei detenuti e dell’utenza che ospitiamo».

«Queste occasioni – ha aggiunto – sono per noi momenti importantissimi che ci infondono coraggio e ci spingono ad andare avanti, la presenza di tutti gli intervenuti ci gratifica».

Poi un messaggio ai giovani presenti: «Il nostro obiettivo non è tanto quello di trasmettere loro il fascino del corpo ma dissuaderli dal commettere atti che possano avvicinarli a contesti dannosi».

A ribadire la complessità del ruolo svolto dal corpo di polizia penitenziaria, il Direttore del Carcere di Corigliano-Rossano Luigi Spetrillo. «La Polizia Penitenziaria – ha dichiarato nel suo intervento - è chiamata a garantire ordine e sicurezza all’interno degli istituti penitenziari evitando che coloro che sono ristretti nel carcere possano continuare a perpetrare i loro reati sia all’interno che all’esterno dell’istituto».

Due sono stati i simboli scelti per ricordare gli agenti: il basco e un articolo di giornale. «Il basco – ha ricordato Spetrillo - è l’unico elemento della divisa sopravvissuto negli anni, elemento distintivo del corpo di polizia penitenziaria. Il secondo simbolo scelto è invece una vecchia intervista all’allora Presidente della Repubblica Cossiga che, nel ricordare la lotta alle Brigate Rosse, parlò di quanto fosse stato decisivo il contributo di un anonimo maresciallo di polizia penitenziaria. Oggi voglio ricordare quel nome che non fu pronunciato: Angelo Incandela. Un uomo che silenziosamente, con grande acume e spirito di servizio convinse uno dei capi delle BR a collaborare con la magistratura, fornendo tutte quelle informazioni che avrebbero poi permesso ai carabinieri che lavorarono per il Generale Dalla Chiesa di spazzare via le Brigate Rosse».

Il Direttore ha inoltre sottolineato lo spirito di sacrificio e abnegazione dei tanti giovani che hanno scelto e scelgono di arruolarsi nel corpo di Polizia Penitenziaria. Molti di loro hanno compiuto un nobile atto di coraggio vocando la propria vita «alla legalità, al dovere e all’onore». Si tratta di ragazzi e ragazze, spesso meridionali, che provengono da contesti con un alto tasso di criminalità. A loro e a tutti i giovani presenti ha rivolto infine un accorato appello affinché seguano la strada della libertà e rinneghino ogni compromesso con gli ambienti mafiosi e con la criminalità.

Dopo gli interventi sono state poi conferite le benemerenze a Lavorato Luigi, Giuseppe Salituro, Paolino Pugliese, Lorenzo Zaccaro e Mario Bonifati. La cerimonia si è poi conclusa con la presentazione dei piatti preparati dall’istituto Majorana che collabora da anni con l’istituto penitenziario della Città.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.