Indennità di Pronto soccorso, l'accordo c'è ma dei soldi nemmeno l'ombra
A distanza di quasi un mese dal difficilissimo accordo tra Regione e Sindacati dei quasi 2.000 euro di arretrati che avrebbe dovuto ricevere il personale sanitario di emergenza-urgenza e 118 non c'è ancora traccia
CORIGLIANO-ROSSANO – Lo scorso mese di ottobre al termine di una lunghissima trattativa tra Regione Calabria (dipartimento Salute e Welfare) e le sigle sindacali si era raggiunto un accordo per riconoscere al personale sanitario operante nelle aree di emergenza e anche al personale del 118, le indennità di Pronto soccorso anche in forma retroattiva. Di questo accordo, ma soprattutto dei bonifici che sarebbero dovuti arrivare – si diceva nell’imminenza – nelle tasche dei soggetti interessati, non se n’è saputo più nulla. Alcuni sostengono che il “bonus” (se così si può definire una mancia che vale meno di 100 euro) sarà corrisposto entro Natale e quindi con il pagamento stipendiale straordinario.
Nello specifico, l'Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Cosenza a seguito dell’accordo avrebbe dovuto ricevere 333.731 euro come parte dell'intesa da ridistribuire, poi, al personale interessato. Questo importo fa parte di un totale di 1.153.596 euro messi a disposizione dal Governo per sostenere 1.635 operatori attivi nel settore.
Con l'introduzione di un nuovo metodo di calcolo basato sulle ore effettive di servizio, l'indennità mensile per il personale di emergenza risulta essere di 80,85 euro. Sebbene l'accordo si riferisca alle risorse per il 2022, la stessa metodologia di calcolo sarà applicata anche per l'anno 2023, con la Regione che si è impegnata a integrare ulteriori risorse per il 2024, aumentando così i compensi per chi lavora in condizioni critiche.
Tuttavia, molti operatori sanitari oggi si dicono preoccupati per la mancanza di aggiornamenti riguardo agli arretrati dovuti per il Pronto Soccorso, che comprendono anche il personale del 118 e che dovrebbero coprire gli anni 2022 e 2023. Secondo quanto sarebbe scaturito dall’accordo, si tratta di un'indennità mensile di circa 80 euro lordi, che, per ogni dipendente, potrebbe tradursi in quasi 2.000 euro per dipendente sanitario.
È chiaro che stiamo parlando di briciole, devolute a persone che quotidianamente affrontano sfide enormi per garantire il diritto alla salute dei cittadini, spesso lavorando in condizioni avverse e a rischio della propria incolumità. La questione degli arretrati, infatti, non è solo un problema meramente economico, ma rappresenta anche un riconoscimento del sacrificio e dell'impegno di ciascun medico o infermiere che ogni giorno opera nelle corsie più critiche degli ospedali e per strada.
L’auspicio è che le istituzioni possano sensibilizzarsi su questa tematica, affinché vengano erogati in tempi brevi i fondi già stanziati dalla Regione Calabria alle Aziende Sanitarie e Ospedaliere. Ma soprattutto che si apra un nuovo fronte di dignità per consentire un adeguamento salariale e di merito a quanti lavorano nel complesso e difficile mondo della sanità pubblica. Anche se questa, sappiamo bene, è solo una chimera.