Tutte giù per terra: al via la fase operativa di demolizione delle ciminiere Enel
IMMAGINI ESCLUSIVE | Siamo andati all'interno del cantiere allestito nell'area dell'ex centrale di contrada Cutura a conoscere da vicino le fasi di abbattimento delle torri camino. Il project manager Ballerini: «Intervento altamente specialistico»
CORIGLIANO-ROSSANO – A gennaio del 2026 lo skyline della Calabria del nord-est sarà ridisegnato: sull’orizzonte non ci saranno più le ciminiere gemelle dell’Enel di Corigliano-Rossano. Le due enormi strutture, si può dire ormai, appartengono al passato e non ne resterà traccia. Per buona pace anche di quanti in queste ultime settimane hanno messo in piedi nostalgici gruppi social finalizzati a preservare quelle che, in realtà, potevamo rimanere come reperti di archeologia industriale. Invece no, per una scelta politica e strategica, in primis, ma anche per una totale mancanza di consapevolezza che avvinghia la popolazione di quest’area (che si accorge sempre e solo oltre tempo massimo del valore delle cose), quelle due infrastrutture non ci saranno più. Con loro andrà via un punto di riferimento importantissimo e forse anche il ricordo di quanto importante sia stata quell’industria per lo sviluppo e la crescita della città e del territorio.
L’Eco dello Jonio ha voluto essere presente al primo più importante step di questa fase di smantellamento delle due ciminiere che sarà caratterizzata da alcune “liturgie” ingegneristiche uniche nel loro genere. Come ad esempio l’elevazione, ad oltre 200 metri dal livello del mare, di una particolare gabbia metallica dal peso di oltre 30 tonnellate che graviterà sospesa attorno alle due storiche colonne di calcestruzzo ospitando al suo interno tecnici e strumenti tecnologici che “faranno a pezzi” le ciminiere.
A spiegarci, per grandi linee, quello che sarà il complesso processo di demolizione delle due torri camino è stato l'ingegnere Carlo Ballerini, project manager e responsabile dei lavori. Il funzionario di Enel ci ha accolti nell’area della centrale che in queste settimane è stata trasformata in un vero e proprio fortino per consentire che l’opera si compia nella totale sicurezza.
Ballerini ha illustrato il complesso progetto di demolizione delle due ciminiere dei gruppi a vapore della centrale di contrada Cutura, sottolineando come i lavori facciano parte di un piano pluriennale di decommissioning avanzato dall'azienda. «Questo è un intervento altamente specialistico» ha spiegato l’ingegnere, che ha visto l'appalto assegnato a un'impresa specializzata di Bergamo attraverso gara d’appalto.
Il metodo scelto per la demolizione delle torri è il «top down, dall'alto verso il basso» che prevede l'installazione di una piattaforma attrezzata sulla sommità della ciminiera. «Come la cittadinanza ha potuto vedere negli scorsi settimane, è stato necessario issare una gru a torre per permettere il sollevamento di questa piattaforma» ha aggiunto. Il completamento del primo intervento è previsto tra aprile e maggio del 2025, con il secondo intervento atteso per gennaio del 2026.
Una delle novità del progetto è rappresentata dall'utilizzo di un brevetto specifico della ditta coinvolta, che garantisce massima sicurezza e protezione ambientale. «Gli operai – ha sottolineato il project manager - utilizzeranno attrezzature dedicate, alcune radiocomandate per eseguire la demolizione».
Un aspetto rilevante del progetto è la gestione dei materiali demoliti, che saranno prima caratterizzati e poi valorizzati per un possibile riutilizzo in loco, rispettando i principi di economia circolare. «Se la verifica analitica avrà esito positivo – ha ricordato Ballerini - avremo la possibilità di riutilizzare questi materiali» evidenziando l'approvazione preventiva ottenuta dalle autorità competenti.
Ma nonostante le demolizioni in corso, la centrale di Rossano manterrà comunque operativa una parte delle sue strutture grazie ad una centrale turbogas. «Enel non sta andando via da Corigliano Rossano» ha confermato Ballerini, spiegando che la centrale continuerà a lavorare, con i due turbogas, per supportare la rete elettrica.
E non è detto che il futuro, sgombro dalle ciminiere e da tutto l’arredo industriale e produttivo, possa riservare delle importanti novità. L'intervento in atto, infatti, fa parte di un piano più ampio che comprende anche lo «smantellamento delle due delle quattro turbine a gas e i serbatoi» ma la futura disponibilità delle sala macchine dell’impianto termoelettrico a olio potrebbe rimanere in piedi per eventuali usi futuri. Infatti «sono in corso – ha concluso Carlo Ballerini - interlocuzioni con il territorio per discutere possibili nuove evoluzioni».